NBA, risultati della notte: Gallo batte Nico nel derby azzurro, i Lakers tornano a vincere
Gli Hawks di Gallinari (12 punti) passeggiano in casa di Golden State sempre priva di Steph Curry (10 punti per Mannion). I Lakers vincono la prima partita senza LeBron e Davis, Brooklyn passa a Detroit con i 44 punti di James Harden che si autoproclama MVP. Boston batte un colpo a Milwaukee, Miami cade contro Charlotte. Super duelli Mitchell-Morant (vince Utah) e Jokic-Williamson (passa Denver) tutti sopra quota 30. Minnesota chiude con un parziale di 22-0 e rimonta Houston
GOLDEN STATE WARRIORS-ATLANTA HAWKS 108-124 | Nessun problema per gli Hawks, che prendono il controllo della partita nel secondo quarto e non si voltano più indietro, toccando anche il +24 e tornando a vincere sul campo di Golden State a 10 anni di distanza dall’ultima volta. Merito delle doppie doppie da 21 punti e 15 assist di Trae Young e da 18+15 di Clint Capela, ma soprattutto del miglior John Collins della carriera
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Dopo essere stato al centro di voci di mercato per settimane, Collins ha dimostrato subito con i fatti dove intende rimanere firmando il suo career-high da 38 punti accompagnato da 12 rimbalzi, dominando a piacimento con 14/19 al tiro di cui 4/5 da tre punti, in una serata in cui gli Hawks hanno mosso bene il pallone chiudendo con 31 assist di squadra
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Con Bogdan Bogdanovic promosso in quintetto (11 punti), l’unico giocatore in doppia cifra della panchina di Atlanta è Danilo Gallinari, autore di 12 punti con 5/9 al tiro di cui 2/4 da tre punti. La panchina è stata comunque decisiva per segnare 17 punti nei primi 15 minuti di partita, scavando un solco che gli Warriors non sono più riusciti a colmare. Atlanta torna così alla vittoria dopo due ko in fila contro Clippers e Kings
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Si allunga a quattro invece la striscia di sconfitte in fila degli Warriors, la più lunga in questa stagione altalenante. Sempre senza Steph Curry (che verrà rivalutato solo all’inizio della prossima settimana per il suo infortunio al coccige), Andrew Wiggins ne ha messi 29 per guidare un quintetto in cui anche Wiseman (18), Oubre (14) e Poole (15) hanno chiuso in doppia cifra, mentre Draymond Green ha distribuito 9 assist senza mai tirare dal campo. Doppia cifra anche per Nico Mannion con 10 punti, 5 assist, 2 recuperi e 3/8 al tiro in 25 minuti
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LOS ANGELES LAKERS-CLEVELAND CAVALIERS 100-86 | I Lakers trovano finalmente la prima vittoria senza LeBron James e Anthony Davis, rimontando 7 lunghezze di svantaggio all’intervallo grazie a un’ottima partenza nella ripresa. I gialloviola infatti hanno cominciato il secondo tempo con un parziale di 19-2, tenendo poi gli avversari a soli 10 punti segnati nell’intera frazione e controllando il match fino alla vittoria finale toccando anche il +19
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Privi di Collin Sexton, gli ospiti non sono andati oltre i 17 punti con 10 rimbalzi dell’ex Larry Nance Jr., mentre in casa gialloviola ci hanno pensato Dennis Schröder (17 punti), Talen Horton-Tucker (15) e soprattutto Montrezl Harrell (24+10) a portare a casa una vittoria quanto mai necessaria. Per coach Vogel è arrivata anche la buona notizia che Davis potrà cominciare a lavorare in campo dopo il controllo dei medici, avvicinandosi al ritorno
DETROIT PISTONS-BROOKLYN NETS 111-113 | Sempre senza Kevin Durant e Kyrie Irving, i Nets possono però contare su James Harden e Blake Griffin, e non a caso sono proprio loro due i top scorer di squadra in una vittoria non facile. Sembra decisa in un primo momento da un parziale di 10-0 per Brooklyn iniziato sull’82-82 grazie proprio a una tripla di Griffin (ex eccellente, che chiude a quota 17 punti), ma Detroit impatta di nuovo a quota 106 e i Nets hanno bisogno di un gioco da tre di Harden e di una tripla di Jeff Green per vincerla
