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NBA, Minnesota Timberwolves in vendita: arriva anche l’offerta di Kevin Garnett

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©Getty
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L’MVP del 2004 con i T’Wolves è il volto di una delle cordate di investitori che vorrebbero comprare la squadra di Minneapolis: “Nessuno ama questa città come me e Taylor”, sottolinea via Twitter. La proprietà sta ascoltando tutte le offerte, ponendo soltanto una condizione: “La squadra non cambia città, resta qui”

Glen Taylor, proprietario dei Minnesota Timberwolves, sta seriamente valutando l’opzione di vendere la squadra che lui stesso ha contribuito in maniera determinante a salvare nel 1994. La proprietà della squadra di Minneapolis ha ricevuto diverse offerte nell’ultimo periodo, una delle quali arrivata da un gruppo di investitori che comprende anche Kevin Garnett - MVP in maglia T’Wolves nel 2004 e il giocatore più amato degli ultimi 20 anni in Minnesota. L’Hall of Famer ha subito commentato via social la notizia, confermando in maniera indiretta le indiscrezioni venute fuori: “La mia passione e la voglia che i T’Wolves diventino campioni NBA è ben nota, ma provo un affetto ancora più profondo verso i tifosi e la gente di Minneapolis. Non esistono al mondo due persone che tengono di più a questa città di Glen Taylor e me, sono fiducioso nel lavoro che stiamo provando a portare avanti per far sì che il mio sogno si realizza”. L’attuale proprietario dei T’Wolves, contattato da The Athletic che per prima ha riportato la notizia, non ha voluto specificare oltre la composizione del gruppo che con Garnett vorrebbe acquistare la squadra, né degli altri che si sono fatti avanti, mentre indiscrezioni parlano di un’offerta che supera il miliardo di dollari. Taylor nel frattempo ha posto a tutti soltanto una condizione non negoziabile all’interno dell’accordo: “Ho chiesto espressamente in ogni trattativa che la squadra dovrà restare a Minneapolis”. Una clausola importante per la città e anche per chi deciderà di investire un capitale così imponente in un mondo come quello NBA che nell’ultimo decennio ha dimostrato di poter essere molto redditizio.

La scelta di Taylor: “Ho fatto il mio dovere, gli altri ne beneficeranno”

L’ipotesi di una possibile vendita da parte della famiglia Taylor circolava da almeno un anno, ma secondo alcuni insider le trattative sono finalmente arrivate a un punto di svolta. L’attuale proprietà smentisce il fatto che l’accordo possa essere imminente, confermando i frequenti incontri - di cui si sono detti soddisfatti - ma sottolineando come l’accordo sia ancora lontano dall’essere stato ratificato. I T’wolves da oltre un decennio sono stati messi in vendita, come nel caso della trattativa di qualche anno fa con Steve Kaplan - azionista di minoranza dei Memphis Grizzlies che non è riuscito a svincolare la sua posizione dalla proprietà della franchigia del Tennessee, vedendo poi sfumare l’accordo. Dopo stagioni complicate, i T’Wolves adesso hanno gettato le basi per provare a ripartire e Taylor è più tranquillo nell’affrontare la vendita: “Credo di aver costruito una buona squadra, ho sensazioni molto positive su questo gruppo. Ho fatto il mio dovere e chi arriverà dopo di me potrà beneficiarne”. Con la crisi a seguito della pandemia da Covid-19 e l’età che avanza, il 79enne proprietario dei T’Wolves dovrà dedicare in futuro molto più tempo al resto del suo business per dare una risposta alle difficoltà economiche di questi mesi, non potendosi più dedicare in maniera completa alla squadra di Minneapolis: “Meglio andare e lasciare spazio ad altri”.

Garnett e lo scontro infinito con la proprietà dei T’Wolves

Anche il ruolo di Garnett nella trattativa è interessante da analizzare. L’Hall of Famer è stato in forte disaccordo e contrasto con la proprietà Taylor per anni durante la sua permanenza a Minneapolis da giocatore, ma il segno lasciato nella comunità cestistica della città è rimasto indelebile. Dopo un duro scontro con Taylor nel 2015 a seguito della morte di Flip Saunders, Garnett si era rassegnato all’idea di non poter più diventare proprietario una volta terminata la sua carriera da giocatore. Una frattura insanabile, tanto che KG non ha mai dato l’ok, declinando sempre l’invito a organizzare una cerimonia con il suo ritorno al Target Center e il ritiro della maglia numero 21. La società che lavora con Garnett e che ne cura gli interessi però ha lavorato a lungo in questi anni per rimarginare il rapporto con la sua ex squadra, per sanare le divisioni e mettendolo così in condizione di puntare alla scalata della proprietà. Adesso sta all’ex giocatore di T’Wolves e Celtics: l’obiettivo sarà mettere insieme il maggior numero di investitori e soprattutto di soldi per vincere una corsa a cui parteciperanno diversi gruppi imprenditoriali, pronti a offrire cifre enormi pur di mettere le mani su una franchigia NBA.