
Il Draft - si dice sempre - è una scienza inesatta. A dimostrarlo una volta di più questi 11 campioni che hanno visto il loro nome pronunciato soltanto molto tardi nei rispettivi Draft. Ci sono diversi campioni NBA (per un totale di 9 anelli), un MVP della lega, tre MVP di una serie finale. A confermare che non sempre tutto è chiaro fin dall'inizio

N°15, DRAFT 2011: KAWHI LEONARD | A sceglierlo non furono neppure i San Antonio Spurs, bensì gli Indiana Pacers, ma i texani avevano già da tempo messo gli occhi sul talento (al tempo ancora nascosto) di San Diego State e per arrivare a lui — con una trade — furono pronti a sacrificare George Hill, uno dei giocatori preferiti di coach Popovich

N°15, DRAFT 2013: GIANNIS ANTETOKOUNMPO | Oggi sembra folle, ma al tempo chi conosceva questo greco di origini nigeriane dal nome impronunciabile? Presentandolo dopo il Draft, il gm dei Bucks John Hammond azzarda possa diventare un All-Star NBA: ne è diventato l’MVP dopo un primo anno a 6.8 punti e 4.4 rimbalzi di media

N°28, DRAFT 2001: TONY PARKER | Valutare i giocatori europei spesso non è facile: scegliere di affidar loro una squadra ancora meno. Perfino coach Popovich prima del Draft non ne vuole sapere, poi cambia idea in fretta: TP finisce per essere 6 volte All-Star, 4 volte campione NBA e anche MVP delle finali

N°30, DRAFT 2001: JIMMY BUTLER | Due posizioni dopo Parker i Bulls pescano questo prodotto di Marquette che da adolescente era stato perfino un homeless. A Chicago piacevano tanto le sue doti difensive: forse neppure loro si aspettavano che diventasse un 5 volte All-Star, oggi protagonista con la maglia dei Miami Heat

N°35, DRAFT 2012: DRAYMOND GREEN | In uscita da Michigan State (dove aveva fatto bene) c’erano dubbi sul suo atletismo e sulla velocità di piedi, in ottica NBA. Dubbi smentiti da Green, che a Golden State è diventato il miglior difensore NBA, un 3 volte All-Star e soprattutto un 3 volte campione NBA. Sa ancora recitare a memoria tutti i nomi dei 34 giocatori scelti prima di lui al Draft…

N°39, DRAFT 2012: KHRIS MIDDLETON | Quattro chiamate dopo quella di Green, i Pistons scelgono Middleton, gran tiratore a Texas A&M. Lo tengono solo un anno, poi lo spediscono a Milwaukee. In Wisconsin esplode: da due anni è un All-Star e nel frattempo ha firmato il contratto più ricco di sempre per un giocatore scelto al secondo giro

N°41, DRAFT 2014: NIKOLA JOKIC | Altro europeo sul cui conto non mancavano i dubbi, in sede di Draft: lento, poco atletico, coi piedi incollati a terra, si diceva. Ma due mani da incorniciare, una grande tecnica individuale, doti sopraffine da passatore e il vizietto del canestro vincente ne hanno fatto un All-Star. Brava Denver a crederci

N°47, DRAFT 2006: PAUL MILLSAP | Utah non si aspettava certo di scovare questo tipo di gioiello così in basso al Draft: le sue quotazioni si impennano però dopo lo scambio con Atlanta (4 convocazioni in fila all’All-Star Game), ma oggi a Denver è ancora una pedina importante. Per lui 10 playoff disputati in 13 stagioni NBA

N°48, DRAFT 2007: MARC GASOL | La parentela con Pau e la sua carriera spagnola rendeva impossibile non conoscerlo, ma i dubbi sulle sue condizioni fisiche erano tanti. Lo scelgono i Lakers, solo per cederlo a Memphis e arrivare proprio a suo fratello Pau. Ne segue una carriera NBA da autentico fuoriclasse: All-Star, miglior difensore della lega nel 2014, campione NBA con Toronto l’anno scorso

N°51, DRAFT 2003: KYLE KORVER | A sceglierlo - dopo 4 anni in un piccolo college come Creighton - furono i New Jersey Nets, ma la sua carriera inizia a Philadelphia. Da lì tante squadre e altrettante soddisfazioni: All-Star ad Atlanta, 4 volte miglior tiratore da tre della NBA, solo Ray Allen, Reggie Miller e Steph Curry hanno segnato più triple di lui nella storia della lega

N°60, DRAFT 2011: ISAIAH THOMAS | Non solo la scelta n°60, l’ultima del secondo giro, ma anche 175 centimetri: questi due numeri avrebbero dovuto condannare in partenza la carriera NBA di “IT”. Che invece viaggia oltre i 20 punti a sera già al suo terzo anno a Sacramento per poi esplodere con i Celtics: due volte All-Star e quasi 29 punti di media nel 2016-17