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NBA, Minneapolis e la crisi USA: Rivers e la Germania nazista, Popovich e l'impero romano

NBA
©Getty

L'ennesima uccisione di un giovane afroamericano per mano della polizia ha portato i due allenatori (di Sixers e Spurs) a paragonare la situazione attuale negli Stati Uniti a due particolari momenti storici. Resta lo sdegno per un'altra vita persa: "Mi viene il voltastomaco", dice Popovich. "Tutta America dovrebbe essere frustrata", gli fa eco Rivers

Lo stop (l’ennesimo) al normale calendario NBA, con la scelta di posticipare la gara tra Minnesota Timberwolves e Brooklyn Nets dopo i fatti occorsi a Minneapolis, con l’uccisione di un 20enne afroamericano, Daunte Wright per mano della polizia, ha nuovamente portato sopra la soglia la tensione razziale che continua a serpeggiare in tutti gli Stati Uniti. Ancora di più a Minneapolis, dove proprio in questi giorni è in corso il processo a Derek Chauvin, il poliziotto accusato della morte di George Floyd lo scorso maggio. Se Nets e Timberwolves hanno scelto di rimandare la loro gare, dal mondo NBA le voci più forti sono arrivate da San Antonio e da Philadelphia, uscite come al solito dalla bocca di Gregg Popovich e Doc Rivers. “Mi fa venire il voltastomaco vedere certe immagini”, le parole del coach degli Spurs. “Quante volte deve ancora succedere? Noi ci sentiamo nauseati, ma questo è nulla: quel ragazzo è morto. Morto. La sua famiglia, i suoi amici stanno soffrendo, e noi invece continuiamo ad andare avanti, come se nulla fosse successo”. Popovich attacca la crisi “morale” degli Stati Uniti “L’ho già detto altre volte: è come il crollo dell’Impero Romano. Per noi è finita, se non riusciamo a trovare nuovi leader, un po’ di buon senso, qualcuno che riesca a guidarci nella giusta direzione”. L’allenatore dei texani poi ne ha anche per la leadership del suo stato: “Stare a sentire il governatore Abbott è impossibile. Mente, sapendo di mentire. Lo fa solo per ingraziarsi Trump e restare attaccato alla sua poltrona. Le sue frasi sulle armi sono le solite bugie, trite e ritrite. Ed è tutto collegato: la polizia che uccide gli afroamericani, i nostri bambini uccisi nelle scuole, l’assalto al Congresso del 6 gennaio, la propaganda che ci ha raccontato che il virus della pandemia era un’invenzione”. E dalle sue critiche non si salva neppure la NBA: “Voglio sapere chi sono i proprietari delle nostre franchigie che finanziano questi politici che continuano a mentire. Forse è un buon punto di inizio per ottenere più trasparenza”.

Doc Rivers fa l’esempio della Germania e del nazismo

Anche Doc Rivers parte da un processo in atto nella cultura americana (e mondiale) — la cosiddetta “cancel culture” — per esprimere la sua opinione: “Parliamo di cancel culture, ma quello che stiamo cancellando qui sono le vite di tanti afroamericani. Non ne posso più di sentire che è frustrante per la comunità di colore. Dovrebbe essere frustrante per tutti gli americani. Dobbiamo migliorare come società, culturalmente. Faccio sempre l’esempio della Germania. Non si vedono svastiche, oggi, in Germania. Non ci sono statue che celebrano i soldati nazisti. E questo non vuol dire cancellare la propria cultura: vuol dire migliorarla. Dobbiamo pensarla anche noi in questi termini”, l’opinione dell’allenatore di Philadelphia.

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