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La NBA valuta la riduzione del 25% degli stipendi dei giocatori

coronavirus
©Getty

La lega e la NBPA - l’associazione che rappresenta i giocatori - si stanno confrontando per valutare la possibile riduzione di oltre il 25% dei salari ancora spettanti agli atleti, nel caso in cui dovessero essere cancellate della gare di regular season

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La speranza della NBA è sempre la stessa: riuscire in qualche modo e tra qualche tempo - anche diverse settimane - a riprendere il discorso da dove è stato lasciato, portando a termine la regular season e dando così il via ai playoff e alla corsa al titolo NBA. Impossibile però in questo momento non prendere in considerazione anche altre strade, vista l’incertezza dettata dal diffondersi del contagio in tutto il mondo e in particolare negli USA. Rinunciare a delle gare sarebbe un costo per la lega e a quel punto, inevitabilmente, anche per chi non dovrà più scendere in campo. Stando a quanto previsto dal contratto collettivo, i giocatori perderebbero circa l’1% di stipendio per ogni partita cancellata - basando il calcolo su una clausola definita “di forza maggiore” che nessuno conosceva fino a pochi giorni fa e passata adesso al centro del dibattito. In caso di catastrofi, incluse epidemie e pandemie, si ricorre a quella. Adam Silver ha già iniziato a discutere dei vari scenari possibili con Michele Roberts - direttore esecutivo della NBPA - e con diversi avvocati e rappresentati dei giocatori, per capire come il taglio degli stipendi possa essere calcolato in base alle modifiche del calendario. Se l’accordo non dovesse essere raggiunto prima del 15 aprile, la lega ha già garantito che il pagamento degli stipendi avverrà regolarmente a metà mese (così come quello che i giocatori riceveranno nelle prossime ore, con la solita cadenza di 15 giorni). Stando a quanto previsto sempre dall’accordo collettivo infatti, qualora si deciderà di trattenere questa parte degli stipendi, ai giocatori verrà chiesto di restituire quanto incassato più avanti (con trattenute sugli stipendi futuri, generando poi dei problemi con i giocatori in scadenza che ricevono lo stipendio in maniera meno dilazionata nel tempo). La NBA comunque non sembra intenzionata ad annunciare la cancellazione delle partite nell’immediato futuro, continuando invece a lavorare a diversi piani per concludere la stagione in base al numero di giorni che resteranno a disposizione una volta che sarà possibile ritornare a giocare in sicurezza.