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NBA, James Harden torna in lunetta: 19 liberi contro Indiana, fine delle polemiche?

IL CASO
©Getty

Il Barba, reduce da cinque sfide complicate a inizio stagione in cui gli arbitri hanno spesso e volentieri evitato di fischiare in suo favore, ha chiuso la gara contro i Pacers segnando 29 punti e mandando a bersaglio 16 delle 19 conclusioni tentati a cronometro fermo. “Sono stato più aggressivo”, spiega Harden, provando a smorzare la polemica e lasciandosi alle spalle un avvio complicato di regular season

Dopo qualche prestazione in affanno, dovuta non solo ai mancati fischi arbitrali, James Harden è tornato protagonista - ancora affaticato e non del tutto in ritmo - nella vittoria di Brooklyn contro Indiana: le solite giocate in palleggio, capacità di creare spazio, triple che ricominciano ad andare dentro e soprattutto tanti comodi tiri liberi a disposizione. Il Barba infatti, dopo qualche giorno d’attesa, è tornato nel posto che più ama del rettangolo di gioco: la lunetta. Dopo aver tentato 15 conclusioni a cronometro fermo complessive nelle prime cinque gare, alla sesta ne sono arrivate 19 tutte insieme per Harden, che ha aggiunto anche otto rimbalzi e otto assist a una prestazione decisamente più in linea con quello che a Brooklyn si aspettano da lui. Di gran lunga la migliore in una regular season iniziata a marce basse, viaggiando a poco più di 16 punti di media.

“Non sono 30, ve l’avevo detto”, scherza e sorride a fine partita, ricordando che soltanto qualche giorno fa aveva spiegato che il suo fisico non fosse ancora pronto del tutto per la stagione. “Ripeto sempre le stesse cose: ogni match mi sento meglio, continuo a lavorare anche nei giorni di riposo per riprendere del tutto ritmo e condizione. Di sicuro non cambio il mio modo di giocare”, chiosa il Barba, felice che sia in parte stato modificato il metro arbitrale nei suoi confronti - raccogliendo così la 72^ sfida della sua carriera con almeno 15 liberi tentati, primo all-time in questa speciale classifica (con Moses Malone ben distante a quota 56): “Sono stato aggressivo, nulla più: il primo paio di partite non lo sono stato, ma è questione di ritmo. Per la prima volta oggi ho sentito che le gambe andavano e continuavano a reggere per tutti e quattro i periodi di gioco”. Merito dello stato di forma quindi e nessuna allusione alle scelte arbitrali: una polemica che è meglio mettere da parte, soprattutto dopo una gara da 19 liberi tentati.

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