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NBA, Steph Curry: "Ho pianto dopo l’infortunio di Klay Thompson"

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©Getty

Il due volte MVP ha raccontato la sua reazione dopo il secondo grave infortunio subito da Klay Thompson: "Non puoi fare altro che sentirti male dopo una notizia del genere, ma bisogna guardare avanti. È la miglior guardia tiratrice della NBA, ha ancora tanto tempo nella sua carriera"

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L’ultima volta che Steph Curry e Klay Thompson sono scesi in campo insieme è stato nel giugno del 2019, in gara-6 delle Finals tra i Golden State Warriors e i Toronto Raptors. È già passato un anno e mezzo da quel giorno, e almeno un altro anno potrebbe passare prima che i due Splash Brothers possano tornare a giocare insieme, accendendo i tifosi degli Warriors come hanno fatto nell’ultimo decennio. La rottura del tendine d’Achille di Thompson è l’ultima mazzata su una squadra che ha avuto tantissima sfortuna nell'ultimo anno e mezzo, ma soprattutto un colpo durissimo per Curry — che perde il suo compagno di squadra più forte a poche settimane dall’inizio di una stagione che doveva vedere Golden State tornare a competere per il titolo

“Non puoi fare altro che sentirti male per un ragazzo che ha lavorato così duramente per tornare in campo” ha detto Curry a The Undefeated, ammettendo di aver avuto le lacrime agli occhi quando ha saputo la notizia. “Ricevere quella chiamata è stato un pugno nello stomaco. Ci sono state molte lacrime. Non sai davvero cosa dire a un ragazzo che ha dovuto affrontare due infortuni del genere. Ma bisogna cercare di guardare al grande schema delle cose. È più facile a dirsi che a farsi, specie dopo una riabilitazione lunga come quella che ha già dovuto affrontare lui, ma ha ancora tanto tempo davanti nella sua carriera. Siamo tutti insieme a lui, e speriamo che sia intorno alla squadra durante questo periodo rimanendo vicino a noi. Affronteremo tutto questo insieme: è la miglior guardia tiratrice di tutta la NBA”.

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Nonostante un colpo duro come l’infortunio di un All-Star, Curry è però motivato a fare bene in questa stagione, smentendo chi pensa che il ciclo di Golden State sia finito: “Ovviamente sarà dura, anche perché sono sette mesi che aspettiamo di tornare in campo. Ma abbiamo fatto un buon lavoro prendendo James Wiseman al Draft e i free agent per costruire un roster molto solido. Dovremo imparare in fretta, ma possiamo competere contro chiunque. Sentiamo cosa si dice in giro: ‘È la fine per loro, quest’anno è buttato, cosa faranno in futuro?’. Ma il momento è adesso. È quasi rinvigorente essere quelli che inseguono. Sappiamo che i Lakers sono i campioni in carica e dobbiamo batterli. Siamo pronti a farlo”.