
NBA, risultati della notte: Brooklyn perde ancora senza KD, Utah supera Boston
Terza sconfitta in fila per i Nets, che senza Kevin Durant non passano neanche sul campo di Detroit trascinata da Jerami Grant (32 punti). Utah vince la 16^ partita nelle ultime 17 battendo i Boston Celtics, Philadelphia ferma il momento positivo di Sacramento. Steph Curry show nel successo di Golden State su San Antonio, New Orleans distrugge Houston, Miami rovina il debutto di Derrick Rose. Carmelo Anthony sale al 12° posto nella classifica marcatori ogni epoca

DETROIT PISTONS-BROOKLYN NETS 122-111 | Non è solamente il risultato finale a sorprendere, con i Pistons che conquistano solo la loro sesta vittoria stagionale a fronte di 18 sconfitte, ma anche il modo in cui Detroit ha inflitto la terza sconfitta in fila ai Brooklyn Nets. La squadra di coach Casey infatti non è stata in svantaggio neanche per un secondo — segnando 38 punti nella frazione iniziale, andando avanti di 20 lunghezze nel secondo quarto e controllando il match fino al +11 finale
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Il protagonista in casa Detroit è ovviamente Jerami Grant, che ha pareggiato il suo massimo in carriera segnando 32 punti (29 nei primi 3 quarti) interrompendo la striscia di quattro sconfitte in fila dei suoi. È stata una sua tripla a ricacciare indietro i Nets nel loro massimo sforzo del terzo quarto, sostenuto dai 15 del rookie Saddiq Bey che ha segnato tutti i suoi punti nel quarto finale. Detroit si conferma “ammazzagrandi”, avendo battuto anche Sixers e Lakers in stagione (seppur tutte senza una delle loro stelle)
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Rispetto alla sconfitta contro Philadelphia, Brooklyn ha ritrovato un Kyrie Irving da 27 punti e ha avuto la solita doppia doppia da 24 punti e 12 assist di James Harden, ma i problemi sono stati soprattutto difensivi — e di impegno, come sottolineato da coach Nash dopo la partita. “Questo è lo sport professionistico: l’altra squadra ha talento ed è capace, mentre noi siamo a corto di personale. Ma dobbiamo sistemare un sacco di cose, a partire dall’atteggiamento e la connessione tra di noi”. Più netto il giudizio di Irving: “Siamo mediocri in un sacco di cose”

UTAH JAZZ-BOSTON CELTICS 121-108 | Quinto successo consecutivo (e 16° nelle ultime 17 partite) per gli inarrestabili Jazz, che spazzano via anche una delle migliori squadre a Est pareggiando la miglior partenza nella storia della franchigia (20-5). Pur senza poter contare su Mike Conley per la seconda partita in fila, Utah è andata avanti di 14 nel terzo quarto e ha poi controllato la rimonta di Boston (tornata fino al -4), grazie soprattutto a uno straordinario Donovan Mitchell
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Il leader dei Jazz ha realizzato 36 punti (suo massimo stagionale) con 9 assist, dominando il terzo quarto in un parziale di 17-4 per i padroni di casa e realizzando due triple spezza gambe nel finale di partita, sostenuto dal massimo stagionale da 24 punti di Joe Ingles, i 18+12 di Rudy Gobert e i 16 con 8 rimbalzi di Bojan Bogdanovic. Utah ora attende di sfidare in casa i Milwaukee Bucks di Giannis Antetokounmpo nella notte tra venerdì e sabato (anche in diretta su Sky Sport)
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Niente da fare per i Celtics, che ritrovano un Jaylen Brown subito in palla (33 punti con un inizio da tre triple in fila per andare sul 27-19 nel primo quarto) e 23 punti da Jayson Tatum, perdendo via via sempre più ritmo in attacco nonostante un incredibile Daniel Theis (5/6 da tre punti, suo nuovo massimo in carriera). Ancora male Kemba Walker, che chiude con 2/12 dal campo con 4 rimbalzi e 7 assist in 30 minuti
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SACRAMENTO KINGS-PHILADELPHIA 76ERS 111-119 | I Sixers fermano il momento positivo dei Kings, che erano reduci da quattro successi in fila contro avversari di tutto rispetto. Dopo aver concesso ben 71 punti nel primo tempo, Philadelphia stringe le maglie della difesa concedendone solo 40 in tutto il secondo, scappando via nell’ultimo quarto con un parziale di 10-0 e portare a casa il sesto successo nelle ultime sette partite disputate
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Il leader è come sempre un Joel Embiid formato MVP (25 punti e 17 rimbalzi), ma non mancano i 22 a testa di Tobias Harris (anche 10 rimbalzi) e di Seth Curry (4/6 da tre punti), oltre al contributo a tutto tondo di Ben Simmons (14 punti, 7 rimbalzi e 9 assist con un recupero) e le doppie cifre aggiunte da Furkan Korkmaz (13) e Shake Milton (11) dalla panchina, alzando l’intensità nel momento più importante della gara

