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Finals NBA: Lakers troppo forti, Miami travolta in gara-1

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©Getty

Tutto facile per la squadra di Los Angeles nella sfida d’esordio delle finali NBA: Miami dura meno di 10 minuti, poi ci pensano LeBron James, Anthony Davis e i canestri dall’arco a spazzare via dal campo gli Heat – martoriati dagli infortuni e costretti a rinunciare nella ripresa a Goran Dragic e Bam Adebayo

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Los Angeles Lakers-Miami Heat 116-98

Dura soltanto due quarti gara-1 delle Finals NBA, giusto il tempo per i Lakers di prendere le misure agli Heat che partono forte, si portano sul +13 in soli otto minuti (23-10 il punteggio in favore di Miami) e poi vengono letteralmente spazzati via dal campo dall’esperienza della squadra di Los Angeles che colpisce a ripetizione dall’arco e si affida sotto canestro a un gigantesco Anthony Davis. I Lakers segnano 11 triple su 17 tentativi prima dell’intervallo lungo, conquistando così 17 lunghezze di margine diventate poi anche 30 nella ripresa, quando sul parquet non torna Goran Dragic – uscito a seguito di un colpo lieve al piede sinistro da parte di Rajon Rondo – e con Bam Adebayo che rientra presto negli spogliatoi a causa di un problema alla spalla (e anche al polso già dolorante). Resta sul parquet a lottare il solo Jimmy Butler, ma la partita perde totalmente di senso e intensità negli ultimi 20 minuti, quando le percentuali al tiro dei gialloviola si sporcano e rendono il parziale meno pesante per Miami – che non torna però mai realmente in corsa per la vittoria. Alla sirena finale sono 34 punti, 9 rimbalzi e 5 assist per Anthony Davis, a cui si aggiungono i 25 punti, 13 rimbalzi e 9 assist di LeBron James (che cerca fino all’ultimo invano la tripla doppia). Dall’altra parte il miglior realizzatore è Jimmy Butler con i suoi 23 punti, 18 in uscita dalla panchina per Kendrick Nunn – arrivati tutti quando la gara era ormai ampiamente finita.

Il racconto del primo tempo del match

Un primo quarto iniziato tutto all’insegna dei Miami Heat, scatenati in difesa e capaci in meno di otto minuti di volare sul +13: un 23-10 che non ha però abbattuto i Lakers che hanno deciso di togliere Dwight Howard dal parquet e abbassando il quintetto sono riusciti a trovare la formula giusta per travolgere la squadra della Florida nei restanti 16 minuti di primo tempo. Un parziale di 53-23 difficile da digerire per Miami, che incassano un 11/17 dalla lunga distanza che spalanca le porte a Anthony Davis nei pressi del ferro. Il risultato è impietoso per gli Heat, che restano dietro di 17 all’intervallo lungo e che patiscono soprattutto l’incapacità di trovare il fondo della retina. Dopo aver segnato 25 punti nei primi 14 possessi, i ragazzi di coach Spoelstra ne mettono solo 23 nei successivi 37. Troppo pochi per impensierire la squadra di Los Angeles che arriva comodamente in vantaggio all’intervallo lungo, sfruttando il positivo impatto dalla panchina dei vari Rajon Rondo, Alex Caruso e Kyle Kuzma.

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Il racconto del secondo tempo del match

La ripresa si apre con un sospiro di sollievo per Miami che ritrovano Jimmy Butler sul parquet, nonostante la brutta storta alla caviglia subita sul finire del secondo quarto. Le cose però si complicano non poco per gli Heat nel giro di pochi minuti: Goran Dragic infatti non è in grado di riprendere il match a causa di un problema al piede sinistro che preoccupa non poco lo staff medico della squadra della Florida. A fargli compagnia negli spogliatoi arriva poco dopo anche Bam Adebayo a causa di uno stiramento alla spalla sinistra, la notizia peggiore per Miami che nel frattempo sprofonda anche sul -30. A quel punto coach Spoelstra è costretto ad “aprire le gabbie” e a far uscire dalla panchina giocatori che difficilmente avrebbero visto il campo in un’altra situazione di punteggio. I Lakers però a quel punto, forti del vantaggio, sporcano le percentuali e coach Vogel è costretto a tenere a lungo sul parquet sia LeBron James che Anthony Davis. Non un grosso problema per i due All-Star che chiudono la pratica nel finale e conducono i Lakers al successo per 116-98.

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