Fa sentire la sua voce il due volte campione NBA dopo il pesante ko contro i Pelicans, avanti dal primo secondo all'ultimo: "Se vogliamo sperare di vincere qualcosa dobbiamo essere più costanti. Le grandi squadre sono grandi proprio perché giocano a un certo livello ogni sera". Esattamente quello che non sembrano ancora in grado di fare i Clippers, usciti sconfitti in 5 delle ultime 7 gare disputate
I Clippers sono pur sempre quarti a Ovest, con un record abbondantemente vincente (25-15) ma ultimamente dalla “Città degli Angeli” arrivano segnali parecchio preoccupanti: perse 5 delle ultime 7 gare disputate — e 7 delle ultime 13, dopo un avvio più che positivo, con 21 successi nelle prime 29 gare disputate. L’ultima sconfitta contro New Orleans — arrivata 48 ore dopo aver rifilato un’umiliante sconfitta agli Warriors, 130-104 — è sembrata l’esatto contrario del bel successo contro Curry e compagni: sempre dietro nel punteggio contro i Pelicans, dal primo secondo all’ultimo, L.A. è finita sotto anche di 33 punti prima di arrendersi 135-115. Un ko che ha fatto infuriare perfino Kawhi Leonard, solitamente parco nei suoi commenti, soprattutto verso la stampa. “Sono molto preoccupato da questi nostri alti e bassi: se vogliamo sperare di vincere qualcosa, dobbiamo imparare a essere più costanti”. Ed è proprio la costanza quello che oggi manca ai Clippers, come evidenziato anche dalle ultime uscite: ko pesante contro i Grizzlies (-28) seguito da una immediata vendetta (e Memphis sconfitta di 20). Poi altri tre ko prima dell’All-Star Game, la facilissima vittoria contro Golden State e lo scivolone senza attenuanti contro New Orleans. “Le grandi squadre sono grandi proprio perché costanti: magari ci sono sere in cui non hanno tanta energia, ma una certa costanza di rendimento è sempre lì, e riguarda giocatori, allenatori e tutta la squadra. Vincere deve diventare un’abitudine, nell’atteggiamento e nell’approccio prima ancora che nei risultati”.
Coach Lue vede luci e ombre: “Non sono scoraggiato, ma…”
Concetti ribaditi anche dall’allenatore dei Clippers, Tyronn Lue, che condivide lo sfogo della sua star ma non del tutto la sua preoccupazione: “No, non voglio essere scoraggiato, perché abbiamo dimostrato di poter giocare a livello dei migliori. Però dobbiamo farlo ogni sera, partita dopo partita — e non possiamo solo farlo a parole”. Gli infortuni possono essere una (parziale) giustificazione — anche contro New Orleans i Clippers erano senza Patrick Beverley e poi hanno dovuto rinunciare in corsa a Serge Ibaka, fermato all’intervallo da dolori alla schiena. “Se Beverley è qui o no deve importare poco: chi è in campo deve portare l’energia necessaria. Non possiamo fare affidamento su un solo giocatore”. In vista due trasferte sul campo di Dallas, a sfidare Luka Doncic e compagni, avversari al primo turno agli ultimi playoff: un test vero, per capire un po’ meglio la crisi di questi Clippers che preoccupa Kawhi Leonard.