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Mercato NBA, perché l'approdo di Derrick Rose ai Lakers ora può aver (più) senso

NBA
©Getty

L'ex MVP in maglia Bulls e i Lakers erano già stati vicini a febbraio, ma l'idea di trade proposta da Rob Pelinka fu considerata insufficiente da Detroit. Oggi entrambi le franchigie potrebbero essere però più inclini a rendere realtà l'approdo di Rose in gialloviola

Derrick Rose era già stato vicino ai Lakers a febbraio. Rob Pelinka, il GM gialloviola, l’offerta ai Pistons l’aveva fatta pervenire: Alex Caruso più scelte al Draft per l’ex MVP NBA. Troppo poco, la risposta ottenuta da Detroit — e così tutto si era risolto con un nulla di fatto (e i Lakers convinti di potersi comunque rinforzare anche dopo la scadenza per le trade utilizzando il mercato dei buyout). “L’interessa c’era già al tempo — racconta oggi un general manager NBA, che resta anonimo — ma non era così serio: i Lakers forse avrebbero insistito per arrivare a Rose se i Clippers o i Nuggets avessero fatto qualche grossa trade. Oggi invece l’ipotesi di una trade ha molto più senso, per entrambe le parti”. I Lakers infatti temono di poter perdere Rajon Rondo — free agent rifiutando la sua player option da neppure 2.7 milioni di dollari, e interessato a scoprire il suo valore di mercato in rialzo dopo le finali; Rose ha solo un altro anno di contratto ai Pistons, per meno di 7.7 milioni di dollari.

A spingere per portare a Los Angeles l’ex giocatore dei Bulls, anche un suo concittadino come Anthony Davis, che essendo nato come Rose ha Chicago ha da sempre un ottimo rapporto con l’ex MVP più giovane della storia della lega. Le cifre di Rose ai Pistons sono di tutto rispetto, oltre i 18 a sera con 5.6 assist e il 49.0% dal campo: potrebbe essere lui la terza opzione offensiva dietro LeBron e Davis, portando allo stesso tempo esperienza e leadership ad alti livelli nello spogliatoio dei Lakers.

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