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NBA, Michael Jordan e quell'assegno da 200 dollari di Dean Smith incorniciato a casa

NBA
©Getty

Emerge solo ora, a quasi 15 anni dalla sua morte, un bellissimo gesto incluso da Dean Smith, storico allenatore di North Carolina, nelle sue volontà testamentarie: la spedizione di oltre 180 assegni, ognuno del valore di 200 dollari, ai suoi ex giocatori a UNC, per godersi una cena fuori pagata dal loro allenatore. Ma MJ ha avuto un'idea ancora migliore

Dean Smith ha allenato a North Carolina per 36 anni, dal 1961 al 1997. Ha disputato 11 Final Four e vinto due titoli NCAA, il primo nel 1982 con in squadra Michael Jordan e James Worthy, il secondo nel 1993, con nomi molto meno altisonanti (Donald Williams MVP di quelle Final Four). Quando si è ritirato aveva vinto 879 partite, al tempo un record per qualsiasi allenatore collegiale. Quando poi —nel 2015, alla soglia degli 84 anni — è venuto a mancare il mitico coach dei Tar Heels si è reso protagonista di un gesto davvero d’altri tempi che emerge soltanto ora, a più di cinque anni dalla sua morte. Nelle volontà espresse da Smith nel suo testamento, c’era anche quella di staccare oltre 180 assegni, ciascuno dell’importo di 200 dollari, da far recapitare ai suoi ex giocatori in maglia UNC. Il motivo? Per godersi una cena fuori. Pagata dal loro allenatore. Un aneddoto davvero incredibile che racconta del legame spesso fortissimo che anche ad anni di distanza ha unito coach Smith ai suoi giocatori, molti dei quali hanno avuto una lunghissima carriera NBA piena di successi (oltre a Jordan e Worthy, si possono contare Larry Brown, Sam Perkins, Phil Ford, Bob McAdoo, Billy Cunningham, Kenny Smith, Walter Davis, Jerry Stackhouse, Antawn Jamison, Rick Fox, Vince Carter, Scott Williams e Rasheed Wallace). Un aneddoto, poi, che trova conferma proprio da uno dei figli di Michael Jordan, Marcus, che appresa la notizia ha voluto convalidare la storia confessando “che mio padre tiene ancora il suo incorniciato e appeso a una parete di casa sua”. Niente cena, quindi per MJ — che può tranquillamente pagare il contro del ristorante — ma un gesto di enorme rispetto che fa tornare alla mente le parole del n°23 dei Bulls il giorno del suo ingresso nella Hall of Fame: “Senza Dean Smith non ci sarebbe stato nessun Michael Jordan”.