
NBA, non solo Michael Porter Jr.: le 9 sorprese della bolla di Orlando
La ripartenza della stagione ha messo in mostra giocatori che durante la regular season non avevano trovato spazio, per un motivo o per un altro. Ecco i nove giovani che si sono segnalati secondo la redazione di ESPN

MICHAEL PORTER JR., Denver Nuggets | Inevitabile partire dal rookie delle meraviglie dei Nuggets, capace di infilare quattro partite in doppia cifra tra cui tre doppie doppie (due sopra i 30 punti, una da 27 contro Portland). Con tre titolari fuori causa in Murray, Harris e Barton, la sua produzione offensiva con 26.3 punti di media è stata fondamentale per coach Michael Malone, giustificando le aspettative che c’erano su di lui prima degli infortuni alla schiena ai tempi del college
MICHAEL PORTER JR. È LA RISPOSTA CHE DENVER CERCAVA
GARY TRENT JR., Portland Trail Blazers | Dopo aver faticato nel suo anno da rookie, Trent aveva già cominciato a guadagnarsi maggiore spazio in campo prima della sospensione della stagione, ma a Orlando è salito a un livello superiore. In quattro gare sta viaggiando a 20.3 punti di media con il 59% dal campo e il 63% dalla lunga distanza, con un plus-minus di +54 — il migliore dei suoi. La sua combinazione con Lillard e McCollum ha un differenziale di +19.3 su 100 possessi in 74 minuti

DANUEL HOUSE, Houston Rockets | A 27 anni è forse un po’ vecchio per guadagnarsi il titolo di “sorpresa”, ma dopo aver girato in G-League ha trovato il suo posto nella rotazione di coach Mike D’Antoni. Avrebbe dovuto uscire dalla panchina, ma l’infortunio di Eric Gordon gli ha aperto le porte del quintetto e lui ha dato un grande contributo, sfiorando i 17 punti a partita con il 41% dalla lunga distanza su 39 tentativi in 4 gare

DERRICK WHITE, San Antonio Spurs | Dopo gli ottimi playoff del 2019 il suo sviluppo sembrava essersi fermato, in un backcourt con grande concorrenza e una supposta incompatibilità con il rientrante Dejounte Murray. A Orlando però si è rivisto il giocatore visto in post-season un anno fa, viaggiando a 21.3 punti e 5.5 assist di media con il 45% dalla lunga distanza su un numero considerevole di tiri — un’evoluzione largamente attesa

KELDON JOHNSON, San Antonio Spurs | Dopo aver visto raramente il campo in regular season, Johnson è riuscito a trovare spazio nella rotazione di coach Popovich e sta dando un’ottima mano, firmando 13 punti e 5 rimbalzi in 25 minuti di media con il 60% da due e 6/9 dalla lunga distanza. È certamente una delle note più liete per i neroargento anche in prospettiva futura

TROY BROWN JR., Washington Wizards | Con tutte le assenze in casa Wizards, la squadra ha dovuto necessariamente affidarsi di più all’ex 15^ scelta assoluta — che ha risposto presente, creando sia per sé che per gli altri. I suoi 16 punti, 6.5 rimbalzi e 5.3 assist fanno ben sperare per vederlo produttivo anche quando Wall e Beal torneranno nella prossima stagione, anche per le sue buonissime doti difensive

THOMAS BRYANT, Washington Wizards | In una squadra con poco talento offensivo, Bryant si sta affermando come miglior realizzatore dei suoi aggiungendo all’arsenale anche il tiro dalla lunga distanza. Quest’anno aveva tentato più di 16 tiri in una partita solo due volte, le stesse in cui ci è già riuscito a Orlando finora — firmando anche un trentello contro Brooklyn. Eccellente il suo 8/18 dalla lunga distanza

GRAYSON ALLEN, Memphis Grizzlies | Noto soprattutto per i suoi giorni a Duke, la guardia sta trovando il suo spazio nella rotazione dei Memphis Grizzlies dopo essere arrivato via trade da Utah. Proprio contro i Jazz ha realizzato una super prestazione da 20 punti con 6/8 da tre, ma nelle due gare prima aveva chiuso a 15 e a 17, una delle poche note liete dell’esperienza a Disney World dei Grizzlies finora

AARON HOLIDAY, Indiana Pacers | Il più piccolo dei fratelli Holiday ha dovuto aspettare il suo turno dopo un’annata passata uscendo dalla panchina, ma ora sembra essersi guadagnato la fiducia di coach McMillan — che gli ha concesso ben 35 minuti di media fino a questo momento, continuando a dargli spazio anche dopo il ritorno di Malcolm Brogdon. Prima della prova opaca con Phoenix aveva viaggiato a quasi 15 punti e oltre 5 assist di media con una sola palla persa: toglierlo dal campo sarà sempre più difficile nei prossimi anni