NBA, stop al campionato: ecco quale (e quanto) può essere l'impatto economico
Partite posticipate, e forse annullate; gare a porte chiuse; possibile riduzione (o sospensione) del calendario. In attesa che la lega decida come affrontare l'emergenza coronavirus, ecco cosa potrebbe significare dal punto di vista economico uno stop più o meno lunghi, per le squadre, per i giocatori, per le prospettive future della stessa NBA
DURATA DELLO STOP | Al momento si parla di almeno due settimane, un periodo di tempo necessario per permettere a giocatori, staff, dirigenti e a tutto il personale che è a diretto contatto con le squadre di superare il periodo di quarantena prima di poter tornare in campo in condizioni di sicurezza. L’impressione è che ci si potrebbe fermare per molto di più
COS’È SUCCESSO IN CINA | Da questo punto di vista il precedente cinese è poco rassicurante: la CBA (Chinese Basketball Association) decise di fermare il campionato lo scorso 1 febbraio e si presume – ma si tratta di una semplice supposizione – che in Cina le squadre possano tornare in campo all’inizio di aprile, dopo più di due mesi di stop
IL CALENDARIO | La domanda è: “Si tornerà a giocare, prima o poi?”. Nel caso in cui il campionato dovesse riprendere, le squadre riusciranno a disputare tutte le partite del calendario e a completare la stagione o sarà necessario accorciarla e ridurre il numero delle gare, sulla falsariga – per esempio – di quanto accaduto nella stagione 2011-12, quella dell’ultimo lockout?
BRI | Qualsiasi riduzione delle cosiddette BRI (Basketball-Related Income, ovvero tutte le entrate finanziarie generate dalla NBA: biglietti, diritti di trasmissione — tv, web, etc. — sponsorizzazioni, merchandising) influenzerà in ogni caso il dato relativo a salary cap e luxury tax per la stagione 2020-21.
Il BRI include qualsiasi reddito generato dalle attività sportive incassato da NBA, NBA Properties, NBA Media Ventures e da altre società collegate alla casa madre. Al suo interno sono conteggiati anche i ricavi provenienti da attività commerciali nelle quali la Lega, una sua entità o una sua franchigia hanno una partecipazione azionaria superiore al 50%.
PERDITE: UNA PRIMA STIMA | Una prima stima ha quantificato in 500 milioni di dollari di BRI (circa 444 milioni di euro) le perdite derivanti dal fatto di dover disputare tutte le gare a porte chiuse fino al termine della regular season. Si parla di partite giocate senza pubblico. Il dato sarebbe inevitabilmente destinato a lievitare se le partite dovessero essere cancellate. Inoltre, il BRI non comprende i numeri legati alla ristorazione. Per tutti i lavoratori del settore la ricaduta potrebbe purtroppo essere molto pesante.
SALARY CAP & LUXURY TAX | Le previsioni relative al dato del salary cap per la prossima stagione parlavano già di una riduzione da 116 a 115 milioni di dollari a causa della “crisi cinese” innescata dalle dichiarazioni via Twitter del general manager dei Rockets, Daryl Morey.
GLI STIPENDI DEI GIOCATORI | In teoria il CBA (Collective Bargaining Agreement, il contratto di lavoro collettivo) consente alla Lega di non pagare gli stipendi (formalmente è la NBA a farlo, non le singole squadre) per ogni singola partita non giocata per “cause di forza maggiore”, tra queste c’è anche la voce “epidemia”. Secondo quanto riportato da ESPN la NBA non dovrebbe avvalersi di questa possibilità, e anzi l’obiettivo sembra essere quello di cercare di portare comunque a termine la stagione, anche a costo di dover posticipare l’inizio della prossima
VALORE DELLE SQUADRE | Secondo le analisi compiute da Forbes (storica e importante rivista che si occupa di finanza e industria) il valore medio di ogni squadra è cresciuto del 14% rispetto alla passata stagione e ha raggiunto i 2.1 miliardi di dollari (circa 1 miliardo e 900 milioni di euro, con i New York Knicks a confermarsi sempre al primo posto), un dato cresciuto di sei volte nello spazio dell’ultimo decennio. Lo stop causato dal coronavirus è destinato ad avere un impatto e a causare un deprezzamento?