Il n°45 degli Utah Jazz, positivo al coronavirus, pur dicendosi felice che che il suo compagno francese stia bene ammette di non aver gradito certi comportamenti superficiali. "Fortuna che sia io che lui non abbiamo figli, ma tanti tra compagni e staff ne hanno". Facendo intendere che poteva andar peggio...
Intervenuto come ospite a Good morning, America, una delle trasmissioni tv più seguite oltreoceano, Donovan Mitchell è tornato sui recenti episodi che suo malgrado lo hanno visto protagonista, col giocatore dei Jazz tra i primi positivi al Covid-19. In un primo momento è sembrato che da parte di Mitchell – e più in generale da parte di tutti i componenti della squadra – ci fosse un certo risentimento nei confronti di Rudy Gobert. Nessuno aveva gradito il comportamento del francese. L’ormai celebre video in cui tocca ostentatamente i microfoni al termine di una conferenza stampa è diventato rapidamente il manifesto della sottovalutazione del rischio legato alla diffusione del Coronavirus. Gobert – che ora gode della poco simpatica nomea di “untore” — aveva preso sottogamba il Covid-19 ed è diventato il primo contagiato della NBA. Michell lo ha seguito a distanza di poche ore. E sembra che l’ex giocatore di Louisville non abbia fatto nulla per nascondere il suo disappunto nei confronti del comportamento del compagno di squadra. “C’è voluto un po’ di tempo per farmela passare”, ha dichiarato Mitchell. “Ho letto e ascoltato ciò che ha detto Rudy [Gobert si è scusato pubblicamente per il suo comportamento, ndr] e sono felice che stia bene”.
Mitchell: “Fortuna che è capitato solo a noi, rischio circoscritto”
Tutto risolto — almeno a parole — anche se non è chiaro per quale motivo Gobert debba essere considerato da Mitchell l’uomo che ha portato il virus nello spogliatoio dei Jazz. Di fatto, sembra che a causa di quel siparietto – peraltro stucchevole – Gobert sia considerato da tutti l’unico responsabile della positività sua e del compagno di squadra al Covid-19. “Sono felice che sia capitato solo a noi due – prosegue Mitchell – perché sia io che Rudy non abbiamo figli. Alcuni dei nostri compagni di squadra ne hanno, così come li hanno anche diversi membri dello staff, per questo sono così contento che il rischio sia stato circoscritto”. La stella dei Jazz conclude lanciando un messaggio importante, relativo ad uno degli aspetti più subdoli del Coronavirus. “Io sono asintomatico” – sottolinea – “e me ne sarei potuto andare in giro senza rendermi conto del fatto di essere un potenziale vettore di contagio. È una delle cose più spaventose di questo virus. Puoi averlo, senza rendertene conto”.