
NBA, le maglie ritirate più assurde di sempre (a partire da quella di Michael Jordan)
Se si eccettua (forse) la costruzione di una statua, il ritiro della maglia è il massimo riconoscimento che una franchigia possa fare a un proprio giocatore: il suo numero non verrà mai più indossato da nessun altro. Oddio, "proprio" giocatore e "mai più": non sempre, non necessariamente. Perché sono state ritirate maglie a giocatori avversari, a campioni che non hanno mai indossato i colori di una certa franchigia e anche (in due casi) al pubblico. Scopriamo gli omaggi più strani

IL 23 DI MICHAEL JORDAN | Che Michael Jordan, uno dei più forti giocatori di sempre, abbia il suo n°23 ritirato è — come si dice in America — un “no-brainer”: non si inizia neppure a discutere. Meno scontato che a ritirarlo siano stati — oltre ovviamente ai Chicago Bulls — i Miami Heat, per cui ovviamente non ha mai giocato. Volere di Pat Riley, per riconoscere l’immensità di un giocatore che gli Heat li ha incontrati due volte nei playoff, sempre eliminandoli senza pietà. "Per il contributo dato al gioco", le parole di Riley. Giù il cappello

IL 12 AGLI SPURS DI BRUCE BOWEN… | Le sue triple dall’angolo, la sua difesa asfissiante. Bruce Bowen si è guadagnato così il massimo riconoscimento da parte dei San Antonio Spurs, la sua maglia n°12 ritirata ed esposta al fianco di quelle di David Robinson e Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginobili. Mai nessuno le indosserà più nella storia degli Spurs…

…E DI LAMARCUS ALDRIDGE | …o quasi, perché proprio negli Spurs di oggi LaMarcus Aldridge scende regolarmente in campo con il n°12 neroargento. Com’è possibile? Una cortesia dello stesso Bowen, che ha permesso al giocatore ex Blazers — ma nato e cresciuto in Texas — di indossare ugualmente il suo amato n°12

IL 7 DI PETE MARAVICH | “Pistol” Pete è ancora oggi visto come uno dei giocatori più spettacolari che il basket abbia mai visto, tanto a livello collegiale (con LSU) che NBA (con Hawks e Jazz). E difatti tutte queste tre squadre hanno ritirato il suo numero di maglia ma lo hanno fatto anche i New Orleans Pelicans, per cui Maravich non ha mai giocato. Ha giocato a New Orleans, ma allora erano i Jazz — e la franchigia poi si è spostata nello Utah mantenendo il nickname — mentre i Pelicans vengono ben dopo e “Pistol” Pete non l’hanno mai visto: “Come contributo al successo del basket nello stato”, hanno fatto sapere in Louisiana. Sarà…

BILL WALTON… | A Portland hanno vinto un solo titolo nella loro storia, nel 1977 e dopo sei, sudatissime partite di finale contro Philadelphia. Impossibile non celebrare l’autentico eroe di quella squadra e di quella finale, Bill Walton (18.5 punti, 19.0 rimbalzi più di 5 assist e quasi 4 stoppate di media!), così come Maurice Lucas (miglior marcatore di quella serie per i Blazers) e Lionel Hollins (altro tassello fondamentale)

…MA GLI ALTRI? | Solo che poi a Portland si sono lasciati un po’ prendere la mano e in pratica hanno ritirato la maglia a tutta la squadra: le cifre in carriera di Larry Steele (primo a sinistra), Dave Twardzik (ultimo a destra), Bob Gross e Lloyd Neal (secondo da sinistra) sono quelle di giocatori (con l’eccezione di Neal, 11.1 punti a sera) che non arrivano in doppia cifra di media. Ottimi giocatori di ruolo, importantissimi e fondamentali nel successo di squadra: ma la maglia ritirata solitamente è per i campioni assoluti…

NATE THURMOND, ORGOGLIO DI CLEVELAND | Un giocatore nato a Akron, Ohio, con la sua maglia dei Cavs ritirata a Cleveland. Facile: LeBron James. Non proprio — o almeno, non ancora. Nate Thurmond è tra i 50 migliori giocatori di sempre della NBA, ma la sua carriera è legata ai San Francisco/Golden State Warriors, e non ai Cavs con cui ha disputato solo due stagioni a fine cavalcata, per un totale di 114 partite. Le sue cifre sono modeste — 18.3 minuti di media in campo, 5 punti e 6.3 rimbalzi — eppure ai Cavs gli hanno ritirato la maglia, “per il suo ruolo da veterano nei confronti dei suoi giovani compagni”. Mah…

IL SESTO UOMO | Due squadre — gli Orlando Magic e i Sacramento Kings — hanno ritenuto di dover omaggiare i loro tifosi e il fattore campo creato dal pubblico di casa ritirando un’immaginaria maglia con il n°6 per il loro “sesto uomo”. In Florida peraltro devono ancora omaggiare il loro primo giocatore: cosa aspettano a ritirare la maglia di Shaquille O’Neal?