L'investigazione condotta dalla NBA sul mancato passaggio del giocatore serbo dei Sacramento Kings ai Milwaukee Bucks (e poi finito invece agli Atlanta Hawks) ha effettivamente sancito come colpevole la franchigia del Wisconsin, rea di essersi mossa troppo presto - quando ancora era vietato - nel tentativo di convincere il giocatore e il suo agente
“Condotta detrimente — ovvero che arreca danno — nei confronti della lega”. La motivazione ufficiale è questa: discutere, e intavolare una trattativa, con un giocatore (o il suo agente) di un’altra squadra prima dei termini concessi è da sempre vietato nella NBA. Per questo la lega ha scelto di punire i Milwaukee Bucks per aver contattato l’agente di Bogdan Bogdanovic, infliggendo alla franchigia del Wisconsin la perdita del diritto alla propria scelta al secondo giro al Draft 2022 (quindi non il prossimo, ma quello successivo). A un certo punto, durante questa offseason, il colpo di mercato clamoroso di Jon Horst sembrava cosa fatta: ai Sacramento Kings apparivano destinati Donte DiVincenzo, Ersan Ilyasova e DJ Wilson per poter mettere le mani sul tiratore serbo Bogdan Bogdanovic (e sul secondo anno Justin James), che ai Bucks avrebbe completato un poker di giocatori di ottimo livello con Giannis Antetokounmpo, Khris Middleton e Jrue Holiday.
Poi il nulla di fatto — con il giocatore finito poi agli Atlanta Hawks — ma la lega da subito ha voluto veder chiaro negli approcci (vietati) dei Bucks per arrivare a Bogdanovic prima di tutti. E ora è arrivata la punizione, tutto sommata leggera, perché — si legge — è risultata mancante “l’evidenza del raggiungimento di un accordo (peraltro vietato) sui termini dell’affare”, oltre al fatto che “la squadra alla fine non ha messo sotto contratto Bogdanovic”.