
NBA, risultati della notte: Brooklyn perde ancora con i Cavs, Embiid da MVP contro Boston
Seconda sconfitta in tre giorni per i Nets contro i Cavs, senza Durant e nonostante i 38 punti di Irving. Sono 38 anche quelli realizzati da Embiid nel successo contro Boston (42 punti di Brown). Gallinari ne segna 10, al ritorno in campo nella vittoria contro Minnesota - 43 punti di Young e tripla doppia con le stoppate di Capela. Brogdon allo scadere batte Orlando all’OT, Doncic con 36 punti trascina Dallas al successo contro gli Spurs. Super sfida Phoenix-Denver, vincono Houston, Chicago, Toronto e L.A.

CLEVELAND CAVALIERS-BROOKLYN NETS 125-113 | Secondo successo nel giro di tre giorni per i Cleveland Cavaliers contro Brooklyn, guidati dai 25 punti e nove assist di Collin Sexton - l’incubo anche 48 ore fa della difesa Nets - e dalla doppia doppia da 19 punti e 16 rimbalzi di Andre Drummond. La squadra di casa approfitta dell’assenza di Kevin Durant - tenuto a riposo dopo i 50 minuti in campo nella gara persa all’overtime con i Cavs - e domina soprattutto sotto canestro, vincendo la battaglia a rimbalzo per 50-29
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Non bastano invece a Brooklyn i 38 punti realizzati da Kyrie Irving (alcuni spettacolari dal palleggio) a cui si aggiungono la doppia doppia da 19 e 11 assist di James Harden. Il problema dei Nets infatti è soprattutto a protezione del ferro, con Cleveland che si gode i 19 punti in uscita dalla panchina dell’ex Jarrett Allen in una doppia sfida in cui i Cavs segnano 134 punti complessivi in area - il massimo concesso dalla squadra di New York nell’arco di due gare negli ultimi 25 anni
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PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 122-110 | Ritornati in forze e soprattutto al completo (in campo si è rivisto anche Seth Curry, autore di 15 punti), i Sixers hanno ricominciato a spazzare via dal parquet ogni genere di avversario, vincendo di nuovo contro Boston e cavalcando ancora una volta uno straordinario Joel Embiid - uno dei principali candidati al titolo di MVP dopo un mese di regular season e la ragione del primo posto a Est di Philadelphia
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Boston non ha modo di contenere le giocate del centro camerunense: alla sirena finale sono 38 punti per Embiid, tirando 11/15 dal campo, 2/2 dall’arco e raccogliendo 11 rimbalzi. Il tutto senza sporcarsi troppo le mani, senza dare l’impressione di sforzo apparente e soprattutto restando sul parquet per soli 30 minuti. Impressionante
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I Celtics, costretti a fare a meno di Jayson Tatum - ancora positivo al COVID-19 - non sfruttano così al meglio la super prestazione di un Jaylen Brown sempre più All-Star: per lui sono 42 punti con 16/28 dal campo, 5/8 dalla lunga distanza, nove rimbalzi e tre assist - unico in grado di mettere in difficoltà la difesa Sixers assieme ai 20 punti di Marcus Smart e i 19 di Kemba Walker
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MINNESOTA TIMBERWOLVES-ATLANTA HAWKS 98-116 | Tutto facile per gli Hawks che dominano a Minneapolis, avanti di 19 lunghezze già alla fine del primo tempo e mai in difficoltà contro una squadra ancora priva di Karl-Anthony Towns, senza peso specifico sotto canestro e che non riesce ad andare oltre i 17 punti di Malik Beasley e i 15 di Jarrett Culver in uscita dalla panchina
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Clint Capela è bravo ad approfittare delle carenze sotto i tabelloni e in area dei padroni di casa, mettendo a referto una rara tripla doppia nonostante gli zero assist raccolti: merito delle 10 stoppate, a cui si aggiungono 13 punti (5/11 al tiro) e ben 19 rimbalzi. Il lungo svizzero diventa così il terzo giocatore della storia degli Hawks in tripla doppia con le stoppate, assieme a Dikembe Mutombo e Josh Smith
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Una partita da ricordare anche per Trae Young che ha ritrovato la mira e il fondo della retina dopo un altalenante avvio di stagione - autore di 40 punti in tre quarti in un match chiuso con 43 complessivi, raccolti grazie a un letale 8/12 dalla lunga distanza a cui aggiunge anche cinque assist e quattro rimbalzi. Il tutto in soli 31 minuti di gioco: una prestazione da All-Star
