
NBA, scelte al Draft, scambi, free agency: come sono stati costruiti i roster al via
Ci sono tre modi per costruire una squadra NBA, è il pensiero generale: 1) attraverso le scelte al Draft; 2) con gli scambi di mercato o 3) con le firme dei free agent (e quasi sempre la costruzione è un mix di queste tre modalità). Il giornalista di ESPN Bobby Marks ha costruito il podio NBA in ognuna di queste tre categorie mettendo in ordine le squadre migliori (e segnalando anche la peggiore). Per un’interessante analisi della costruzione dei roster della lega
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DRAFT | Sì sa che le grandi scelte spesso cambiano i destini di una squadra: è successo in anni recenti agli Spurs (con Tim Duncan) o ai Cavs (con LeBron James). Ma a parte il can’t miss prospect — ovvero i predestinati — spesso sono le scelte in Lottery o anche sul finire del primo giro a determinare i successi futuri di una squadra, e la capacità di questa di accumulare talento giovane in anni consecutivi

30. (ultimi) HOUSTON ROCKETS | Morey prima, Stone ora amano il periodo della free agency e la possibilità di esplorare scambi da molti ritenuti impossibili. Per questo non si sono mai fatti scrupoli a inserire varie scelte (passate o future) all’interno delle trattative, dispensando asset futuri per arrivare ai loro obiettivi di mercato. Nel roster 2020-21 solo i rookie di quest’anno [nella foto Kenyon Martin Jr.) provengono dal Draft

3. GOLDEN STATE WARRIORS | Hanno scelto (e con la n°7) la loro superstar assoluta, Steph Curry, un due volte MVP NBA; hanno scelto Klay Thompson (alla 11); hanno scelto Draymond Green (addirittura alla 35, al secondo giro). Il nucleo storico di tre titoli NBA e cinque finali viene tutto dal Draft, come anche la speranza per il futuro: James Wiseman

2. CHARLOTTE HORNETS | Un terzetto di giovani speranze giustifica la posizione degli Hornets, i cui destini sono legati all’affermazione definitiva di due talenti come PJ Washington (12^ scelta assoluta) e Malik Monk (11^) e allo sviluppo di LaMelo Ball, su cui Mitch Kupchak ha investito la scelta n°3 all’ultimo Draft

1. BOSTON CELTICS | Jayson Tatum e Jaylen Brown, certo, l’ossatura dei Celtics di oggi e di domani. Ma non solo. Anche Marcus Smart è stato una scelta di Danny Ainge (6° assoluto al Draft 2014) e poi Semi Ojeleye, Grant Williams, Robert Williams, Romeo Langford e altri ancora. Insomma, Boston al Draft ha pescato tanto e bene

SCAMBI | Organizzare una trade NBA è un’arte: occorre far combaciare i contratti, innanzitutto, e poi tenere da conto mille variabili diverse — clausole, eccezioni salariali, opzioni, etc.. Sono i movimenti di mercato che fanno più discutere, si rinuncia a qualcuno per arrivare a qualcun altro, nella speranza (sempre) di essere più forti a trade conclusa rispetto a prima

30. (ultimi) BOSTON CELTICS | Kemba Walker è l’unico giocatore importante del roster di Boston arrivato via trade (con Charlotte, in cambio principalmente di Terry Rozier). A parte tutti i giocatori scelti direttamente al Draft, Daniel Theis e Jeff Teague hanno firmato da free agent

3. PHILADELPHIA 76ERS | Se la coppia principe di Philadelphia arriva dal Draft (Embiid prima, Simmons poi), da uno scambio — provenienza: i Clippers — è arrivato Tobias Harris nel febbraio 2019, ma anche Danny Green (dai Lakers passando per OKC), Seth Curry (sacrificato Josh Richardson, spedito a Dallas), Shake Milton (scelto sempre da Dallas, nel 2018, ma poi subito inserito in una trade) e un anno più tardi Mathisse Thybulle (scambiato con Boston)

2. MINNESOTA TIMBERWOLVES | La squadra che ha scelto per prima all’ultimo Draft (Anthony Edwards) e a quello 2015 (Karl-Anthony Towns) ha però fatto ricorso alle trade per assicurarsi D’Angelo Russell e Ricky Rubio, gli altri due big del roster 2020-21 dei T’Wolves. Sempre da una trade (a quattro) a febbraio era arrivato Malik Beasley, poi ricompensato da un ricco contratto in offseason

1. OKLAHOMA CITY THUNDER | In attesa di costruire la squadra di domani sulle scelte (i Thunder ne hanno tantissime nei prossimi Draft), il roster attuale è frutto degli scambi imbastiti in passato da Sam Presti: Shai Gilgeous-Alexander dai Clippers, Al Horford (e la scelta poi diventata Theo Maledon) da Philadelphia e George Hill da Milwaukee. Ovvero i tre nomi (oggi) di punta di una squadra che guarda con decisione al futuro

FREE AGENCY | Di solito ad attirare i free agent più ambiti sono i mercati più importanti o le squadre più forti. Perché è il giocatore qui ad avere la palla in mano, padrone del proprio destino: due anni fa LeBron James ha scelto i Lakers (dopo aver scelto Miami nel 2010), l’anno prossimo toccherà a Kawhi Leonard. Si muovono i pezzi da 90…

30. (ultimi) MINNESOTA TIMBERWOLVES | Vien da dire: Minneapolis non è certo metropoli (fredda, invernale) o mercato che attiri troppo i grandi nomi NBA. Giusto Juan Hernangomez, arrivato via trade dai Denver Nuggets, ha scelto — anche da free agent — di restare alla corte di coach Saunders.

3. LOS ANGELES LAKERS | Detto di LeBron James, approdato a L.A. nell’estate 2018, il roster gialloviola chiamato a difendere il titolo è costruito grazie alle firme di free agent come Marc Gasol, Montrezl Harrell e Dennis Schroder. Che hanno valutato vantaggiosa l’idea di andare a giocare al fianco di LeBron&Anthony Davis

2. HOUSTON ROCKETS | James Harden e John Wall sono arrivati via trade, ma il resto del roster — Eric Gordon, firmato nel 2016, P.J. Tucker e Danuel House l’anno dopo ma anche DeMarcus Cousins in questa offseason — è composto da free agent che hanno scelto i Rockets. Che forse però aspettano una trade che potrebbe cambiare nuovamente la loro conformazione…

1. TORONTO RAPTORS | Kyle Lowry è arrivato in Canada via trade, ma ha scelto di restarci (nel 2017) da free agent, firmando un nuovo accordo triennale (poi esteso). Simile la storia di Fred VanVleet: messo sotto contratto una prima volta dai Raptors (nel 2016), due (2018) e quattro (2020) anni dopo — da free agent — ha confermato la sua scelta ed è rimasto in Canada. Una fiducia dimostrata anche da Norman Powell, altro giocatore che giunto al termine del contratto a scelto di restare a Toronto