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Coronavirus, Danilo Gallinari e la lettera all'Italia: "Ce la faremo, insieme"

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©Getty

Si intitola “Il mese che ha cambiato l’Italia per sempre” la lettera che il n°8 dei Thunder ha deciso di pubblicare su The Players’ Tribune, raccontando le ansie e lanciando un messaggio di speranza: “Il virus è un avversario tosto, ma non è neanche lontanamente forte come noi”

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Da oltre un mese Danilo Gallinari si è ritrovato a essere suo malgrado protagonista di una situazione diventata via via più complicata prima in Italia e poi negli Stati Uniti. La pandemia da coronavirus che ha colpito in particolare il nord del nostro Paese a fine febbraio aveva inevitabilmente attirato l’attenzione dei giornalisti su di lui - “persona informata dei fatti” e vicina alle dinamiche italiane. Poi, lo scorso 11 marzo, il n°8 dei Thunder è rimasto bloccato nello spogliatoio assieme ai compagni prima della palla a due di una partita che non si mai disputata contro gli Utah Jazz. “Sapevo che in Italia non si giocava già da tempo a causa del coronavirus, ho pensato subito che fosse successo anche qui in America. Non ci sono state date notizie per molto tempo e i miei compagni, a differenza mia, non immaginavano l’impatto che il virus potesse avere. A quel punto ho preso la parola: “Ragazzi, secondo me tutto questo ha a che fare con il contagio”. Da lì in poi tutti hanno iniziato a farmi domande, mi sono trovato in mezzo allo spogliatoio a dare spiegazioni, ma nessuno in quel momento era preoccupato. Adesso invece il virus lo conoscono tutti”. Questo uno dei tanti passaggi significativi della lettera pubblicata da Gallinari su The Players’ Tribune, in cui raccontare le sue paure: “È da circa un mese che ogni volta che squilla il mio telefono e vedo una chiamata dall’Italia mi preparo a ricevere brutte notizie. E ultimamente mi squilla parecchio. Potrei raccontare tante storie triste, cose che non avrei mai immaginato e che stanno accadendo ai miei amici e a persone che conosco. Mi fa strano dirlo, ma io sono fortunato perché i componenti della mia famiglia stanno tutti bene. Sono preoccupato per mia madre, da sola in quarantena in Italia, con mio padre e mio fratello bloccati a Denver. Ma lei non ha problemi, vive in una casa grande e ha tutto lo spazio necessario. Penso invece a chi si sente recluso nella propria abitazione, a chi fa fatica a vivere in un ambiente sano. Alla sofferenza che ormai si vede dappertutto”.

Il ruolo da leader di CP3 nello spogliatoio, anche su FaceTime

Uno dei passaggi più interessanti del racconto di Gallinari è quando parla del modo in cui sta affrontando le settimane di quarantena, cercando di restare positivo e dare supporto a chi ne ha bisogno: "Oltre a restare in contatto con parenti e amici, una delle cose che mi ha aiutato a gestire questo periodo, sono state le nostre chat di gruppo con i compagni di squadra e le chiamate su FaceTime. Il solo fatto di poter vedere le facce dei miei compagni e chiedergli come stanno le famiglie, e la possibilità di sostenerci a vicenda è davvero bello, ne avevamo proprio bisogno. Le videochiamate assomigliano molto alle nostre partite. Perché CP non è solo il nostro leader in campo. Prende l’iniziativa anche durante le conversazioni su FaceTime. È lui a decidere di cosa parlare e la conversazione scorre. Oltre a quello, CP e io parliamo quasi tutti i giorni. È una persona fantastica. Davvero. Già quando la situazione stava peggiorando in Italia mi disse che avrebbe voluto aiutare la mia regione e gli ospedali locali. Ha fatto tante cose per dare il suo contributo e aiutare. Non so come ringraziarlo. Ciò che so per certo è che l’Italia ha un grande amico in Chris Paul. È davvero speciale”. Anche il n°8 dei Thunder sta facendo la sua parte, sia nel nostro Paese che a Oklahoma City - aiutando le strutture che in questi giorni stanno combattendo contro il coronavirus. La speranza è che tutto vada per il meglio: “Non si sistemerà tutto domani o la settimana prossima. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà a uscirne. Ma c’è una cosa di cui sono certo. Non durerà all’infinito”.