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Positivo anche il ritorno in campo di Danilo Gallinari, pienamente recupero dopo l’infortunio alla caviglia subito contro i Nets che lo ha costretto a restare fuori per tre settimane. Il numero 8 azzurro chiude con 10 punti a referto nei 15 minuti giocati in uscita dalla panchina: 3/8 dal campo, quattro rimbalzi e soprattutto una vittoria per ritrovare ritmo e condizione fisica
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SAN ANTONIO SPURS-DALLAS MAVERICKS 117-122 | Aver perso un bel po’ di partite nel finale di gara la scorsa stagione è servito a qualcosa - a imparare a evitare determinati errori, come sottolinea anche coach Carlisle: “Siamo più esperti e possiamo dimostrare di essere scaltri anche contro squadre navigate come gli Spurs”. Al resto poi pensa Luka Doncic, che con un prodezza delle sue (un canestro dall’altissimo coefficiente di difficoltà) ha scritto la parole “fine” a un match in cui gli Spurs raccolgono 29 punti da DeRozan e 26 da Aldridge
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In casa Mavericks invece impossibile non sottolineare l’ennesima prestazione da record di Doncic, che chiude il primo quarto con 19 punti, sei assist e cinque rimbalzi, in un match da 36 punti complessivi a cui manca un solo rimbalzo per dirsi in tripla doppia. Bene anche Porzingis, autore di 21 punti con 7/14 dal campo - gli stessi realizzati da Tim Hardaway Jr. in una gara vinta da grande squadra da parte di Dallas
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INDIANA PACERS-ORLANDO MAGIC 120-118 | “Amo prendermi le mie responsabilità e dei tiri pesanti, i mie compagni lo sanno e credono in me: quando ho visto che il tempo stava per scadere, l’ho lasciata semplicemente andare”. Detta così, sembra una passeggiata, ma la giocata vincente realizzata da Malcolm Brogdon all’overtime contro Orlando non lo è affatto, ciliegina sulla torta di una gara da 23 punti per lui - uno dei tre Pacers oltre quota 20 assieme ai 22 a testa di Myles Turner e Jeremy Lamb. Il modo migliore per Indiana di riprendersi il secondo posto a Est
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Una partita dura, molto combattuta e risolta soltanto da una prodezza individuale arrivata con i piedi oltre l'arco a 2.8 secondi dalla sirena. Una tripla che ha reso inutili i 26 punti realizzati da Evan Fournier e i 24 con 29 conclusioni dal campo di un impreciso Nikola Vucevic - frustrato come tutto il resto del gruppo dalla settima sconfitta nelle ultime otto gare per Orlando

PHOENIX SUNS-DENVER NUGGETS 126-130 OT | La partita più equilibrata e spettacolare per contenuti tecnici messi in mostra su entrambi i lati del campo è quella che va in scena a Phoenix, vinta soltanto all’overtime dai Nuggets al termine di un match chiuso con sei giocatori in doppia cifra e tirando con il 52% dal campo di squadra - dopo aver fallito almeno due conclusioni allo scadere del quarto periodo che avrebbero posto fine alla contesa con cinque minuti d’anticipo
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Will Barton e Jamal Murray firmano i due canestri decisivi che permettono ai Nuggets di raccogliere la quinta vittoria nelle ultime sette gare, ma il volto copertina del successo di Denver è ancora una volta Nikola Jokic - che si ferma a due assist dalla tripla doppia in un match da 31 punti con 15/27 dal campo, tre recuperi e nessun viaggio in lunetta. La squadra del Colorado ritrova anche Michael Porter Jr. (fuori per settimane causa COVID): per lui sette punti in uscita dalla panchina
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Festeggia con una sconfitta invece Devin Booker il raggiungimento di quota 8.000 punti segnati in carriera - raccolti grazie ai 31 messi a referto contro Denver; miglior realizzatore dei Suns e principale fruitore della giocate di Chris Paul, che distribuisce 15 assist - 14 dei quali nel solo primo tempo, eguagliando il record di franchigia ma non riuscendo a evitare a Phoenix il terzo ko nelle ultime quattro sfide
