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NBA, la reazione di Donald Trump alle proteste: "Un'organizzazione politica"

REAZIONI

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ammesso di non aver seguito molto delle proteste della NBA, ma che "gli ascolti televisivi sono pessimi" e che la lega sta diventando "un’organizzazione politica". Il so consigliere Jared Kushner ha definito i giocatori "molto fortunati a potersi prendere una serata libera dal lavoro"

La decisione dei Milwaukee Bucks di non scendere in campo nei playoff NBA per protesta contro quanto accaduto a Jacob Blake a Kenosha, in Wisconsin, ha avuto ripercussioni ovunque, non solo nel mondo dello sport. Nei giorni in cui si è conclusa la convention repubblicana per la nomina di Donald Trump a candidato della Casa Bianca in vista delle elezioni di novembre, era inevitabile che arrivasse una domanda all’attuale Presidente USA — da sempre considerato un nemico tanto dai giocatori quanto dagli allenatori della lega. “Non so molto della protesta, so che gli ascolti televisivi sono molto bassi perché francamente la gente è un po’ stufa della NBA” ha detto Trump in conferenza stampa. “Sono diventati come un’organizzazione politica e non è una cosa positiva”.

Kushner: "Giocatori fortunati a potersi prendere una serata libera"

Ancora più pesante è stato l’attacco di Jared Kushner, consigliere di Trump e membro importantissimo del suo gruppo. “I giocatori NBA sono fortunati, perché hanno una posizione finanziaria tale da permettersi di astenersi dal lavoro senza conseguenze economiche, che è un bel lusso” ha detto commentando la storica protesta dei giocatori contro il razzismo e la violenza della polizia. "Nella NBA c’è molto attivismo e usano molti slogan, ma penso che si debbano lasciar perdere gli slogan e intraprendere azioni che risolvano il problema”. Kushner ha addirittura detto di volersi mettere in contatto con LeBron James — difficile che accada, visto quanto sono distanti le posizioni dei due — e che le proteste pacifiche “sono importanti, ma in questo momento bisogna spostare la rabbia della gente verso soluzioni costruttive”. Che è esattamente quello che i giocatori NBA stanno cercando di fare senza bisogno dei suggerimenti di Kushner, come già fatto ad esempio da LeBron James con il suo impegno per la I Promise School e tutte le altre iniziative dei giocatori, che con il loro attivismo hanno portato i proprietari della NBA a impegnarsi per 300 milioni di dollari sostenendo l'economia afro-americana. L’ex allenatore NBA e ora commentatore televisivo Stan Van Gundy ha commentato così le parole di Trump: “Quest’uomo pensa che gli ascolti siano più importanti delle persone e di qual è la cosa giusta da fare”.