
Jokic, Embiid ma non solo: il ritorno dei big NBA, da estinti a dominanti
Il lungo di Denver e quello di Philadelphia sembrano destinati a contendersi il premio di MVP NBA per la stagione in corso. Ma dopo annate dominate dai Curry e dagli Harden (e prima ancora dai Bryant e dagli Iverson), i lunghi sembrano tornati a fare la differenza anche sui parquet NBA. Ecco gli interpreti che stanno guidando una (contro)rivoluzione nel gioco

QUANDO I LUNGHI DOMINAVANO | Tra il 1993 (Charles Barkley) e il 2004 (Kevin Garnett) un lungo ha vinto il premio di MVP NBA in 9 delle 12 stagioni, con le uniche eccezioni riconducibili ai nomi di Michael Jordan (due volte) e Allen Iverson. A dominare la lega in quegli anni, infatti, nomi leggendari del calibro di Shaquille O’Neal e Tim Duncan, David Robinson e Hakeem Olajuwon, piuttosto che il due volte MVP Karl Malone

L’ERA DEI PICCOLI | Poi, dal 2005 fino al 2018, gli unici due MVP sopra i 205 centimetri di altezza sono stati Dirk Nowitzki e Kevin Durant, che certo non sono mai stati due uomini d’area ma campioni capaci di essere decisivi portando il loro vantaggio di centimetri sul perimetro. Per il resto tante guardie — da Derrick Rose a Kobe Bryant, da Steve Nash a Steph Curry, da James Harden a Russell Westbrook — a fare incetta di MVP, in una lega sempre più influenzata dallo “small ball”

ANTETOKOUNMPO “FREAK” IBRIDO | La combinazione fisico-atletica di Giannis Antetokounmpo — 211 centimetri ma una mobilità spaventosa — ne fa un giocatore difficile da inquadrare nei vecchi ruoli. Viene considerato un giocatore di “frontcourt”, e in area ottiene la maggior parte dei suoi punti, anche se spesso è lui a iniziare l’azione dei Bucks portando palla. Con i suoi trionfi da MVP 2019 e 2020 si può dire sia cambiato nuovamente il trend, e i lunghi sono tornati a dominare. Ecco gli interpreti del rinascimento dei big NBA

JOEL EMBIID, PHILADELPHIA 76ERS | Uno dei due favoriti al titolo di MVP NBA per la stagione in corso. Porta in campo 213 centimetri, 127 chili, segna 30 punti a sera e colleziona più di 11 rimbalzi e quasi una stoppata e mezzo a sera, e che in difesa sa impattare le partite almeno quanto lo fa in attacco. È un lungo che sembra assomigliare a quelli di una volta, e anche se solo 10.6 dei suoi 30 punti a sera arrivano in area, 10 se li va a prendere in lunetta (1° NBA) e 10 esatti li ottiene dal post (1° NBA), che rappresenta il 35% del suo attacco (2° NBA)

NIKOLA JOKIC, DENVER NUGGETS | O Embiid o Jokic: la corsa a MVP sembra a due, e anzi il lungo dei Nuggets appare favorito sul rivale. Due centimetri meno di Embiid (211), un chilo in più (128), ai 26 punti e 11 rimbalzi di media aggiunge anche 8.7 assist, che parlano della sua eccelsa capacità di playmaking. Jokic per Denver è entrambe le cose: il playmaker e il lungo, come testimoniato dal suo secondo posto (dietro a Embiid) per produzione di punti dal post (6 a sera)

RUDY GOBERT, UTAH JAZZ | I centimetri sono addirittura 216, i chili 117, il suo gioco quello sicuramente più “vecchio stile” di tutti i lunghi dominanti oggi in NBA. Gobert sul perimetro ci va poco e controvoglia, tanto in attacco (ha tentato solo 40 tiri su 491 oltre il metro e mezzo dal ferro) che in difesa (dove odia dover cambiare sui piccoli avversari). In compenso stoppa quasi 3 tiri a sera e di molti altri altera le parabole. Non per caso ha vinto due volte il premio di miglior difensore NBA