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L.A. CLIPPERS-OKLAHOMA CITY THUNDER 120-106 | Comoda vittoria casalinga per i Clippers che travolgono i Thunder già nel primo quarto (36-18 di parziale) e non si voltano più indietro: merito del 51% dal campo raccolto e del contributo offensivo diffuso (29 punti di Paul George, 17 con 11 rimbalzi di Serge Ibaka) che ha permesso così alla squadra di Los Angeles di mettere in fila la sesta vittoria e ritoccare a rialzo il record - 12-4, il migliore dell’intera NBA al pari dei Lakers
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A chiudere oltre quota 30 in casa Clippers invece è Kawhi Leonard, autore di 31 punti e 8 rimbalzi con 10/21 dal campo, un misero 1/7 dalla lunga distanza e un perfetto 10/10 a cronometro fermo. L’ex giocatore di Spurs e Raptors segna un punto in più di Shai Gilgeous-Alexander, che ne mette 30 con 11/20 al tiro - come al solito ultimo ad arrendersi e leader di un gruppo che continua a mettere in mostra sprazzi di ottima pallacanestro
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DETROIT PISTONS-HOUSTON ROCKETS 102-103 | Successo in volata allo scadere in trasferta per i Rockets, guidati dai 20 punti di Eric Gordon in un match che permette a Houston di interrompere una striscia di tre sconfitte in fila (nonostante l’assenza di John Wall e dell’ex di giornata Christian Wood). Merito di un ottimo primo quarto firmato dai texani, volati anche sul 43-23 a inizio seconda frazione, prima dell’inesorabile rimonta di Detroit non portata a termine
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L’azione decisiva (e anche il rammarico più grande) per i Pistons è l’errore finale di Jerami Grant, che sembra gestire al meglio gli ultimi 3.4 secondi di quarto periodo, ricevendo il pallone dalla rimessa, fintando l’handoff con Blake Griffin e penetrando poi a canestro contro PJ Tucker: l’azione va a buon fine, la palla entra, ma i punti a referto dell’ex Nuggets restano 21 (con 4/15 dal campo) perché la conclusione (e anche il fallo subito) arrivano entrambi oltre la sirena

TORONTO RAPTORS-MIAMI HEAT 101-81 | Norman Powell - titolare al posto dell’infortunato Kyle Lowry - segna 23 punti, OG Anunoby ne aggiunge 21 e con i Raptors che scappano nuovamente via nel punteggio e vincono nel secondo tempo dopo aver sprecato 21 lunghezze di vantaggio raccolte a inizio gara. Pascal Siakam ne aggiunge 15 con 14 rimbalzi, che permettono così a Toronto di raccogliere la quarta vittoria nelle ultime cinque gare
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Kendrick Nunn è il miglior realizzatore degli Heat con i suoi 22 punti in un match complicato soprattutto a livello offensivo per Miami - spesso imprecisa con i piedi oltre l’arco in una sfida da 7/31 dalla lunga distanza di squadra (22.7%). Anche senza Jimmy Butler, Avery Bradley, Tyler Herro e Meyers Leonard, la finalista NBA dello scorso ottobre non va oltre i 14 punti e 8 rimbalzi di Bam Adebayo

CHARLOTTE HORNETS-CHICAGO BULLS 110-123 | Continua l’ottimo periodo di forma dei Bulls e del loro leader Zach LaVine, sempre più continuo nella resa e nella capacità di trovare il fondo della retina: contro gli Hornets sono 25 punti, nove assist e sei rimbalzi; uno dei cinque giocatori in doppia cifra in una squadra che chiude con il 51.6% dal campo e che si riporta a ridosso della zona playoff (alle spalle dei sorprendenti New York Knicks, al momento virtualmente ottavi a Est)
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Charlotte invece non riesce a evitare la quarta sconfitta consecutiva nonostante un Gordon Hayward da 34 punti, a cui si aggiungono i 24 massimo in stagione di Devonte Graham - 22 dei quali arrivati nel primo tempo. A pesare come un macigno sono soprattutto le 20 palle perse dai padroni di casa, che portano in dote a Chicago ben 26 punti
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SACRAMENTO KINGS-NEW YORK KNICKS 103-94 | Basta tre tiri segnati ai Kings negli ultimi sei minuti di gioco (conditi con un provvidenziale 7/8 a cronometro fermo) per battere i Knicks e provare a rilanciare una stagione per certi versi già segnata: sono 22 punti di Fox e 21 per Barnes in un quintetto tutto in doppia cifra, mentre New York interrompe una striscia di tre vittorie in fila nonostante i 26 punti e 15 rimbalzi di Julius Randle
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