
NBA, Rockets fantasmi: Anthony Davis guida i Lakers al 3-1 nella serie
I texani partono "molli" e quando si scrollano di dosso una strana apatia è troppo tardi: non serve neppure il 18-2 di parziale confezionato nel quarto quarto, L.A. ormai è in controllo, con Anthony Davis protagonista assoluto, LeBron James e Rajon Rondo a un passo dalla tripla doppia e un grande Alex Caruso

HOUSTON ROCKETS-LOS ANGELES LAKERS 100-110 (1-3) | Il gioco dei Rockets dello “small ball” è costruito attorno al tiro da tre punti e alle caratteristiche di James Harden. Ma quando Houston tira “solo” 33 volte da tre punti (peraltro bene, con oltre il 42%) e il suo leader chiude con 2/11 al tiro, le pecche di un quintetto piccolo vengono evidenziate (52-26 il conto a rimbalzo a favore dei Lakers, che doppiano i Rockets) e agli uomini di D’Antoni non serve neppure il parziale di 18-2 nel quarto quarto per infastidire i Lakers, che ora controllano la serie sul 3-1
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Il protagonista in casa Lakers è Anthony Davis, che tortura per tutta sera la difesa di Houston: il n°3 gialloviola tira bene dal campo (10/18), è perfetto dalla lunetta (9/9) e domina sotto i tabelloni (12 rimbalzi), in una gara che lo vede chiudere come il miglior marcatore a quota 29, con anche 5 assist
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LeBron James ha invece il miglior plus/minus della serata (+15): solo 16 punti per lui alla sirena finale (con 7/17 al tiro e neppure una tripla a segno su 5 tentativi) ma porta in dote 15 rimbalzi e 9 assist per sfiorare la tripla doppia. Dopo la gara mette l’accento più sulle mancanze che sui meriti dei suoi: “Dobbiamo chiudere prima queste gare”.
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Rajon Rondo indossa ancora una volta i panni di “Playoff Rondo” e — come il suo leader LeBron James — va vicinissimo a una tripla doppia: l’ex Celtics chiude con 11 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, prendendosi solo 8 tiri in tutta la gara ma dominandola a piacimento. Per lui 29 minuti uscendo dalla panchina, tassello sempre più importante per i Lakers

Statisticamente il migliore per Houston è Russell Westbrook, autore di 25 punti con 8/16 al tiro: anche nel suo caso, però, 10 dei 25 punti arrivano nell’ultimo quarto, durante il break dei Rockets ma a gara praticamente già decisa. Come per 4/5 del quintetto di coach D’Antoni, è negativo il suo plus/minus (-10). “Non so spiegarmi perché non abbiamo giocato con un maggior senso di urgenza”, dice a fine gara.

"Come mai siete usciti così piatti dagli spogliatoi?". "Bella domanda". James Harden replica così, senza risposte, a una gara che ha visto lui e i suoi Rockets senza anima: 2/11 al tiro per lui (con solo 1/6 dalla lunga distanza), anche se non è mancata la consueta massiccia dose di viaggi in lunetta (16/20) che alla fine hanno prodotto una gara da 21 punti e 10 assist. Ma Harden non è stato Harden, e i Rockets non possono permetterselo

Le cifre di due titolari chiave di coach D'Antoni come PJ Tucker (neppure un punto segnato, 0/4 al tiro) e Robert Covington (3 punti con solo 1/2 al tiro) fotografano al meglio la serata apatica in casa Rockets (ancora senza Danuel House): dal 1997 nessuna squadra ai playoff ha mai avuto zero punti in contropiede e zero punti da seconde opportunità per i primi tre quarti di gioco, come invece accaduto a Houston, che con il -26 di gara-4 manda a libri il peggior differenziale a rimbalzo di tutti i playoff NBA 2020