
NBA, risultati della notte: Tatum vince il super duello con Curry, Lakers ok all'overtime
Steph Curry segna 47 punti con 11 triple ma i Celtics vincono grazie ai 44 di Jayson Tatum e il canestro decisivo di Kemba Walker, conquistando il sesto successo in fila. I Lakers si fanno rimontare nel quarto periodo ma forzano il supplementare e battono Utah in una partita dalle mille assenze. Sconfitte sorprendenti di Phoenix e Milwaukee in casa contro San Antonio e Memphis, la coppia Beal-Westbrook travolge Detroit. Infine Chicago ritrova la vittoria battendo Cleveland

BOSTON CELTICS-GOLDEN STATE WARRIORS 119-114 | Partita fenomenale tra Celtics e Warriors, in cui non è mancato praticamente nulla: super prestazioni individuali, un finale tesissimo e grandi giocate da una parte e dall’altra. Alla fine sono stati i padroni di casa a vincere la sesta partita consecutiva, interrompendo contemporaneamente la striscia di quattro successi degli avversari grazie alla tripla di Kemba Walker a 24 secondi dalla fine — rivelatasi alla fine decisiva, resistendo a tutti i tentativi di rimonta di Steph Curry
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Con Jaylen Brown fermato da una malattia non legata al Covid-19, Jayson Tatum ha dovuto di nuovo farsi carico delle responsabilità offensive chiudendo con 44 punti (seconda miglior prestazione in carriera) e 10 rimbalzi, seguito dai 26 di Walker e dai 16 di Marcus Smart che ha segnato la tripla del sorpasso a 1:16 dalla fine. Boston è riuscita a rimontare ben 16 lunghezze di svantaggio accumulate nel secondo quarto, realizzando un parziale di 21-2 a cavallo tra primo e secondo tempo e chiudendo la partita con uno da 16-5
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Se Tatum è l’eroe in casa Celtics, non si può certo ignorare un’altra prestazione mostruosa di Steph Curry. Il leader di Golden State ha chiuso con 47 punti con 15/27 al tiro di cui 11/19 da tre, portando a 44 il suo totale di bombe nelle ultime 5 partite (ovviamente record NBA). Una serata assurda che purtroppo per lui non è coincisa con un successo, sudando anche freddo quando si è girato la caviglia a 7 minuti dalla fine — rimanendo comunque sul parquet. Insieme a lui ci sono i 22 di Andrew Wiggins e i 16 di Kent Bazemore
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Nel quarto periodo Juan Toscano-Anderson si è tuffato per recuperare una palla vagante, dando a Curry l’opportunità di segnare da tre punti per il 103-101. Per riuscirci però ha dovuto sacrificare il suo corpo, finendo oltre il tavolo segnapunti in maniera molto pericolosa per la sua salute. Fortunatamente è uscito dal campo sulle sue gambe, ma entrerà nel protocollo per le commozioni cerebrali: "Sto bene, lo rifarei 10 volte su 10" ha scritto poi su Twitter
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LOS ANGELES LAKERS-UTAH JAZZ 127-115 OT | Le tante assenze in entrambe le squadre (James, Davis e Gasol da una parte, Mitchell, Gobert, Conley e Favors dall’altra) tolgono ovviamente un po’ di rilevanza alla sfida tra i campioni in carica e la squadra col miglior record della NBA, ma ne esce comunque una sfida combattutissima e risolta solo dopo un tempo supplementare. I Lakers infatti hanno sprecato un vantaggio di 14 lunghezze in apertura di quarto periodo, salvandosi solo a 3 secondi dalla fine con un canestro di Dennis Schröder per forzare l’overtime
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Nel supplementare poi la squadra di coach Vogel ha stravinto 17-5, approfittando della stanchezza degli avversari in back-to-back e rimaneggiati. In un quintetto tutto in doppia cifra per i gialloviola a spiccare sono i 27 punti con 8 rimbalzi di Andre Drummond e i 25 a testa di Schröder e Kentavious Caldwell-Pope, autore di 5 triple in una serata mediocre da 11/33 di squadra per i padroni di casa

Nonostante le assenze, i Jazz sono andati a uno “stop” difensivo dal vincere la partita, senza riuscire a fermare Schröder dopo che Jordan Clarkson li aveva portati avanti a 8.7 secondi dalla fine con una tripla frontale. L’ex di serata è stato il migliore dei suoi con 27 punti seguito dai 20 di un sorprendente Ersan Ilyasova (il suo sesto fallo è stato il momento chiave del supplementare) e i 20 con 14 assist di Joe Ingles, a cui si aggiungono i 19 di Bojan Bogdanovic

