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NBA, gioca o no? Si infittisce il mistero attorno a Oladipo. Un indizio: follow the money

NBA
©Getty

È sceso regolarmente in campo (per 19 minuti e 9 secondi) nella prima amichevole dei suoi Pacers. Ma né lui né il suo allenatore Nate McMillan rivelano se Oladipo farà parte dei Pacers a partire dal 1 agosto, data della prima gara di Indiana alla ripresa del campionato. Ecco cosa c'è dietro a questa apparente indecisione

Non importa che siano stati solo 19 minuti e 9 secondi. Sono stati 19 minuti e 9 secondi con un’importanza speciale, quelli trascorsi in campo contro Portland da Victor Oladipo nella prima delle tre amichevoli che i Pacers sono chiamati a disputare a Orlando. Perché Oladipo aveva annunciato di voler rinunciare alla bolla — “per recuperare completamente dall’infortunio al tendine del quadricipite ed essere in perfetta forma la prossima stagionale” — salvo poi invece entrarci, allenarsi con i suoi compagni (ed è sembrato in gran forma, assicurano i testimoni) e ora è anche scendere in campo nel primo scrimmage contro i Blazers. Abile e arruolato, allora? Non proprio. “Della sua presenza in campo dal 30 luglio in poi non ne abbiamo neppure ancora parlato”, dice coach McMillan, con ogni probabilità mentendo. “Ci siamo solo concentrati su questa gara, per capire se poteva essere in campo”. Da Oladipo non si riesce a sapere di più: “Solo io so realmente come mi sento. La mia situazione è unica, come unico è stato il mio infortunio (molto simile a quello subìto da Tony Parker, invece, fa notare qualcuno — e il francese è tornato in campo dopo 7 mesi). Anche se dall’esterno sembro il giocatore di sempre, solo io so come mi sento davvero, nessuno conosce il mio corpo meglio di me. Per cui voglio essere certo di poter essere al 100%, di giocare a quegli standard che da sempre mi sono prefissato. E se sarò in grado di farlo o no lo so solo io”. Che vuol dir tutto e vuol dir niente: coach Nate McMillan e i suoi compagni ancora non sanno se Victor Oladipo sarà in campo o meno alla ripresa della stagione.

“It’s all about the money?”

Tutta la storia è abbastanza curiosa, e merita di essere indagata. Nell’Indiana è piaciuto poco il modo in cui a inizio luglio dal clan di Oladipo la soffiata della rinuncia del giocatore a terminare la stagione sia arrivata prima ai giornalisti (Shams Charania di The Athletic) che alla squadra. Il responsabile — con ogni probabilità — è da cercare all’interno di quel Verus Management Team che gestisce il giocatore, la quarta agenzia negli ultimi cinque anni a cui Oladipo si è affidato. Un ex studente di Indiana come lui (tale Aaron Turner) o il suo personal manager (Jay Henderson) sono le due figure di spicco di Verus, che a dire il vero non conta nessun giocatore famoso in scuderia se non la stella dei Pacers e Terry Rozier. La decisione di non scendere in campo alla ripresa, poi, è stata fatta trapelare con un tempismo quanto meno sospeso, solo quando cioè da casa Pacers è arrivata l’assicurazione che la franchigia avrebbe comunque onorato nella totalità il suo contratto (garantendogli così 3 milioni di dollari). Solo che — sempre su The Athletic — il clan Oladipo aveva nel frattempo fatto uscire un lungo pezzo in cui la guardia di Indiana veniva dichiarato fisicamente guarito al 100%. Grave errore. Letta la dichiarazione, dalla NBA hanno fatto notare come sia contrario ai regolamenti pagare un giocatore sano che sceglie però di non giocare, costringendo così il n°4 dei Pacers a un rapido dietrofront, che lo ha visto entrare nella bolla di Orlando per non perdere i 3 milioni di dollari del suo contratto. È per questo che sono in tanti a scommettere che Oladipo sarà regolarmente in campo il 1 agosto contro Philadelphia, mentre sono meno quelli pronti a fare il nome dei Pacers come della squadra che la prossima estate — quando il n°4 ex Hoosiers sarà free agent — gli farà firmare un contratto da 100 milioni di dollari.