La superstar dei Clippers lamenta il fatto di essere andato in lunetta una sola volta in tutta la gara contro i Nets: "Eppure tutte le volte in cui ho creato e generato contatto con il difensore non si contano...", dice. Il conto totale dalla lunetta (26-17 per Brooklyn) penalizza i californiani, che con la sconfitta al Barclays Center abbandonano la vetta NBA; scavalcati da Utah
Perdere in una gara punto a punto contro i Brooklyn Nets, squadra da molti indicata come tra le contendenti al titolo, non ha sicuramente fatto piacere a Paul George, una delle due superstar dei Clippers usciti sconfitti dalla Barclays Arena 124-120. Al n°13 di L.A., però, ancora meno è piaciuto l'arbitraggio, reo di averlo mandato in lunetta una sola volta in 36 minuti di gioco (in una penetrazione a 7 minuti dalla fine). “Credo sia specchio di una mancanza di rispetto nei nostri confronti — ha detto George in conferenza stampa — e non voglio aggiungere altro”. Anche perché una gara equilibrata come quella tra Nets e Clippers spesso si decide proprio nei particolari: il trio di Brooklyn (Irving, Harden, Durant) capace di tenere il 100% dalla lunetta, 16/16; il due dei Clippers fermo a 9/10 (con l’8/9 di Leonard).
In generale, Brooklyn ha tirato 26 liberi contro i solo 17 di L.A., un dato non sfuggito a “PG13”: “Con tutte le volte che ho cercato e creato contatto con il difensore, finire in lunetta una sola volta…”, afferma sconsolato nel post-partita il giocatore di coach Lue, che proprio con una sua tripla dall’angolo aveva chiuso il 9-0 di parziale dei Clippers, capace di riportarsi a -1 nel finale. Rimonta rimasta però incompiuta, tanto da lasciare l’amaro in bocca a George (autore a fine serata di 26 punti) e a tutti i suoi compagni.