
NBA, i giocatori che simulano di più in difesa secondo JJ Redick
Il veterano dei New Orleans Pelicans, da oltre un decennio impegnato a correre sui blocchi contro ogni tipo di difesa, ha imparato bene a conoscere i suoi avversari diretti - tra i quali, non così di rado, si nascondono quelli in grado di condizionare e “far vedere” un contatto anche quando non c’è. Questi i nomi di alcuni dei simulatori indicati da Redick: non tutti però sono in "malafede"...

“The Old Man & the Three”, il podcast di JJ Redick, è uno dei più ascoltati e interessanti tra quelli prodotti dai giocatori NBA (anche Nicolò Melli ha preso spunto da lui nel suo periodo di permanenza all’interno della bolla). Il giocatore dei Pelicans non lesina mai giudizi e opinioni, come quando nell’ultima puntata, parlando con Duncan Robinson, ha fatto i nomi dei simulatori più fastidiosi della NBA dal suo punto di vista

MARCUS SMART | “Tra quelli che vengono in mente anche agli appassionati meno attenti c’è sicuramente Marcus Smart”, sottolinea JJ Redick, indicando il giocatore dei Celtics come uno dei più fastidiosi quando si tratta di sottolineare un contatto o far vedere agli arbitri qualcosa che in realtà non c’è. Non solo il capitano di Boston, anche un altro raccogliere la convinta indicazione da parte del giocatore dei Pelicans

PATRICK BEVERLEY | “Beh, come non aggiungere anche Beverley”: un altro di quei nomi su cui tutta la NBA non può che essere d’accordo, un giocatore fastidio non solo negli atteggiamenti, ma anche nel modo di entrare nella testa degli avversari. Anche nel suo caso il riconoscimento non può che essere unanime. C’è poi chi invece ha fatto dell’arte del flopping una caratteristica positiva della propria difesa…

KYLE LOWRY | “So bene che anche un giocatore Kyle Lowry va sempre tenuto in conto quando si parla di flopping. Ma nel suo caso non è solo questione di simulazione, è davvero l’arte del mettere in mostra i contatti”. Nel caso del giocatore dei Raptors quindi, Redick ne fa una questione di qualità da aggiungere al proprio bagaglio tattico e non solo di frode nei confronti degli avversari

JAMES HARDEN | L’opinione su Harden, simile a quella di Lowry, è la più affascinante: “Nel suo caso ci sono tante chiamate corrette, quante simulazioni che non avrebbero meritato la sanzione. Quando riguardi alcune giocate in sala video dopo la partita ti rendi conto e dici: “Cavolo, davvero non era fallo…”. Lì per lì invece, il Barba fa credere a tutti - avversari compresi - che il contatto ci fosse eccome