
Soltanto Shaquille O'Neal nel 2000 e George Mikan nel lontano 1949 hanno fatto meglio all'esordio in finale NBA dell'ala n°3 dei gialloviola, autore di 34 punti. Se Davis sfiora la doppia doppia con anche 9 rimbalzi, LeBron James si ferma a un assist dalla tripla doppia nel successo 116-98 dei Lakers. A Miami, invece, fanno notizia soltanto una serie incredibile e sfortunatissima di infortuni che colpiscono Goran Dragic, Bam Adebayo e Jimmy Butler

ANTHONY DAVIS | Al debutto in una finale NBA “AD” manda a referto la terza miglior prestazione di sempre per un esordiente, dopo i 43 del 2000 firmati da Shaquille O’Neal e i 42 del 1949 di George Mikan. L’ex Pelicans si ferma a quota 34, sfiorando la doppia doppia (9 i suoi rimbalzi), con 11/21 al tiro e un perfetto 10/10 dalla lunetta. Una gara che il n°3 gialloviola domina già dal primo tempo, chiuso con 7/11 dal campo 18 punti

LEBRON JAMES | Partita perfetta per il n°23 gialloviola, perché nell’ottica di una serie lunga non spreca troppe energie pur rendendosi protagonista della solita partita completa, a 360 gradi. Resta in campo (un po’ a sorpresa) anche nel quarto quarto, a vittoria già ipotecata, ma questo gli permette di arrotondare le cifre e fermarsi a un solo assist dalla tripla doppia: 25, con 13 rimbalzi e 9 assist in 36 minuti con più del 50% dal campo

KENTAVIOUS CALDWELL-POPE | Perché sottolineare la prestazione di un giocatore che chiude con solo 3/9 dal campo? Innanzitutto perché con 13 punti il n°1 dei gialloviola è comunque il terzo marcatore di squadra. E poi perché nell’unico vero momento di difficoltà dei Lakers – ancora sotto 25-12 – il prodotto di Kentucky mette due triple in fila che ricuciono lo strappo e danno il là alla rimonta (e poi al facile sorpasso) dei suoi

ALEX CARUSO | Un altro che ha disputato la sua prima gara in finale NBA come se fosse abituato da sempre a certi palcoscenici è il solito Alex Caruso, le cui prestazioni ormai non dovrebbero più stupire: solido e concreto, come sempre, capace di segnare 10 punti in neppure 22 minuti con 4/6 al tiro e un ottimo +12 di plus/minus. Si muove bene in campo, è deciso, non esita: il modo migliore per continuare a guadagnarsi la fiducia di LeBron James e Anthony Davis anche su questi palcoscenici

JIMMY BUTLER | La superstar degli Heat è protagonista di un primo tempo eccellente (16 punti con 7/10 al tiro) ma proprio nei secondi finali del secondo quarto fa spaventare tutti quando mette giù male la caviglia sinistra in una penetrazione contro Anthony Davis. Fortunatamente è in camp anche nel secondo tempo, quando però la partita è già scappata: Butler chiude con 23 punti e solo 13 tiri, 2/4 da tre e 5/5 ai liberi e al suono della sirena – passato lo spavento – preoccupano di più le condizioni di alcuni suoi compagni che quelle di Jimmy “Bucket”
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BAM ADEBAYO | Il giocatore rivelazione degli Heat 2019-20 non avrebbe certo voluto iniziare così la sua serie di finale NBA, con una prestazione da solo 2/8 al tiro (per 8 punti complessivi e 4 rimbalzi). Ma quello che avrebbe voluto soprattutto evitare è il riacutizzarsi del problema alla spalla sinistra che già lo aveva condizionato in gara-4 della finale di conference contro Boston. I raggi X sostenuti in spogliatoio hanno fortunatamente dato esito negativo ma il suo esordio in finale NBA è durato meno di tre quarti
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GORAN DRAGIC | Lo sloveno fa notizia non per le sue cifre (6 punti con 3/8 al tiro) ma perché resta in campo neppure 15 minuti prima di dover lasciare il campo: l’infortunio non è di tipo traumatico, e per questo rischia di essere ancora più pericoloso. Le prime voci parlano di un problema di fascite plantare al piede sinistro, anche perché i raggi X sostenuti in spogliatoio hanno dato esito negativo: la sua gara-1 finisce in fretta e ora il suo status per il resto della serie è tutto da stabilire
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KENDRICK NUNN | In una serata maledetta dal punto di vista del bollettino medico, l’emergenza infortuni costringe coach Spoelstra a mettere in campo più minuti del previsto giocatori a lungo fuori dalle rotazioni dei playoff. Il più bravo ad approfittarne il rookie Kendrick Nunn, che torna a esprimersi ai livelli fatti vedere a lungo in stagione regolare: per lui 18 punti e 5 rimbalzi in nemmeno 20 minuti di campo, con 8/11 al tiro. Ha risposto presente appena chiamato in causa: e questo potrebbe spalancargli le porte di una finale NBA che sembrava a lui preclusa