NBA, risultati della notte: i Clippers fermano i Jazz, Embiid e Murray da 50 punti
Si interrompe a nove la striscia di vittorie dei Jazz, sconfitti sul campo dei Clippers al completo. Joel Embiid e Jamal Murray segnano 50 punti a testa nei successi di Philadelphia e Denver. Milwaukee torna a vincere dopo cinque ko in fila, Golden State cade a Orlando con la tripla doppia di Vucevic. Atlanta ko a Boston (Gallinari 9 punti), Phoenix rimonta 11 punti nel quarto finale a New Orleans, successi per Memphis e Toronto
L.A. CLIPPERS-UTAH JAZZ 116-112 | A differenza di due giorni fa, questa volta i Clippers possono contare sia su Kawhi Leonard che su Paul George — e la differenza si vede. I padroni di casa hanno fatto gara di testa praticamente per 48 minuti, resistendo a tutti i tentativi disperati dei Jazz che grazie a due triple in fila di Donovan Mitchell erano riusciti a riportarsi a -2 a 13 secondi dalla fine. Ma i liberi firmati da Leonard e Patrick Beverley hanno definitivamente chiuso i conti
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L’MVP delle Finals 2019 ha chiuso la sua partita con 29 punti dopo tre gare di assenza, mentre Paul George — che ci partite ne aveva saltate sette per un problema all'alluce — ne ha messi 15, uno dei cinque giocatori in doppia cifra insieme a Beverley (17), Lou Williams (19) e Marcus Morris (17). Anche senza una serata eccezionale da tre punti (10/30), i Clippers sono riusciti a sfiorare il 50% al tiro di squadra e hanno finito con 20/22 ai liberi, cruciali per tenere a bada il tentativo di rimonta dei Jazz
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Si interrompe così a nove la seconda striscia di vittorie di Utah, che in precedenza ne aveva già realizzata una da 11. Donovan Mitchell ha segnato 29 dei suoi 35 punti nel solo secondo tempo, accompagnato dai 23 di Bojan Bogdanovic, i 19 di Jordan Clarkson e i 16 del rientrante Mike Conley, rimontando 15 lunghezze di svantaggio nel terzo quarto ma senza riuscire a dare l’accelerazione finale. Utah mantiene comunque due partite di vantaggio sui Lakers e 2.5 sui Clippers per il primo posto nella Western Conference
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CLEVELAND CAVALIERS-DENVER NUGGETS 103-120 | Ci volevano i Cavaliers e le loro otto sconfitte in fila (diventate nove dopo questa notte) per permettere a Denver di ritrovare il successo in questo giro di trasferte a Est, guidati da un quintetto tutto in doppia cifra - 23 punti per Collin Sexton e 20 con 10 rimbalzi per Jarrett Allen - che ha permesso a Cleveland di restare a galla fino al quarto periodo, costringendo Jamal Murray a fare gli straordinari e a giocare la sua miglior partita in carriera in NBA
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Murray infatti chiude con 50 punti a referto in 38 minuti, tirando 21/25 dal campo, 8/10 dall’arco e aggiungendo 6 rimbalzi e un paio di assist alla sua gara. Una prestazione mai vista prima nella storia NBA: Murray è il primo di sempre a mettere a referto un cinquantello senza tentare neanche un tiro libero, è il primo a farlo tirando con almeno l’80% dal campo e dall’arco. Un apporto necessario per conquistare il successo, autore dei primi 13 punti dei Nuggets nel quarto periodo e della tripla che a 4 minuti dalla sirena chiude i conti
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Passa così in secondo piano la settima tripla doppia stagionale firmata di Nikola Jokic, che festeggia così nel migliore dei modi il suo 26° compleanno e la terza convocazione consecutiva all’All-Star Game (era da 10 anni, dai tempi di Carmelo Anthony, che un giocatore dei Nuggets non raccoglieva tre convocazioni in fila): per il centro serbo sono 16 punti, 12 rimbalzi e 10 assist. Dura invece un solo minuto la gara di JaMychal Green, infortunato alla spalla subito dopo la palla a due dopo aver soffiato il posto da titolare a Paul Millsap
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PHILADELPHIA 76ERS-CHICAGO BULLS 112-105 | È stata la prima finale della storia NBA (quando ancora né la lega, né le squadre si chiamavano in questo modo oltre 70 anni fa), è stato il palcoscenico delle sfide tra Jordan e Barkley - giusto per citare uno dei tanti testa a testa - e da oggi Philadelphia-Chicago è anche la partita in cui Joel Embiid ha fatto registrare il suo massimo in carriera, aggiungendo così un’altra prestazione sontuosa a una stagione da All-Star (e non solo quello)