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Solo due assist mancanti separano James Harden da un’altra clamorosa tripla doppia: il n°13 dei Nets dimostra onnipotenza assoluta firmando una gara da 44 punti (con 14/30 al tiro, 4/11 da tre punti e presentandosi 14 volte in lunetta, con 12 centri), 14 rimbalzi e 8 assist. Si tratta della sua 31^ gara in carriera con almeno 40 punti e 10 rimbalzi: tra le guardie solo Michael Jordan (33) e Oscar Robertson (32) hanno fatto meglio di lui nella storia NBA
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Detroit concede la bellezza di 16 rimbalzi offensivi ai Nets, da cui gli uomini di Steve Nash ricavano 18 punti (49-36 per Brooklyn il conto complessivo dei rimbalzi). È sempre Jerami Grant il migliore per i Pistons a quota 19, ma con un brutto 5/14 al tiro, da segnalare i 14 dalla panchina di Frank Jackson in soli 11 minuti e la doppia doppia di Mason Plumlee (13 punti e 10 rimbalzi). Terzo ko in fila per Detroit
MILWAUKEE BUCKS-BOSTON CELTICS 114-122 | Segnali di risveglio da parte dei Celtics, che interrompono la striscia di otto successi in fila dei Bucks grazie a un eccellente secondo tempo. I biancoverdi hanno realizzato 9 delle 14 triple tentate nel terzo quarto per 43 punti complessivi, mantenendosi sempre a distanza di sicurezza dagli avversari per tutta la ripresa chiudendo con 22/47 dalla lunga distanza per prendersi la rivincita del ko di due giorni fa
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L’attacco dei Celtics ha girato a pieni cilindri: Jayson Tatum ha chiuso con 34 punti in una serata super efficiente (13/18 al tiro e 4/7 da tre), Kemba Walker ne ha aggiunti 21 e Marcus Smart 23 con uno straordinario 7/10 dalla lunga distanza, a cui si sono uniti i 18 di Jaylen Brown. In attesa che debutti anche Evan Fournier in arrivo da Orlando, i Celtics possono guardare con fiducia al futuro dopo le cinque sconfitte nelle precedenti sei partite
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Per la seconda gara in fila Giannis Antetokounmpo è stato tenuto sotto controllo dalla difesa dei Celtics, chiudendo con soli 16 punti, 8 rimbalzi e 5 assist in 27 minuti con 6/12 al tiro. Meglio di lui hanno fatto Khris Middleton con 19 e Jrue Holiday con 17, in una serata in cui la panchina ha dovuto fare a meno di Bobby Portis alle prese col protocollo salute e sicurezza. “Stasera non siamo stati bravi abbastanza, per questo ho tolto i titolari nel quarto periodo dando spazio alle riserve” le parole di coach Budenholzer
UTAH JAZZ-MEMPHIS GRIZZLIES 117-114 | Memphis si trova sotto di 11 a tre minuti e mezzo dalla fine ma rientra in partita e ha la chance di mandare la gara in overtime su una tripla (sbagliata) di Dillon Brooks. Il grande ex Mike Conley poi vince una palla a due sancendo il successo dei suoi Jazz, davanti anche di 21 lunghezze a un certo punto della gara (73-52). Mitchell è il protagonista della vittoria di Utah, ma fondamentali anche i 25 con 9 rimbalzi di Rudy Gobert (mai in lunetta) e i 9 punti nel quarto quarto (dei suoi 14) di Jordan Clarkson
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Donovan Mitchell mette per l’ennesima volta la sua firma in calce alla vittoria dei Jazz confezionando una gara da 35 punti in 36 minuti, con 12/23 al tiro e un superlativo 5/7 dalla lunga distanza. Il n°45 di coach Snyder non sbaglia mai dalla lunetta (6/6), aggiunge anche 6 assist e 5 rimbalzi alla sua prestazione, perdendo un solo pallone e segnando 12 punti nel decisivo quarto quarto
