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NBA, Jimmy Butler carica gara-2: "Se mi marca Antetokounmpo per noi va bene uguale"

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©Getty

La stella dei Miami Heat, reduce dai 40 punti in gara-1 nella vittoria contro Milwaukee, non si è detto sorpreso per la decisione dei Bucks di non mettergli davanti Giannis Antetokounmpo: “È uno dei migliori difensori in aiuto della NBA e lo è da tutto l’anno. Ma anche se mi marca lui, vuol dire che un altro dei miei compagni può fare ancora meglio di me” ha detto a The Athletic alla vigilia di gara-2

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C’è solamente una squadra che in regular season è riuscita a battere i Milwaukee Bucks per due volte: i Miami Heat. E che la squadra allenata da coach Spoelstra stia diventando una “bestia nera” per la franchigia col miglior record della stagione lo testimonia anche l’andamento di gara-1, con gli Heat che sono subito riusciti a portarsi in vantaggio nella serie mettendo in crisi i più quotati avversari. Il protagonista assoluto è stato Jimmy Butler, che ha fatto quello che ha voluto contro la miglior difesa della NBA chiudendo col suo massimo in carriera ai playoff da 40 punti. Un exploit che ha portato molti, specialmente sui social, a criticare coach Budenholzer per la decisione di non mettergli in marcatura il difensore dell’anno in carica, Giannis Antetokounmpo. E se a precisa domanda il greco ha rispedito al mittente le critiche (“Perché me lo chiedete? Io faccio quello che mi viene chiesto dall’allenatore”), Jimmy Butler ha un’idea ben precisa su quello che potrebbe succedere nelle prossime gare.

“Sorpreso della decisione dei Bucks? Uhm, no” ha detto in un’intervista unplugged con The Athletic. “Per come la vedo io, Giannis è uno dei migliori difensori in aiuto che ci siano nella lega. E da tutto l’anno lo stanno utilizzando in quella maniera. Penso che non ci si possa far incastrare in quello che facciamo noi come Heat, bisogna innanzitutto concentrarsi su quello che si sa fare bene — e loro lo fanno da tutto l’anno. Perciò no, non sono sorpreso che non lo abbiano messo in marcatura su di me”. Se Butler continuerà a fare quello che vuole contro gli altri Bucks, però, è inevitabile che lo scontro diretto arrivi, specialmente in caso di cambi difensivi continui. “Se mi marcherà lui, sappiamo bene cosa dobbiamo fare per poter vincere comunque. Il motivo è semplice: io non posso essere lasciato solo, perciò avere Giannis su di me lo toglie dalla possibilità di arrivare in aiuto. In un modo o nell’altro, a noi va bene comunque: abbiamo più di un giocatore che può fare quello che ho fatto io l’altra sera, perciò vedremo”.

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In un’intervista in cui ha spaziato tra mille argomenti, dalle sue ormai famose tazze di caffè da 20 dollari (ma ora ha la competizione di un trainer degli Heat che fa pagare la metà) all’ammirazione sconfinata tanto per gli Heat che per i suoi compagni (“Non li scambierei per nessuno al mondo, Bam Adebayo e Tyler Herro possono essere molto più forti di me”), Butler è convinto di poter arrivare fino in fondo. “Siamo sempre nella stessa posizione di prima, non abbiamo fatto niente se non vincere una partita. È quello che ci si aspetta da noi. Quello che vorremo fare è vincerle tutte e quattro. Magari non succederà — o meglio, gli altri pensano che non possa succedere, ma noi siamo qui per vincere. Lavoriamo troppo duramente per non provarci. Studiamo i filmati come se non ci fosse un domani. Per me, siamo costruiti per farcela. E possiamo farcela”.

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