NBA, risultati della notte: Philadelphia batte anche i Clippers, Randle travolge Dallas
Embiid chiude con 36 punti e 14 rimbalzi nel successo Sixers sui Clippers (37 punti per George), Westbrook sfiora la tripla doppia e domina l’overtime contro i Pelicans. Randle segna 44 punti e trascina i Knicks a Dallas, Brooklyn ritrova All-Star e canestri nella vittoria contro Charlotte. Utah passa contro Indiana, ma perde Mitchell per infortunio. Portland batte in volata San Antonio, successi in trasferta per Denver e Memphis, Miami beffata da Minnesota nonostante super Butler. Vincono Toronto e Detroit
PHILADELPHIA 76ERS-L.A. CLIPPERS 106-103 | Si interrompe a sette la striscia di vittorie dei Clippers, fermati dalla miglior squadra per record della Eastern Conference nella quarta partita in fila per i losangelini disputata senza avere Kawhi Leonard a disposizione. Un successo importante per misurare le ambizioni di Philadelphia, che fa il paio con quello arrivato contro Brooklyn (rimaneggiata dalle assenze) e che permette ai ragazzi di Doc Rivers di consolidare il primo posto in solitaria a Est
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Una vittoria che passa, come spesso accade ai Sixers, dalle mani di Joel Embiid - alla 12^ gara stagionale con almeno 30 punti e 10 rimbalzi. Alla sirena finale sono 36 punti con 10/20 dal campo, nessun bersaglio da lontano, ma una sentenza a cronometro fermo: 16/18 dalla lunetta, unico tentativo di rendergli la vita più difficile per una difesa che non è riuscita a contenerlo neanche a rimbalzo (14 in totale). Senza Seth Curry e Tobias Harris, al resto pensano Furkan Korkmaz - 18 punti con 5/12 dall’arco - e Ben Simmons con 12 punti, 9 rimbalzi e 6 assist
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A chiudere i conti in favore di Philadelphia sono due liberi realizzati da Danny Green, mentre Marcus Morris sbaglia a meno di sei secondi dalla sirena la tripla del potenziale pareggio, in una serata per i Clippers da 19/39 dall’arco. Non basta dunque un ottimo 48.7% dalla lunga distanza di squadra ai losangelini, così come un convincente Paul George da 37 punti con 14/29 dal campo, 9 rimbalzi, 6 assist e un paio di stoppate a referto
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WASHINGTON WIZARDS-NEW ORLEANS PELICANS 117-115 OT | Partita divertentissima a New Orleans, vinta dopo 53 minuti di battaglia sul parquet dagli Wizards che superano i Pelicans grazie a due liberi a bersaglio firmati da Russell Westbrook - fermato a un secondo dalla sirena dal sesto fallo di Zion Williamson, autore di 21 punti con 9/18 al tiro in un match complicato per lui a protezione del ferro. A Brandon Ingram resta qualche frazione di secondo per tentare alla disperata un miracolo per poco non riuscito dalla lunghissima distanza
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Alla sirena finale sono 36 punti, 15 rimbalzi e 9 assist per Russell Westbrook, che sfiora la settima tripla doppia in fila in un match in cui segna 10 dei 12 punti complessivi degli Wizards nell’overtime. Washington conquista così il quinto successo nelle ultime sei gare, cercando di rientrare nella corsa al play-in dopo l’ennesimo passo falso dei Chicago Bulls. Al resto invece pensa Bradley Beal, autore di 30 punti con 29 conclusioni dal campo e nonostante un misero 0/9 dalla lunga distanza
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New Orleans invece vede allontanarsi sempre più l’obiettivo minimo dell’accesso al play-in, nonostante la super prestazione di Brandon Ingram che chiude con 34 punti, 12/27 al tiro, 4/9 dall’arco, 7 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi e +5 di plus/minus in 42 minuti trascorsi sul parquet. Tanto, troppo, a cui nessun altro riesce a stare dietro in un match che inchioda i Pelicans all’11° posto a Ovest - con quattro sconfitte in più degli Spurs decimi e ancora più distanti dagli Warriors un gradino più su. Una scalata che inizia a farsi complicata