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Dopo tre vittorie consecutive, Memphis incassa la prima sconfitta restando però in partita fino alla fine con la miglior squadra NBA. Il merito è soprattutto di un ottimo Ja Morant autore di 32 punti e 11 assist con una sola palla persa, ma per la 12^ volta in fila Jonas Valanciunas chiude in doppia cifra a rimbalzi (addirittura 18, di cui 7 offensivi, cui aggiunge anche 14 punti). È di Dillon Brooks — autore di 22 punti — il miglior plus/minus di squadra, con +21
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NEW ORLEANS PELICANS-DENVER NUGGETS 108-113 | I Nuggets si prendono la rivincita dopo la sconfitta di settimana scorsa contro i Pelicans, seppur sudando fino all’ultimo per portare a casa la vittoria. La squadra di coach Malone infatti è stata sotto per buona parte dei primi tre quarti e ha cominciato l’ultimo quarto con 11 lunghezze da recuperare, ma ha chiuso la partita con un parziale di 24-8 per vincere la settima delle ultime otto gare in trasferta
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Nikola Jokic continua nella sua marcia verso il premio di MVP aggiungendo un’altra prestazione da 37 punti e 9 assist senza tiri liberi tentati (17/30 dal campo), seguito dai 25 di Michael Porter Jr. e i 23 di Jamal Murray autore anche di 11 assist. Con una rotazione di fatto ridotta a 8 uomini complice la deadline del mercato, Denver ha trovato le energie per rimontare e battere un avversario talentuoso: “Una vittoria impressionante per noi” ha commentato coach Malone
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Un avversario, in particolare, ha decisamente mostrato il suo talento. Zion Williamson ha chiuso con il suo massimo in carriera da 39 punti segnando 13 dei 16 tiri tentati (tra cui una tripla) con 10 rimbalzi e 2 stoppate, portando a 22 la sua striscia di gare sopra i 20 punti segnati (nuovo record NBA sotto i 21 anni). I 30 punti in coppia di Eric Bledsoe (16) e Nickeil Alexander-Walker (14) non sono però bastati a sopperire alla brutta serata di Brandon Ingram, tenuto a 5/17 dal campo dalla difesa di Michael Porter Jr.
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CHARLOTTE HORNETS-MIAMI HEAT 110-105 | No LaMelo Ball, no problem per gli Charlotte Hornets, che da quando hanno perso la loro point guard non hanno più perso una gara (3-0). Dopo le vittorie contro Spurs e Rockets arriva anche il successo sugli Heat, con 42 punti combinati della “nuova” coppia di guardie (26 per Terry Rozier, con anche 11 assist e 16 di Devonte’ Graham). Gli Hornets — sopra anche 61-31 — devono sudare fino all’ultimo per aver la meglio di Miami, riportatasi anche a -3 prima dei due liberi decisivi di Graham
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Assoluto protagonista della sfida con gli Heat in casa Hornets è Malik Monk, e non è la prima volta. Dopo aver messo a segna il suo career high il 1 febbraio contro Bam Adebayo e compagni (36 punti e vittoria in overtime), replica con 32 dalla panchina in una serata magica da 12/17 al tiro con 5/9 dalla lunga distanza (grazie al suo exploit la second unit di Charlotte domina quella di Miami 47-24)
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Dopo aver vinto 11 partite su 12, si allunga a 6 la striscia di sconfitte consecutive dei Miami Heat, un dato che non può non preoccupare coach Erik Spoelstra. Che vede i suoi provare l’incredibile rimonta da -30 con un parziale di 15-2 nell’ultimo quarto, senza però riuscire a completare l’impresa, nonostante i 20 punti a testa di Duncan Robinson (con 6/9 da tre) e Jimmy Butler, i 17 con 8 rimbalzi di Bam Adebayo e i 13 dalla panchina di Tyler Herro (con Trevor Ariza in quintetto)
DALLAS MAVERICKS-INDIANA PACERS 94-109 | Tre giocatori della panchina di Indiana —che produce 40 punti totali, contro i 31 di quella di Dallas) finiscono in doppia cifra (12 per Doug McDermott con 4/6 da tre, 10 a testa per TJ McConnell e Edmond Sumner). I migliori però vanno cercati nel quintetto, e sono i soliti noti: Domantas Sabonis e Malcolm Brogdon chiudono entrambi a quota 22 punti (anche 15 rimbalzi e 5 assist per il lituano) mentre Myles Turner ha solo 9 punti ma 7 rimbalzi e 7 stoppate. Ben 20 le triple a bersaglio per i Pacers
