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NBA, la lega si ferma: quarantena volontaria per tutte le squadre avversarie dei Jazz

coronavirus
©Getty

Si tratta di Cleveland, New York, Boston, Detroit e Toronto, ovvero le squadre che hanno affrontato gli Utah Jazz di Rudy Gobert negli ultimi 10 giorni. Mentre si aspetta nelle prossime i risultati dei test a cui sono stati sottoposti i giocatori 

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Una quarantena auto-imposta. Questa è stata la (saggia) reazione decisa dallo staff medico di tutte le squadre che negli ultimi 10 giorni hanno affrontato gli Utah Jazz, il team che in Rudy Gobert ha avuto il primo giocatore risultato positivo al test per il COVID-19. Si tratta di Cleveland, New York, Boston, Detroit e Toronto, e l’intero roster di tutte queste squadre è ora tenuto sotto osservazione in una quarantena preventiva. In particolare, poi, quelli degli Utah Jazz — i compagni di Gobert — sono già stati testati uno a uno, con i risultati che dovrebbero arrivare nel giro di poche ore. I giocatori dei Jazz sono stati trattenuti all’interno dell’arena dei Thunder, dove avrebbero dovuto giocare nella notte, e non gli è stato concesso di fare ritorno nello Utah in aereo, mentre si sta cerando l’eventuale organizzazione di bus per riportarli — in gruppo ma isolati — a casa. A quelli dei Thunder, tra cui anche Danilo Gallinari, è stato immediatamente detto di fare ritorno nelle proprie abitazioni e di non uscire se non strettamente necessario. L'impressione però è che alle prime misure cautelari prese dalla lega ne seguiranno a breve altre, perché la natura del contagio porta ovviamente - a un solo grado di separazione - a tutte le squadre che negli ultimi 10 giorni hanno incontrato le squadre che hanno giocato contro i Jazz, oltre che ovviamente a tutto il personale NBA (a partire dagli arbitri) coinvolto in quelle partite. La reazione a catena può essere lunghissima, e le prime stime suggeriscono uno stop al campionato di almeno 14 giorni, con il timore che possa però prolungarsi molto di più.