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NBA Top Shot, che cos’è, come funziona: tutto quello che c’è da sapere

la nuova moda

La vendita di highlights “limitati” online - come fossero figurine - è diventata l’ultima moda a cui anche tanti giocatori della lega hanno dato seguito e su cui la NBA ha già messo mano - trovando l’ennesima fonte di profitto. Tutte le risposte alle domande su NBA Top Shot a cui non avete saputo dare risposta

Avrete letto il nome su Twitter, in qualche discussione sui social o ne avrete sentito parlare facendo riferimento a qualche vendita all'asta da record da decine di migliaia di dollari negli ultimi giorni: “NBA Top Shot” è diventato argomento di discussione che rimbalza su internet ormai da settimane, ma non a tutti è chiaro cosa sia in realtà, né quali siano le modalità di funzionamento di quella che si sta delineando come l’ennesima trovata della NBA per coinvolgere gli appassionati (e passare all’incasso). Ma andiamo con ordine, mettendo in fila tutte le domande che ronzano nella testa di chi non ha ben chiaro di cosa stiamo parlando e si vergogna a chiederne conto agli amici più esperti.

Che cos’è NBA Top Shot? Come funziona?

NBA Top Shot è una piattaforma che permette di vendere e comprare dei brevi highlights delle partite NBA (recenti o del passato), approvati dalla lega e dunque a loro modo resi unici e in edizione limitata, compiendo transazioni economiche utilizzando la tecnologia blockchain - ossia in modo non modificabile online e sfruttando uno scambio di informazione su cui nessuno riesce ad avere il controllo completo (sì, la stessa logica che sta alla base dei bitcoin, anche se quella è un’altra storia…). Proprio come accade per le criptovalute, gli highlights vengono posti grazie a questa tecnologia in dei “portafogli digitali” sicuri e non accessibili ad altri.

Ma i video non si possono guardare su YouTube, su Twitter, su Sky Sport?

Certo, ovviamente tutti gli highlights restano a disposizione di chiunque online. Ma il fatto che sulla piattaforma di Top Shot la NBA faccia un processo di validazione delle immagini le rende come se fossero delle “figurine digitali video”. La logica è la stessa delle card da collezione: più un highlights è limitato (gli americani parlano proprio di “few printings”, un ridotto numero di stampe), più il prezzo sale scatenando l’asta e i rilanci degli appassionati.

Come può un video di pochi secondi - reperibile da tutti su decine di altre piattaforme - avere del valore?

La risposta sfugge, almeno intuitivamente, al senso che spesso diamo alla parola “valore”, visto che manca di esclusività, oltre a essere un servizio per il quale non vale la pena spendere del denaro. La logica alla base, almeno per il momento, è molto più stringente e legata all’economia classica, prima lezione di Macroeconomia: gli highlights di Top Shot hanno del valore perché la domanda supera (di gran lunga) l’offerta. Un bene scarso ambito da tanti appassionati vedrà sempre lievitare il suo valore, a prescindere da cosa si sta mettendo sul mercato.

Come si possono comprare degli highlights?

Sul sito di NBA Top Shot ci sono due opzioni e offerte da poter sfruttare - qualora si voglia investire in un mercato in crescita esponenziale: si possono comprare diverse tipologie di pacchetti (proprio come con le figurine), venduti in base all'esclusività delle immagini contenute e con un costo di acquisto che parte da un minimo di 9 dollari per gli highlights più diffusi. Questi pacchetti vengono rilasciati sulla piattaforma a una determinata ora, ma per acquistarli la fila e la lista d’attesa è sempre molto lunga (e il fallimento al momento quasi sempre scontato). L’altro modo per acquistare un highlights è partecipare all’asta per le immagini che gli altri utenti hanno deciso di vendere sulla piattaforma; un modo certamente più rapido, ma di gran lunga più costoso.

Di quanti soldi e di quali cifre stiamo parlando?

Tanti soldi, con un’ascesa che al momento non sembra arrestarsi. Per intenderci: lo scorso anno una schiacciata di LeBron James è stata venduta a 3.800 dollari - cifra considerevole tenendo conto di quanto già detto prima. Ecco: negli ultimi giorni una stoppata di Zion Williamson ha superato i 100.000 dollari all’asta e pare che anche una giocata simile di James abbia toccato cifre così alte - un record che verrà aggiornato nel giro di poco, visto il trend e l’accresciuto interesse attorno alla piattaforma.

Come la NBA sta facendo soldi con la vendita degli highlights?

La lega e anche l’associazione giocatori hanno già stretto un accordo con Top Shot: per ogni singola transizione effettuata sulla piattaforma, viene addebitato un 5% di tasse aggiuntivo. Quel guadagno viene suddiviso tra Top Shot, la NBA e la NBPA. Occhio però, come sempre accade quando si parla di revenue nella pallacanestro americana, i soldi non vanno al singolo giocatore o alla squadra coinvolta nell’highlights: tutto viene raccolto e suddiviso in parti uguali. Una scelta per evitare che gli stessi giocatori in primis “speculino” sulla proprie giocate: Top Shot è un investimento molto redditizio al momento, anche acquistando la stoppata dell’ultimo dei giocatori della rotazione dei Detroit Pistons, e diversi giocatori NBA lo hanno intuito in anticipo.

Chi sta investendo in questo nuovo modo di essere fidelizzati con la NBA?

Dapper Labs, l’azienda che ha messo in piedi questo nuovo modello di business, lo scorso agosto ha fatto una raccolta fondi accettando nuovi investitori al suo interno: una “chiamata” alla quale hanno risposto presente diversi giocatori NBA, a partire da Andre Iguodala - sempre più uomo di successo per diversificazione degli investimenti - e Spencer Dinwiddie; anche lui grande appassionato di finanza. Oltre a loro due, una quota dei 12 milioni di dollari raccolti è stata investita da Aaron Gordon, JaVale McGee e Garrett Temple, ma nelle ultime settimane sono diventati sempre più numerosi i giocatori che chiedono di poter entrare a far parte del capitale della società. Il rischio per loro è che ormai sia troppo tardi.

Anche i giocatori stanno comprando gli highlights?

Proprio come accade con le scarpe e con le card, diversi talenti della lega si stanno appassionando a questo nuovo modo di seguire la NBA - discutendo di Top Shot anche a margine delle partite e immaginando le quotazioni il giorno dopo di una determinata giocata vista sul parquet. Terry Rozier, Tyrese Haliburton, Terrence Ross e Josh Hart sono solo alcuni dei nomi dei giocatori che hanno deciso di “giocare” (fino a un certo punto, viste le cifre) e di discutere sui social di un fenomeno del quale torneremo sicuramente a parlare in futuro.