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Embiid chiude con 50 punti segnati, senza che i Bulls riescano in alcun modo a opporre resistenza, a limitarne l’impatto, a contenerne la fisicità. Embiid aggiunge poi anche 17 rimbalzi, 5 assist, 4 stoppate e 2 recuperi a un boxscore che così ricco a Philadelphia lo avevano visto soltanto ai tempi di Wilt Chamberlain (per 4 volte con 50+ punti e 15+ rimbalzi). Una prestazione da ricordare, chiusa con la stoppata su LaVine e il canestro dalla media che ha messo a tappeto Chicago a 40 secondi dalla sirena
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Dall’altra parte invece non restano che da sottolineare i soliti 30 punti di Zach LaVine che la prossima settimana spera ancora in una convocazione all’All-Star Game che sarebbe più che meritata vista la continuità di resa garantita ai Bulls in questi primi due mesi. LaVine è uno dei sei giocatori in doppia cifra di Chicago, che resta in partita fino alla fine nonostante il modesto 42% dal campo di squadra e il pessimo 21% dall’arco (un 7/32 che condanna alla sconfitta i Bulls)
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MILWAUKEE BUCKS-OKLAHOMA CITY THUNDER 98-85 | C’è voluta una super prova di Giannis Antetokounmpo - ancora una volta selezionato tra i titolari a Est del prossimo All-Star Game, anche se non più capitano e scavalcato da Kevin Durant per voti tra le ali - per sbarazzarsi degli Oklahoma City Thunder e soprattutto per tornare a sorridere dopo cinque sconfitte in fila; una serie preoccupante di ko in Wisconsin non si vedeva da 5 anni. I Thunder ci mettono del loro, segnando 85 punti e non andato oltre i 17 di Dort e i 14 di Gilgeous-Alexander
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Alla sirena finale sono 29 punti per Giannis Antetokounmpo, che aggiunge anche 19 rimbalzi - massimo in stagione - e otto assist, accarezzando l’idea dell’ennesima tripla doppia e permettendo così a Khris Middleton di trovare il fondo della retina con i suoi 20 punti a cui si aggiungono gli 11 di DJ Augustin. Non una gara spettacolare insomma, anzi, ma proprio ciò che serviva ai Bucks - conquistata grazie al 18-0 di parziale che nel terzo quarto ha chiuso i conti e reso inutile l’ultimo quarto d’ora di gara
ORLANDO MAGIC-GOLDEN STATE WARRIORS 124-120 | Vittoria in rimonta per i Magic, che recuperano 13 lunghezze di svantaggio agli Warriors nell’ultimo quarto dopo essere stati avanti anche di 17 a inizio secondo tempo. I 43 punti degli ospiti nella terza frazione di gioco avevano ribaltato la partita grazie ai 29 punti con 11 assist di un impreciso Steph Curry (11/29 al tiro e l’errore decisivo a 5 secondi dalla fine), ma un parziale di 31-14 per chiudere la partita ha dato il successo ai Magic
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In copertina ci va come sempre Nikola Vucevic, che ha firmato la sua terza tripla doppia in carriera con 30 punti, 16 rimbalzi e 10 assist, accompagnato dal massimo stagionale da 28 punti di Evan Fournier e i 24 di Terrence Ross. Bene anche Chuma Okeke che ha segnato tre triple nel solo ultimo quarto (11 punti finali), in una serata in cui Orlando ne ha messe 18 di squadra. Per Golden State ci sono i 26 di Kelly Oubre e i 16 di Andrew Wiggins
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BOSTON CELTICS-ATLANTA HAWKS 121-109 | L’obiettivo, cercato e raggiunto dai Celtics, era semplice dopo le pessime prestazioni della scorsa settimana: giocare meglio. È quello che i ragazzi di coach Stevens hanno fatto contro Atlanta, con un Kemba Walker finalmente protagonista e autore di 28 punti - suo nuovo massimo in stagione, provando a dare una svolta a una regular season complicata con il suo 10/16 dal campo e 5/8 dall’arco, alla guida di un quintetto tutto in doppia cifra con 25 punti di Jayson Tatum e 17 a testa di Tristan Thompson e Jaylen Brown