DEANDRE AYTON, PHOENIX SUNS | Tutti guardano (e giustamente) alle magie di Devin Booker e Chris Paul, ma i Suns sono la seconda miglior squadra NBA anche grazie alla presenza di Ayton. Porta a spasso con eleganza 211 cm e 113 kg, va in doppia cifra a rimbalzo (10.7) e dei 395 canestri da lui segnati quest’anno, solo 40 sono arrivati da fuori area (4.0 punti di media li mette dal post, 5° dato di tutta la NBA). Deve sviluppare maggiore aggressività, ma Ayton è un big in tutto e per tutto
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ZION WILLIAMSON, NEW ORLEANS PELICANS | Si fa un gran parlare di “point Zion”, il Williamson playmaker — e sicuramente le doti di creazione di gioco dell’ex Duke sono notevoli. Però è di gran lunga il giocatore che segna di più nella lega in area pitturata (più di 20 a sera, Antetokounmpo è secondo sotto i 17), conta 9 canestri a partita al ferro (1° NBA), è 5° per punti in post (4.0) e tira 8.6 liberi a gara, che si conquista andando a far sportellate sotto canestro

ANTHONY DAVIS, LOS ANGELES LAKERS | Qui siamo già più nel campo degli ibridi, ma comunque il 21% dell’attacco della superstar dei Lakers origina dal post basso. Al ferro segna solo 7 punti a sera, son quasi 12 allargando a tutta l’area pitturata. Certo, Davis sa essere preziosissimo anche sul perimetro, tanto in attacco quando in difesa, ma le sue doti interne sono indiscutibili. E basta ricordare le 4 stoppate in gara-4 di finale NBA o le 3 rifilate agli Heat sia in gara-1 che in gara-5

DOMANTAS SABONIS, INDIANA PACERS | Due volte All-Star negli ultimi due anni, ha sicuramente i centimetri (211) — magari non i chili (108) — per essere considerato un big con un certo tonnellaggio. Ma quello che gli manca in forza bruta attorno al ferro lo porta in dote con i fondamentali tecnici e con l’agilità: 5° NBA sia per canestri segnati al ferro che per punti prodotti dal post (quasi il 21% del suo attacco origina da lì), è 7° in tutta la lega per produzione nel pitturato (12.6 punti a sera). È il 4° miglior rimbalzista NBA e sfiora i 20 punti a sera

KARL-ANTHONY TOWNS, MINNESOTA TIMBERWOLVES | Towns fa spavento perché dall’alto dei suoi 211 centimetri (e 112 chili) tira oltre il 39% da tre su più di 6 tiri a sera, ma dei quasi 25 punti che produce ogni gare quasi 11 arrivano dall’interno dell’area pitturata e in post ci va spesso (il 22% dei suoi possessi offensivi) e volentieri (5° NBA per produzione punti, 4.0 a sera). Quasi 11 rimbalzi e 1.4 stoppate a sera completano il quadro

JONAS VALANCIUNAS, MEMPHIS GRIZZLIES | Un possesso su quattro in attacco lo vede protagonista del post, da dove ottiene 4 punti a sera (5° miglior dato NBA). Sono quasi 9 i punti di media al ferro per lui (top 15 NBA) ed è 6° in assoluto (12.7 punti a sera) per produzione offensiva in area. Sfrutta i suoi 120 chili e i 211 centimetri, è il terzo miglior rimbalzista NBA (12.5 a sera) segnando più di 17 punti in attacco

CLINT CAPELA, ATLANTA HAWKS | Quasi 12 punti a sera al ferro (3° NBA, solo Zion e Giannis meglio di lui), quasi 4 arrivano come rollante che attacca il canestro sui giochi a due con Trae Young. È attaccante che preferisce situazioni dinamiche che statiche (in post) mentre in difesa la sua presenza si sente sempre e comunque: è il miglior rimabalzista NBA (14.7 a sera), è terzo per stoppate (2.2)

JUSUF NURKIC, PORTLAND TRAIL BLAZERS | Come per Ayton, anche Nurkic è tanto fondamentale per i successi della sua squadra quanto la sua coppia di guardie, Lillard-McCollum. Ai 211 centimetri associa 132 chili, va quasi in doppia doppia punti-rimbalzi nonostante giochi solo 23 minuti a sera, e in attacco 136 dei suoi 207 tiri totali sono stati presi al ferro. Difensivamente protegge il ferro meglio lui del suo college Kanter

EVAN MOBLEY, USC | Sbarca nella NBA al prossimo Draft (per qualcuno potrebbe anche essere la prima scelta assoluta) dopo un solo anno tra i Trojans, chiuso come miglior rimbalzista (8.7 a sera) e stoppatore (95 tiri rimandati al mittente, quasi 3 a partita) di tutta la Pac-12. In attacco ha contribuito con oltre 16 punti di media e quasi il 58% dal campo: i centimetri ci sono tutti (213), i chili arriveranno in sala pesi (ora la bilancia si ferma a 95)