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DALLAS MAVERICKS-NEW YORK KNICKS 109-117 | Quinto successo in fila dei Knicks, lanciatissimi nella corsa playoff e sempre più convincenti grazie a uno straordinario Julius Randle - protagonista con una prestazione con cifre che in casa Knicks non si vedevano dai tempi di Bernard King nel 1985 e riferimento di un gruppo che ha dimostrato di essere in grado di battere a domicilio anche una squadra importante come i Mavs, sotto sin dalla palla a due e incapace nel finale di partita di riportarsi a contatto
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Alla sirena finale sono 44 punti per Julius Randle con 10 rimbalzi e 7 assist, dominante in ogni aspetto del match grazie al suo 16/29 dal campo, 6/11 dall’arco in 41 minuti di controllo assoluto della sfida. I Knicks si aggrappano a lui, con coach Thibodeau che chiede gli straordinari in termini di presenza sul parquet anche a RJ Barrett (non una novità quando si parla dell’ex allenatore dei Bulls): il n°9 di New York gioca 46 minuti, chiusi con 24 punti a referto, 3 triple, 8 rimbalzi e un paio d’assist - miglior viatico per salire virtualmente al 6° posto a Est
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Randle domina così nel ritorno nella sua Dallas, città da oltre due stagioni ormai devota e ammaliata dalle prodezze di Luka Doncic che termina la sfida contro i Knicks con 22 punti e pareggiando il suo massimo in carriera da 19 assist. Molti passaggi vincenti armano la mano dell’ex Kristaps Porzingis, autore di 23 punti e 12 rimbalzi e protagonista dell’ultima edizione della squadra di New York - datata dicembre 2017 - che riuscì a salire di tre successi oltre il 50% di vittorie. Un risultato a cui i ragazzi di coach Thibodeau stanno iniziando a fare l’abitudine
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BROOKLYN NETS-CHARLOTTE HORNETS 130-115 | Manca ancora James Harden, ma i Nets ritrovano tanti campioni in campo e reagiscono nel modo migliore all’addio improvviso al basket giocato da parte di LaMarcus Aldridge, guidati dai 25 punti e 11 assist di Kevin Durant e dai 26 con 6/9 dall’arco realizzati da Joe Harris, nel successo convivente contro Charlotte conquistato tirando con oltre il 55% dal campo di squadra. Letale soprattutto il 21/41 complessivo dall’arco, grazie al quale i Nets piazzano il 19-5 di parziale che a inizio quarto periodo chiude i conti
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Sconfitta pesante ma inevitabile in ottica playoff per Charlotte, ferma sempre all’ottavo posto a Est anche a causa di un roster ancora pieno di assenze e guidato questa volta dai 33 punti di un ispirato Miles Bridges che tira 13/18 dal campo e 6/10 dall’arco, a cui aggiunge anche 9 rimbalzi e un paio d’assist. Oltre quota 20 anche Terry Rozier (27 punti e 10 assist) e Vernon Carey Jr. - 21 punti, un nuovo massimo in carriera per il rookie arrivato da Duke che non evita agli Hornets la quarta sconfitta in fila
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UTAH JAZZ-INDIANA PACERS 119-111 | Vittoria con brivido per gli Utah Jazz che portano sul 26-3 il proprio record casalingo in una regular season al limite della perfezione nelle sfide giocate a Salt Lake City, recuperano la doppia cifra di svantaggio accumulata nel primo tempo e battono in volata Indiana - a cui non bastano i 22 punti, 15 rimbalzi e 7 assist di Domantas Sabonis, i 24 punti di Caris LeVert e i 16 di realizzati da Malcolm Brogdon. Per i Pacers è il secondo ko nelle ultime sei, fermi al 9° posto a Est a ridosso degli Hornets