PHOENIX SUNS-SAN ANTONIO SPURS 85-111 | I Jazz non perdono comunque terreno in classifica visto che i Suns hanno perso rovinosamente in casa contro gli Spurs. Una prova davvero negativa per Chris Paul e soci, tenuti al minimo stagionale in una serata da 6/27 dalla lunga distanza in cui ci sono stati più giocatori in doppia cifra dalla panchina (Carter con 17 e Payne con 12) che in quintetto (solo 15 per Booker con 6/18). Si interrompe così a 10 la loro striscia di successi casalinghi
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Sono invece sei i giocatori di San Antonio sopra quota 10, guidati dai 19 di Rudy Gay e il massimo in carriera da 18 del rookie Devin Vassell in uscita dalla panchina, a cui si aggiunge la doppia doppia da 13+13 di Devin Eubanks per coach Popovich. Gli Spurs non hanno perso neanche un quarto in una serata in cui non potevano contare su DeMar DeRozan, Patty Mills e Jakob Poeltl, concedendo al massimo di tornare a -16 nella ripresa — e controllando il match in scioltezza

MILWAUKEE BUCKS-MEMPHIS GRIZZLIES 115-128 | A proposito di sconfitte sorprendenti: neanche i Bucks riescono a vincere un quarto contro i Grizzlies, nonostante gli avversari fossero in back-to-back e i padroni di casa avessero tutti i big a disposizione. Giannis Antetokounmpo ha chiuso con 28 punti, 11 rimbalzi e 8 assist, seguito dai 17 a testa di Brook Lopez e Jrue Holiday e i 16+10 di Khris Middleton, ma i Bucks non sono mai stati avanti nel punteggio dopo il settimo minuto di gara
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I Grizzlies sono riusciti a interrompere la striscia di tre successi in fila degli avversari con una serata da 55% al tiro grazie soprattutto a un infuocato Grayson Allen, autore di 26 punti con 7/10 dalla lunga distanza (massimo in carriera). Insieme a lui altri cinque giocatori in doppia cifra tra cui i 21 di Dillon Brooks, i 17 di Jonas Valanciunas, i 16 di Desmond Bane e i 15 del rookie Xavier Tillman, con Ja Morant fermo solo a 13 punti. Davvero il miglior modo di continuare una trasferta di 7 partite con il secondo successo su due

WASHINGTON WIZARDS-DETROIT PISTONS 121-100 | Continuano a vincere anche gli Wizards, ormai in piena corsa per un posto nel torneo play-in. Per i padroni di casa si tratta del quarto successo consecutivo, mostrando sempre maggiore chimica di squadra — anche se l’avversario non è stato di certo dei più irresistibili, visto che solamente due volte in stagione i Pistons hanno vinto due gare in fila. Per coach Casey ci sono appena i 19 a testa di Frank Jackson e Isaiah Stewart seguiti dai 17 di Josh Jackson
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Agli Wizards, invece, decisamente non manca lo “star power”. Il capocannoniere NBA Bradley Beal ha chiuso con 37 punti in un’ottima serata al tiro (13/22 di cui 4/6 da tre), aiutando i suoi a controllare il match nonostante gli infortuni a due titolari come Alex Len (caviglia) e Rui Hachimura (gamba sinistra), a cui hanno sopperito i 16 punti di Ish Smith e i 15 di Robin Lopez ("Gioca una pallacanestro anni '80, ma in qualche modo funziona" le parole di Scott Brooks sul suo centro old-school)
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A tutto il resto ci ha pensato il solito Russell Westbrook, che ha firmato la tripla doppia numero 171 in carriera (la 25^ stagionale) con 15 punti, 14 rimbalzi e 11 assist, portandosi a -10 dalle 181 di Oscar Robertson. “La squadra ha preso la sua personalità, la sua intensità e la sua durezza” ha detto coach Casey sugli avversari. “Offensivamente sono difficili da fermare, ma anche noi li abbiamo aiutati”
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CHICAGO BULLS-CLEVELAND CAVALIERS 106-96 | I Bulls tornano a vincere dopo cinque sconfitte in fila, resistendo al tentativo di sorpasso degli Wizards. Nikola Vucevic è il migliore dei suoi con 25 punti mentre Lauri Markkanen ne mette 16 uscendo dalla panchina, in una serata in cui le riserve hanno chiuso con 45 per sopperire all’assenza di Zach LaVine. Sono 22 a testa invece per Collin Sexton e Darius Garland (anche 12 assist), pagando però il 10-0 di parziale con cui i Bulls hanno chiuso i conti nel finale di gara
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Questa la situazione in classifica dopo le gare della notte. Ricordiamo che dal 18 al 21 maggio si terrà il torneo play-in tra le squadre dalla settima alla decima posizione per determinare le ultime quattro partecipanti ai playoff (due per conference)