Sacramento non è riuscita a rispondere agli avversari rimanendo a secco per quasi tre minuti nel quarto periodo, sbagliando sette tiri in fila e commettendo una palla persa. Non sono bastati i 34 punti con 10 assist del giocatore della settimana De’Aaron Fox (15 solo nel primo quarto), così come i 21 di Buddy Hield e i 17 di un Marvin Bagley che ha dato a lungo battaglia a Embiid sotto canestro
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MIAMI HEAT-NEW YORK KNICKS 98-96 | Le squadre di Erik Spoelstra vogliono fare delle difesa un punto di orgoglio e contro i Knicks Miami tiene New York a 14 punti nell’ultimo quarto, finendo per andare in lunetta la bellezza di 39 volte contro le sole 16 degli avversari (13-2 il conto nell’ultimo periodo: “Strano”, fa notare coach Thibodeau). Terza vittoria in fila per Jimmy Butler (miglior marcatore a quota 26, con anche 10 assist e 8 rimbalzi) e compagni: gli Heat hanno 20 punti da Kelly Olynyk e 19 da Bam Adebayo
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New York pensa di aver preso un vantaggio decisivo — anche +10 — nel terzo quarto (vinto 27-19) ma cede alla rimonta degli Heat. Il top scorer per i blu-arancio è Elfrid Payton a quota 18 ma i riflettori sono sul secondo esordio in maglia Knicks di Derrick Rose, miglior marcatore dalla panchina con 14 punti in soli 20 minuti, 5/9 dal campo e 2/3 dall’arco. New York scende a 11 vittorie e 15 sconfitte

SAN ANTONIO SPURS-GOLDEN STATE WARRIORS 91-114 | Convincente vittoria Warriors all’ombra dell’Alamo, dove Steph Curry e compagni non vincevano da 5 partite. Non perdevano invece da tre gli Spurs, che contro Golden State però reggono un tempo (50-50) ma poi affondano male nel terzo quarto (36-20 Warriors) con Rudy Gay dalla panchina loro miglior marcatore con 17 punti e un quintetto base capace di produrre solo 43 punti (contro i 75 di quello dei californiani)
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Se dopo 2 sconfitte Golden State torna alla vittoria lo deve soprattutto a uno Steph Curry da 32 punti con 11/20 al tiro e 4/10 da tre punti, capace di meritarsi grandi parole di elogio dal suo allenatore Steve Kerr (“Non l’ho mai visto meglio, anche da un punto di vista fisico: e parliamo di un 2 volte MVP”). Buone le percentuali di squadra dall’arco (42.5%, 17/40), è Eric Paschall dalla panchina il secondo miglior realizzatore con 15 punti e 5/8 al tiro
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NEW ORLEANS PELICANS-HOUSTON ROCKETS 130-101 | Una doppia doppia da 20+17 è una prestazione che ci si potrebbe ragionevolmente aspettare da Zion Williamson, o tutt’al più da uno Steven Adams particolarmente ispirato in attacco. Invece a trascinare i Pelicans è stata una guardia come Josh Hart, in dubbio fino all’ultimo minuto per problemi alla schiena e poi straordinario contro Houston per propiziare il quarto successo in fila dei suoi. “L’ho tenuto in campo troppo, ma stava facendo un lavoro enorme” ha detto coach Van Gundy sui 40 minuti disputati dall'ex Laker
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Non sono mancati comunque i 22 di Brandon Ingram e i 20 con 7 assist di Williamson in 20 minuti per problemi di falli, a cui si aggiungono i 14+10 del redivivo Willy Hernangomez e i 15 di Lonzo Ball per scappare via in un quarto periodo da 38-20 per i padroni di casa (Melli ancora in panchina per 48 minuti). Ai Rockets non sono bastati i 25 di John Wall e i 23 di Eric Gordon, perdendo per la terza partita in fila complici i 60 punti concessi in area agli avversari. “Se non difendiamo, per noi è dura vincere” l’amara analisi di coach Silas

PORTLAND TRAIL BLAZERS-ORLANDO MAGIC 106-97 | Sesta sconfitta nelle ultime sette per gli Orlando Magic che contro Portland peraltro non vincono da 8 gare consecutive e che si scavano una fossa troppo profonda già nel primo quarto, concluso sotto di 12 punti (31-19). Già senza diversi giocatori (Fournier, Gordon, Carter-Williams), i Magic perdono anche Anthony Cole che non ritorna in campo nel secondo tempo per un infortunio alla spalla. Non basta il solito Nikola Vucevic, autore di 27 punti e 15 rimbalzi
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Se Vucevic una garanzia da una parte, Damian Lillard lo è dall’altro: il leader dei Blazers chiude ancora una volta come top scorer dell’incontro, con 36 punti figli anche di un perfetto 13/13 dalla lunetta e di un ottimo 5/10 dalla lunga distanza, da dove tutta Portland sfiora il 40% (con ben 46 tentativi). Per Lillard si tratta del 13° trentello stagionale
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A meritarsi i riflettori però è anche Carmelo Anthony, secondo miglior marcatore di serata per i Blazers con 23 punti e 5/9 dalla lunga distanza. Ed è proprio il 23° e ultimo punto mandato a segno contro i Magic quello che gli permette di superare una leggenda come Oscar Robertson nella graduatoria dei migliori marcatori all-time della NBA e prendersi il 12° posto assoluto (a quota 26.711 punti). Nel mirino ora c’è Hakeem Olajuwon, a 235 punti di distanza
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Questa la situazione in classifica delle due conference dopo i risultati della notte