L'attore di "Alta fedeltà" era in prima fila allo Staples Center per godersi l'ultima sfida diretta della loro carriera tra Michael Jordan (al tempo già agli Wizards) e Kobe Bryant (ancora con il n°8 sulla maglia). Era il 28 marzo 2003. Ecco come andò veramente e cosa si dissero le due leggende NBA
Quando Michael Jordan torna in campo con la maglia degli Washington Wizards — è il 2001 — John Cusack è reduce da due ruoli che hanno in un certo senso definito la sua carriera cinematografica: ha preso parte a Essere John Malkovich nel 1999 e poi è stato l’indimenticabile proprietario del negozio di dischi in Alta fedeltà. Nativo di Chicago, Cusack è sempre stato un grande amante delle squadre della sua città — i Cubs e i Bears su tutte — e le imprese dei Bulls di Jordan le conosce bene. Per questo il 28 marzo 2003 è in prima fila allo Staples Center di Los Angeles per vedere l’ultima apparizione losangelina di Michael Jordan da giocatore. Dall’altra parte — ancora con il n°8 dei suoi inizi di carriera — un certo Kobe Bryant, che finì quella gara con 55 punti a referto, determinato a lasciare una grande impressione davanti al suo idolo di infanzia. I due a un certo punto si ritrovarono uno di fronte all’altro, con i Lakers in attacco, la palla nelle mani di Kobe e Jordan a difendere su di lui. Primo passo deciso di Bryant, rapido scivolamento difensivo di MJ e sfondamento subìto da parte del n°23 degli Wizards, con Jordan a terra proprio davanti agli occhi di John Cusack [che si vede nella foto sorridente, con una bibita in mano, ndr]. Proprio Cusack recentemente è tornato su quell’iconico momento — l’ultima sfida sul campo tra maestro e allievo — non solo dimostrando di ricordarsi bene quanto successo, ma rivelando anche le parole scambiate tra i due in quell’occasione, ascoltate grazie alla vicinanza all’azione.
Il racconto di ciò che successe nelle parole di John Cusack
“Kobe ha ricevuto palla, ha chiesto a tutti di spostarsi, voleva l’isolamento: il pubblico ha capito subito che sarebbe stato Kobe vs. Michael. Kobe inizia la penetrazione ma Michael gli si para di fronte, proprio davanti a dov’ero io, e prende lo sfondamento. Kobe è lì, sopra di lui che è finita a terra, Michael lo guarda e gli fa: ‘Tutto il mondo sapeva che non avresti mai passato quel pallone’. Kobe ha iniziato a ridere, e così ha fatto anche Michael”. Che perse battaglia (55 Kobe, 23 lui) e guerra (108-94) ma che si prese una bella soddisfazione.