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In casa Dallas Mavericks mancano ancora i nuovi arrivati (JJ Redick — alle prese con problemi fisici, incerta la data del suo ritorno — e Nicolò Melli) ma manca soprattuto Luka Doncic, fermato da un problema alla schiena. L’altra grande superstar dei texani risponde però presente: Kristaps Porzingis ne mette 31 aggiungendoci la bellezza di 18 rimbalzi di cui 7 offensivi. Gli dà man forte dalla panchina Tim Hardaway Jr. con 16 punti ma non basta a evitare la sconfitta
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TORONTO RAPTORS-PHOENIX SUNS 100-104 | Anche in una serata in cui il tiro non entra, Phoenix trova il modo di portare a casa un altro successo pesante in trasferta, il 15° di questa super stagione. Pur tirando solo 2/14 per finire la partita (senza nessun canestro negli ultimi 3:50), Chris Paul e soci hanno tenuto botta tenendo duro dopo che gli avversari erano rientrati da -14 a -2, ringraziando Mikal Bridges per un rimbalzo offensivo fondamentale a 7.3 secondi dalla fine
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Chris Paul e Deandre Ayton hanno chiuso con 19 punti a testa e Devin Booker ne ha aggiunti 16 in una serata sotto il 50% complessivo di squadra e da sole 9 triple a segno su 36 tentate, resistendo ai 26 con 11 rimbalzi di Pascal Siakam e i 22 di Fred VanVleet. Gary Trent Jr. appena arrivato da Portland è stato subito schierato titolare da coach Nurse chiudendo con 8 punti e 4/11 al tiro in 31 minuti, seguito da Rodney Hood dalla panchina (2 punti in 18 minuti)
ORLANDO MAGIC-PORTLAND TRAIL BLAZERS 105-112 | Portland non ha Damian Lillard per una botta al ginocchio sinistro, ma accoglie in squadra Norman Powell che dimostra subito di potersi rendere molto utile. L’ex giocatore dei Raptors, appena arrivato dal mercato, chiude subito come miglior marcatore a quota 22 punti, stesso bottino di CJ McCollum, nella serata che vede il ritorno in campo di Jusuf Nurkic, autore di 8 punti e 8 rimbalzi in soli 19 minuti. Doppia doppia da 15 punti e 15 rimbalzi per Enes Kanter, tornato così a partire dalla panchina
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Solo otto giocatori disponibili (e ben 7 vanno in doppia cifra) dopo la rivoluzione alla trade deadline per i Magic. Difficile allora invertire un trend già complicato, ed evitare la sconfitta n°12 nelle ultime 14 gare disputate. Arrivano buoni segnali dal rookie Chuma Okeke, miglior marcatore con 22 punti e un ottimo 4/6 da tre, in una serata in cui Orlando chiude con il 44.4% dall’arco (12/27). Va in doppia doppia Khem Birch, autore di 14 punti e 15 rimbalzi
MINNESOTA TIMBERWOLVES-HOUSTON ROCKETS 107-101 | Qualcuno doveva pur vincere tra le due peggiori squadre della NBA, e alla fine a riuscirci sono stati i Timberwolves con una rimonta clamorosa. Sotto anche di 19 lunghezze nella ripresa, i padroni di casa hanno chiuso la partita con un super parziale di 22-0 grazie a 14 dei 29 punti di Karl-Anthony Towns, che ha aggiunto anche 16 rimbalzi al suo bottino. Ne è stato felice? Per niente: “Abbiamo vinto, ma non ce lo meritavamo. È stata una serata deludente, nessuno ha esultato nello spogliatoio”
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Minnesota ha interrotto così una striscia di quattro sconfitte in fila, approfittando dei soli 10 punti segnati dai Rockets nell’ultimo quarto (di cui nessuno negli ultimi 7:31 di gara tirando 3/22 nell’intera frazione). John Wall ha chiuso con 14 punti e 15 assist ispirando i 24 di Christian Wood e i 21 di Ben McLemore (7 triple a segno): le due squadre si incontreranno di nuovo sabato sempre a Minneapolis
Questa la situazione nelle due conference dopo le partite della notte