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Pessime notizie invece per gli Hawks, mai in partita, sotto anche di 27 lunghezze nel terzo quarto e costretti a incassare la quinta sconfitta nelle ultime sei gare in questi deludenti primi due mesi di regular season. Non basta ad Atlanta un Trae Young da 31 punti con 10/16 al tiro e 11 assist, molti utili ad armare la mano di un Clint Capela da 25 punti, 11/14 al tiro e 15 rimbalzi a referto
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Danilo Gallinari invece continua a ricoprire il ruolo di sesto uomo - entrato ancora una volta a gara in corso, ma non sempre in grado di trovare subito ritmo e precisione al tiro. Anche questa volta il n°8 azzurro litiga non poco con il canestro, chiudendo il match con 9 punti arrivati grazie a un modesto 2/14 dal campo in 24 minuti (entrambe triple, mentre è 0/7 con i piedi dentro l’arco) - conditi poi con 3 rimbalzi e 3 assist
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NEW ORLEANS PELICANS-PHOENIX SUNS 114-132 | Il +18 finale farebbe pensare a una gara dominata da Phoenix dall'inizio alla fine, ma in realtà alla fine del terzo quarto la partita sembrava totalmente in controllo dei Pelicans, avanti di 11 lunghezze e protagonista di una buonissima partita. Invece nell’ultimo quarto la squadra di Van Gundy è sparita dal campo, sotterrata da un parziale di 27-5 in una frazione finale da 41-12 per gli ospiti, guidati da uno straordinario Chris Paul
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Il playmaker ha chiuso con 15 punti e il suo massimo stagionale da 19 assist, firmando la tripla in step back del +11 a meno di 5 minuti dalla fine festeggiata dicendo “Conosco questo posto, è roba mia”, ricordando la prima parte di carriera passata a New Orleans. I Suns hanno tirato 22/39 dalla lunga distanza, con 23 punti di Booker e 20 di Crowder oltre alla doppia doppia da 16+16 di Ayton. In casa Pelicans sono tre i giocatori sopra quota 20 (Ingram 25, Williamson 23 e Ball 21 con 12 assist), ma non servono per evitare il quinto ko nelle ultime sei
MEMPHIS GRIZZLIES-DETROIT PISTONS 109-95 | Ja Morant è il protagonista del successo Grizzlies contro la peggior squadra della Eastern Conference: il miglior rookie del 2020 segna 21 dei suoi 29 punti nella ripresa, aggiungendo così i suoi bersagli a quelli di un Jonas Valanciunas da 17 punti e 15 rimbalzi e di un Kyle Anderson da 16 punti - permettendo così a Memphis di mettere di nuovo in fila un paio di successi, provando a lasciarsi alle spalle un paio di settimane complicate a livello di risultati
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Grant, reduce dai 43 punti e dal suo nuovo massimo in carriera, si inceppa nel primo tempo, segna soltanto un canestro prima dell’intervallo lungo e recupera soltanto in parte nella ripresa (in un match in cui Detroit è sempre stata costretta a inseguire): alla sirena finale sono 16 punti con 5/20 al tiro e un paio di tripla a bersaglio - leader di un quintetto tutto in doppia cifra (4 triple per Saddiq Bey) che continua a tenere Blake Griffin a riposo, in attesa che qualcuno bussi alla porta dei Pistons
TORONTO RAPTORS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 86-81 | C’è voluto il parziale da 28-17 nell’ultimo quarto per sbarazzarsi dei Timberwolves, avversario più ostico del previsto per i Raptors che si aggrappano ai 31 punti - nuovo massimo stagionale - firmati da Norman Powell; canestri che permettono a Toronto di chiudere con 11-0 di parziale che regala ai “canadesi di Tampa” la terza vittoria in fila. Alla sirena finale ci sono anche 12 punti per VanVleet e 10 per Siakam, in una gara dal punteggio bassissimo
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C’è però qualcosa da ricordare anche nell’ennesima serata storta dei Timberwolves, con Anthony Edwards che firma sulla testa del povero Yuta Watanabe la schiacciata più spettacolare di questa prima parte di regular season - seria candidata a diventare la più bella dell’intera stagione NBA. Una linea di fondo clamorosa presa dalla prima scelta assoluta all’ultimo Draft che è poi letteralmente decollato sulla testa dell’avversario, chiudendo nel migliore dei modi una giocata già rimbalzata su tutti i social network
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Questa la situazione nelle classifiche di Ovest e Est dopo le gare della notte
LE CLASSIFICHE DELLE DUE CONFERENCE NEL DETTAGLIO