
NBA, Paul George e la sua verità sull'addio ai Pacers: che bordata contro il front office!
"Nell'estate 2017 la miglior ala forte NBA voleva venire a giocare con me a Indiana", racconta George. "Lo dissi alla società e la risposta fu: 'Non possiamo permettercelo, siamo un mercato piccolo'. Lì ho capito che dovevo andarmene". E intanto si scatenano le ipotesi su chi potesse essere il giocatore in questione: ecco le ipotesi più probabili

LOS ANGELES È CASA | Paul George alla fine è tornato nella sua Los Angeles, dove è nato e cresciuto. Gioca nei Clippers, al fianco di Kawhi Leonard. Puntano al titolo NBA, e quando la NBA tornerà in campo a fine luglio L.A. riparte dalla seconda posizione a Ovest, dietro solo ai Los Angeles Lakers. Soltanto tre anni fa, però, nell’estate 2017, Paul George era un giocatore — anzi, il simbolo — degli Indiana Pacers, l’unica squadra in cui aveva militato nei suoi primi 7 anni nella lega

LA PARENTESI OKLAHOMA CITY | Poi, nell’estate 2017, l’addio all’Indiana: Paul George passa agli Oklahoma City Thunder, dove va a giocare al fianco (non a caso) di un altro losangelino doc come Russell Westbrook, presenza fondamentale per convincere l’ex Pacers a indossare la maglia dei Thunder. Due stagioni a OKC, entrambe da All-Star, prima dell’ennesimo cambio di indirizzo, stavolta destinazione L.A.

I MOTIVI DELL’ADDIO A INDIANA | Ospite del podcast Knuckleheads, di Quentin Richardson e Darius Miles, George avrebbe rivelato il motivo del suo addio ai Pacers: “Nell’estate 2017 la miglior ala forte NBA mi aveva detto di voler venire a giocare con me a Indy. Lo comunico alla società e loro mi rispondono: ‘Siamo un mercato piccolo, non possiamo permettercelo’. Lì ho capito che non puntavano a vincere; lì ho capito che dovevo andarmene”. George non vuole “fare nomi”, ma la domanda ovviamente è: chi era l’ala forte disposta ad andare ai Pacers?

OPZIONE #1: KEVIN DURANT | Il dubbio è se Paul George possa (o meno) considerare Kevin Durant un’ala forte. L’inclusione di KD nella lista dei possibili sospetti, quindi, è vincolata a questo dettaglio. Fresco di titolo NBA appena vinto a Golden State — il primo della sua carriera — l’ex n°35 di OKC sceglie di rifirmare con gli Warriors anche a costo di rinunciare a parecchi soldi: si accorda per un biennale da 53 milioni di dollari, e sulla Baia vincerà un altro titolo NBA

OPZIONE #2: BLAKE GRIFFIN | Da molti osservatori considerata la soluzione più probabile all’indovinello involontariamente sollevato da PG13. I Clippers lo convincono a restare a L.A. offrendogli il massimo salariale: 173 milioni di dollari per 5 anni. Griffin a dire il vero sembrava avere Denver e Phoenix nel mirino, squadre con le quali si parlava di un accordo per sedersi a un tavolo e discutere, e c’erano voci anche di un interesse di Miami, di Boston e di Oklahoma City, nello stato dove aveva giocato al college. Ma nessuna traccia dei Pacers…

OPZIONE #3: PAUL MILLSAP | Dopo 4 anni con gli Atlanta Hawks, Millsap lascia effettivamente la Georgia nell’estate 2017 ma non per andare in Indiana: lo mettono sotto contratto i Denver Nuggets, che gli offrono 90 milioni per 3 anni. Millsap al tempo era reduce da quattro apparizioni consecutive all’All-Star Game per la Eastern Conference

LE ALTRE ALI FORTI | Se si adotta la convocazione per l’All-Star Game come criterio per definire quella che George chiama “la miglior ala forte della lega", allora i tre restanti nomi in lista sono quelli di Anthony Davis, Kevin Love e Draymond Green. Ma nessuno di loro era free agent nell’estate 2017, rendendo così impossibile (se non con una trade) il loro approdo a Indianapolis al fianco di Paul George

COSA C’ENTRA DANILO GALLINARI? | Nel suo intervento al podcast, George confessa che davanti alla sua richiesta di cessione, la controfferta dei Pacers è consistita nel paventare al giocatore l’approdo in Indiana di “un’ala tra le prime 20-25 di tutta la lega”. Sembra proprio che l’identikit coincida con quello di Danilo Gallinari, reduce da una stagione oltre i 18 di media a Denver. A Indianapolis avrebbe formato un reparto lunghi di tutto rispetto con Paul George e Myles Turner.