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NBA, era il n°1 tra gli sports bar USA: addio a "The Fours", covo dei tifosi di Boston

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Le conseguenze della pandemia hanno messo in ginocchio lo storico sports bar di Canal Street, attraversata la strada dal TD Garden di Boston: incoronato nel 2005 da "Sports Illustrated" come il miglior sports bar d'America, dopo 44 anni ha dovuto alzare bandiera bianca. E a piangerlo sono in molti

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Può essere strano riportare — qui in Italia — la chiusura di un locale di Boston, ma chiunque sia mai stato a vedere una partita dei Celtics a “Beantown” sa che the "The Fours" non è un semplice locale. E "The Fours" — a 44 anni dall’apertura, il nome in omaggio al numero di maglia di Bobby Orr, leggenda dei Bruins — ha chiuso definitivamente proprio in questi giorni, vittima della pandemia che ha allontanato i tifosi dal TB Garden e reso più difficile gustarsi una gara allo sports bar. Situato in Canal Street, attraversata la strada dall’arena dei Celtics (e dei Bruins), nel 2005 era stato incoronato da Sports Illustrated “il miglior sports bar d’America”: “La scelta di chi davvero conosce Boston, dai giornalisti agli assistenti allenatori […] con oltre 200 pezzi di memorabilia appesi alle pareti. A farla da padrone la santa trinità dell’ultima grande squadra dei Celtics [l’articolo è scritto prima dell’edizione 2008 con Pierce, Garnett e Allen, ndr]: tre maglie rigorosamente usate di Larry Bird, Robert Parish e Kevin McHale”. E se quella di Parish (bianca) stona con quelle (verdi) dei suoi compagni, lo storico proprietario Peter Colton spiega subito il perché: “Quella originale è stata rubata. Quando l’agente di Parish lo ha saputo, ne ha fatta subito firmare un’altra a Robert e ce l’ha spedita. Ma era bianca”.

La leggenda di "The Fours"

Qui, si racconta, erano di casa la leggenda dei Bruins Ray Bourque (che portava al seguito tutti i suoi compagni) e quella dei Cetlics Larry Bird; qui Rick Pitino era stato protagonista di un party senza fine la sera in cui — al suo esordio sulla panchina di Boston — i suoi Celtics sconfissero i Bulls di Michael Jordan, nell’ottobre 1997; qui — e non guastava — si fermava spesso il corpo di ballo delle cheerleader dei Celtics dopo le partite, insieme a giornalisti, ex giocatori (Brian Scalabrine era di casa) e qualche dirigente.

Il tweet disperato dell’assistente GM dei Celtics

Che la perdita — per la comunità dei tifosi di tutta Boston — sia davvero sanguinosa lo conferma il tweet disperato di Mike Zarren, oggi assistente general manager di Danny Ainge ma da sempre grandissimo tifoso biancoverde. “Sto da schifo da ieri sera, da quando ho saputo della chiusura di 'The Fours', che consideravo casa mia quand’ero lontano da casa”, scrive. “Dal 2001 a oggi credo ci siano state meno di 8 gare dei Celtics in cui io o un membro della mia famiglia non fossimo presenti lì dopo la partita. Sports Illustrated lo ha incoronato il miglior sports bar d’America. Mia sorella lì ha organizzato il suo ricevimento di nozze. Io lì ho visto tutte le squadre di Boston vincere il titolo se si escludono i Celtics [Zarren era ovviamente con la squadra, ndr] — sono pure finito sulla tv giapponese mentre contavo gli out che separavano i Red Sox dalla vittoria nel 2007 […] Sports Illustrated ha detto che “non conta cosa c’è lì, ma chi c’è lì” e ogni giornalista di basket, ogni membro dello staff dei Celtics o dei Bruins, ogni tifoso di Boston o anche da fuori che si è fermato una volta è uscito da 'The Fours' una persona migliore. È tristissimo. Proverò a fare qualcosa per salvare questo posto, ma la situazione per i ristoranti è davvero dura. Se non ci sarà nulla da fare, grazie ancora a tutti per i bellissimi ricordi che ci avete lasciato. Siete come membri della mia (Zarren) e della nostra (Celtics) famiglia: ci mancherete tantissimo! MZ”

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