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NBA 2020-21, accordo (quasi) trovato: il via il 22 dicembre, stagione da 72 partite

NBA
©Getty

L'associazione giocatori starebbe per accettare (forse già stanotte) la proposta dei proprietari, compresa quella di destinare per i prossimi due anni una percentuale quasi doppia di quella già attualmente prevista dei salari dei primi a un fondo da redistribuire tra i secondi, per compensarli delle perdite subite. Fino a un miliardo di dollari però il vantaggio di una palla a due pre-natalizia

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Se giovedì 5 novembre non sarà la data in cui gli Stati Uniti eleggono un nuovo presidente, potrebbe però essere quella in cui la NBA decide il via della prossima stagione. Tre i punti della proposta che i giocatori sembrano aver accettato: partenza il 22 dicembre (con training camp aperti a partire dal 1 dicembre), stagione regolare con 72 gare e una percentuale ("escrow") si dice attorno al 18% dei loro stipendi da destinare per i prossimi due anni a un fondo che a fine anno verrebbe ridistribuito tra i proprietari per permetter loro di attenuare le perdite sostenute in questi mesi, e in quelli futuri per via della pandemia. Attualmente la percentuale degli stipendi dei giocatori destinata a tale fondo — già prevista dal contratto collettivo — è del 10%: se a fine anno il monte salari totale dei giocatori non raggiunge la percentuale (51%) del totale del business generato, quella somma viene redistribuita tra i giocatori stessi, ma ovviamente — con le perdite sostenute dalle squadre e dai proprietari per la chiusura delle arene e lo stop del campionato — il 18% accantonato verrà detratto dagli stipendi dei giocatori per essere attribuito ai proprietari, largamente sotto la percentuale del 49% dei ricavi totali che spetterebbe loro. Si tratterebbe di una cifra complessiva stimata attorno agli 800 milioni di dollari (in una forbice tra 720 e 800, per l'esattezza), con alcune delle superstar NBA che vedrebbero i loro guadagni anni subire un drastico taglio. Qualche esempio? Steph Curry vedrebbe "sparire" quasi 7 milioni e mezzo dal proprio stipendio 2020-21 (dai 43 milioni di dollari previsti a 35.3); perdita simile per LeBron James (-7, da 39.2 a 32.2); -6.2 il saldo negativo di un giocatore come Kawhi Leonard (da 34.4 a 28.2). 

Un accordo — quello che secondo le indiscrezioni verrebbe già ratificato nella tarda serata/notte di giovedì italiana, al massimo venerdì — che va colpire le tasche dei giocatori (spalmando le “perdite” sui loro salari in più anni, per diminuirne l’impatto negativo), ma l’associazione giocatori avrebbe scelto di accettare la situazione conscia che una ripartenza a fine dicembre possa permettere alla lega di far entrare nelle proprie casse (e di conseguenza anche in quelle dei giocatori) tra mezzo miliardo e un miliardo di dollari.

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