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A tenere con il fiato sospeso i Jazz invece è quanto accaduto a 8 minuti dalla fine del terzo quarto, con Donovan Mitchell costretto ad abbandonare il campo (22 punti fino a quel momento) - accompagnato a braccia dallo staff medico nello spogliatoio - dopo un brutta distorsione alla caviglia destra di cui si valuterà l’entità nei prossimi giorni. Nella prima gara giocata davanti al nuovo socio di minoranza Dwyane Wade, il miglior realizzatore è Bojan Bogdanovic con 24 punti, mentre sono 13 con 6/7 al tiro quelli di un Rudy Gobert dominante con i suoi 23 rimbalzi
LE ULTIME NEWS SULL'INFORTUNIO DI DONOVAN MITCHELL
DETROIT PISTONS-OKLAHOMA CITY THUNDER 110-104 | Nona sconfitta in fila per i Thunder che recuperano invano 11 lunghezze di svantaggio nell’ultimo quarto, beffati al termine dell’ennesima sfida in cui sono stati costretti a rinunciare al solito gran numero di giocatori - tra cui Shai Gilgeous-Alexander, Mike Muscala e Aleksej Pokusevski - in un match modesto dall’arco, chiuso con 7/39 dalla lunga distanza e con Lu Dort ancora una volta miglior realizzatore dei suoi con 26 punti e 9/20 dal campo
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Vincono così i Pistons, un po’ anche controvoglia vista la classifica e la corsa al contrario al Draft: merito dei 29 punti di Josh Jackson con 9/16 al tiro e 9/10 ai liberi, decisivo con i suoi canestri nel non far pesare troppo le assenze per Detroit (Jerami Grant. Mason Plumlee, Hamidou Diallo, Cory Joseph, Dennis Smith Jr., Rodney McGruder e Wayne Ellington) che schiera un quintetto giovanissimo. A fare la voce grossa sotto canestro di pensa Isaiah Stewart - autore di 15 punti e ben 21 rimbalzi, il massimo per un rookie dei Pistons negli ultimi 45 anni
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TORONTO RAPTORS-ORLANDO MAGIC 113-102 | Tornano a perdere i Magic, vincitori un po’ a sorpresa in trasferta contro l’ex Vucevic e nuovamente beffati al ritorno in Florida nella nuova provvisoria casa dei Raptors, costretti a incassare l’ottava sconfitta nelle ultime nove gare. Wendell Carter Jr. festeggia il suo 22° compleanno con 20 punti e 9 rimbalzi, a cui si aggiungono i 19 realizzati da Cole Anthony in un match perso dagli ospiti a causa del parziale da 38-19 incassato nel terzo quarto per mano di un protagonista inatteso
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Paul Watson, alla sua prima partita da titolare in NBA, approfitta delle tante assenze in casa Raptors per firmare il suo massimo in carriera: 30 punti a referto, di cui 20 realizzati nel solo terzo quarto, raccolti tirando 10/13 dal campo, 8/11 dall’arco (anche questo, ovviamente, record personale) e 4 rimbalzi in soli 26 minuti. Positivo anche Yuta Watanabe, che ne aggiunge 21 in uscita dalla panchina con 7/11 dal campo e 6 rimbalzi con Toronto che, nonostante l’assenza di tanti titolari, resta in corsa per il 10° posto a Est
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CHICAGO BULLS-MEMPHIS GRIZZLIES 115-126 | Ennesima sconfitta dei Chicago Bulls, assente dai playoff dal 2017 e che rischiano anche quest’anno di farsi sfuggire l’opportunità del play-in in queste complicate settimane post deadline di mercato che in Illinois avevano immaginato potessero essere profondamente diverse. Senza Zach LaVine fermato dal protocollo anti-COVID, i Bulls non vanno oltre i 27 punti di Coby White con 7 assist e i 24 con 14 rimbalzi e 6 passaggi vincenti di Nikola Vucevic - che con Chicago, per ora, ha vinto soltanto tre partite delle 12 giocate
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Questa volta non c’era Andre Iguodala da battere, ma Dillon Brooks ha trovato allo stesso modo le giuste motivazione in un match chiuso con 32 punti a referto - massimo in stagione - 15 dei quali realizzati nel terzo quarto che ha cambiato il corso della sfida in favore dei Grizzlies, che mandano in doppia cifra sei giocatori con 16 punti di Jonas Valanciunas e 15 di Ja Morant. Memphis resta così saldamente all’ottavo posto a Ovest, in piena corsa playoff nonostante l’agguerrita concorrenza
