Come è cambiata la pallacanestro NBA dalle Finals del 1998 a oggi
La serie dedicata all’ultima stagione dei Chicago Bulls di Michael Jordan ha riportato l’attenzione su periodo storico ritenuto da molti uno dei migliori tra quelli offerti dalla NBA per talento, tecnica e tattica messa in mostra sul parquet. Di certo quel modo di intendere il basket è profondamente diverso da quello di oggi, come dimostrano alcuni dati pubblicati da Synergy Basketball
Alcuni numeri rendono davvero in maniera chiara la differenza tra quel tipo di pallacanestro e quella del basket di oggi: nelle Finals del 1998 il 38% dei possessi a metà campo si concludevano con un uno contro uno. La media in questa stagione NBA è del 16%, meno della metà dei casi
Nella sola gara-5 della serie di finale del 1998, Michael Jordan segnò 22 punti in situazioni di uno contro uno. Dopo quella, ne mise a referto altri 20 in gara-6: in generale nel corso dell’intera serie, MJ realizzò complessivamente il 19% dei suoi punti in isolamento
Altra grande questione: il tiro da tre punti. I Bulls nelle finali del 1998 tentarono una sola conclusione dalla lunga distanza dall’angolo complessivamente nelle sei partite. Una sola, contro la media di tre canestri realizzati a partita nella stagione NBA 2019-2020
Tutti i tiri da tre punti che mancano all’appello, dove andavano a finire nel 1998? Semplice: conclusioni dal mid range. Ben 69 quelle mandate a bersaglio dai Bulls in quelle sei partite contro gli Utah Jazz
Nelle Finals 1998 John Stockton ha prodotto 10.2 punti a partita di media da situazioni generate a seguito di un pick&roll. La scorsa stagione NBA con cifre del genere avrebbe chiuso soltanto al 44° posto della lega. Trae Young, leader della regular season 2019-2020, viaggia con 30.3 punti di media “generati” a partita - il triplo di Stockton
Una differenza così marcata è figlia del fatto che oggi si giocano molti più pick&roll rispetto al passato e non è invece dovuta alla scarsa efficacia delle giocate di Stockton: Utah infatti in quelle Finals è riuscita a tirare con il 57% dal campo in quel tipo di situazione, giocando però mediamente un quarto dei pick&roll rispetto a una partita di oggi
Michael Jordan segnò in quelle finali 11.5 punti dal post-up, Karl Malone addirittura 12.8 di media. Una situazione di gioco totalmente abbandonata nel basket di oggi: soltanto un’intera squadra NBA in questa stagione ne ha segnati più di 8.5 di media a partita - i Philadelphia 76ers con i suoi 12.6 punti
Il gioco di Karl Malone in post è stato uno dei problemi principali che i Bulls si sono ritrovati ad affrontare in quelle finali: 13 punti di media con il 60% al tiro, incontenibile ogni volta che si è ritrovato a giocare quell’uno contro uno. Almeno fino al raddoppio di MJ sul penultimo possesso Jazz in gara-6…
Un dato invece che continua ad avere pochi termini di paragone riguarda MJ: ben 53 dei suoi punti complessivi arrivarono nei vari quarti periodi di quella serie. Considerando che in gara-3 restò in panchina per tutti e 12 i minuti vista la larga vittoria Bulls, la sua media nell'ultima frazione è stata di 10.6 punti