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MINNESOTA TIMBERWOLVES-MIAMI HEAT 119-111 | Karl-Anthony Towns segna 24 punti - otto nell’ultimo quarto - prima di restare fuori nel finale a causa dei 6 falli commessi nel successo (un po’ a sorpresa) dei T’Wolves contro gli Heat, battuti grazie ai 17 punti di Ricky Rubio e ai sette giocatori in totale che chiudono in doppia cifra. Minnesota resta ultima a Ovest e la squadra con il peggior record, ma può consolarsi con un dato: nelle nove gare in cui i T’Wolves hanno avuto a disposizione sia Towns che Russell, il record è di 5-4. Un segnale, o almeno una speranza
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Continua invece la stagione in altalena di Miami che non riesce a battere un avversario modesto, nonostante la prestazione di un sontuoso Jimmy Butler da 30 punti, 10 rimbalzi e 8 assist - fischiato dal pubblico di casa che non ha dimenticato i suoi complicati trascorsi a Minneapolis. Gli Heat incassano la terza sconfitta in fila nel pieno di un ciclo da otto gare in 12 giorni (buona parte delle quali in trasferta). Da sottolineare anche l’ottima prova di Trevor Ariza: 21 punti, 7 rimbalzi, 8/14 dal campo, 5/7 dall’arco e tante giocate utili in difesa
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SAN ANTONIO SPURS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 106-107 | Tre errori consecutivi nell’ultimo possesso condannano gli Spurs alla sconfitta in casa contro Portland, abile a recuperare 16 lunghezze di svantaggio nella ripresa nonostante non avesse a disposizione Damian Lillard - fermato da un problema alla coscia destra. Ci pensa CJ McCollum, autore di 29 punti con 13/26 al tiro, a cui si aggiungono i 22 punti con 4 assist e 8/17 dal campo di Norman Powell - che a 22 secondi dalla sirena realizza in penetrazione il canestro del definitivo sorpasso Blazers
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Gli Spurs peggiorano così il record di aprile (2-7 al momento), subendo l’ennesima sconfitta in rimonta nonostante i 26 punti e 10 assist di DeMar DeRozan e la terza tripla doppia stagionale di un Dejounte Murray da 13 punti, 11 rimbalzi e 10 assist - record in casa San Antonio per partite del genere dalla stagione 1994 e dai tempi di David Robinson. Sono 0 invece i punti a referto di un impreciso Patty Mills in uscita dalla panchina (0/6 dal campo in 21 minuti), che diventa però il settimo giocatore all-time dei texani con 650 gare in carriera in maglia Spurs
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HOUSTON ROCKETS-DENVER NUGGETS 99-128 | Nikola Jokic risponde a distanza a Joel Embiid nella corsa al titolo di miglior centro (e forse anche di MVP), chiudendo con 29 punti, 16 rimbalzi e 7 assist con 10/12 al tiro nel successo Nuggets a Houston - con i Rockers travolti nel primo tempo e incapaci di riportarsi a contatto nella ripresa. Al resto pensa un roster che sta iniziando a capire come fare a meno di Jamal Murray: 21 punti di Porter Jr., 12 di Will Barton, 13 in uscita dalla panchina di JaMychal Green - in quella che è la 10^ vittoria nelle ultime 12 gare
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Denver torna così a vincere a Houston ponendo fine a una striscia di otto sconfitte in fila in casa dei Rockets: i texani non vanno oltre i 23 punti di Kelly Olynyk con 10/14 al tiro e 6 rimbalzi e ai 21 di Jae’Sean Tate, a un mese di distanza dal termine di una stagione complessa per coach Silas e per tutta la squadra. Un’annata talmente tanto scombussolata che, dei giocatori scesi in campo nella prima sfida contro Denver datata 28 dicembre, soltanto due (Wood e Tate) erano sul parquet anche questa volta
Questa la situazione nelle due classifiche dopo le partite della notte. Ricordiamo che le squadre tra la settima e la decima posizione si affronteranno nel torneo play-in dal 18 al 21 maggio per determinare le ultime quattro squadre a partecipare ai playoff (due per conference)
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