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NBA, Adam Silver è categorico: "Nessuna intenzione di sospendere la stagione"

le parole
©Getty

Intervista da ESPN, il commissioner NBA Adam Silver è stato chiaro e diretto nell'affrontare il problema Covid, la diffusione del contagio e i passi che la lega è pronta a muovere per limitare i danni: "Il virus non andrà via domani, fermarci non avrebbe senso: dobbiamo imparare a convivere con questa situazione e vaccinarci per andare avanti"

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Il commissioner NBA, intervistato su ESPN, ha voluto mettere le cose in chiaro: “Non c’è alcun piano al momento che preveda la sospensione della stagione”, ha spiegato. “Stiamo valutando tutte le opzioni sul tavolo, ma sinceramente non riusciamo a capire quale sia la logica che ci dovrebbe portare a fermare tutto”. La NBA, duramente colpita dal contagio da coronavirus, ha avuto più di 100 giocatori fermati dal virus nelle ultime tre settimane. “Come possiamo osservare dai dati, i casi stanno aumentando a dismisura in giro per gli Stati Uniti, così come nel mondo. Penso che ci ritroviamo nella stessa situazione di qualche mese fa, con la convinzione che il virus non verrà fatto fuori nel giro di qualche giorno e per questo dobbiamo imparare a conviverci. Questo è il percorso che la NBA deve seguire in questa fase”. Dopo la sospensione di sette partite negli ultimi 10 giorni, potrebbero arrivare altre scelte del genere (si è anche paventata l’ipotesi di rinviare alcune gare di Natale), ma la strada da seguire ormai è tracciata.

Silver ha poi spiegato che la variante Omicron è quella dominante al momento, con la NBA che sta tracciando il contagio: “Siamo circa al 90% di casi di variante Omicron”, aggiungendo poi che la lega è pronta anche a cambiare il tempo di durata di quarantena in caso di tampone positivo. Al momento si parla di 10 giorni, con doppio tampone negativo nel giro di 24 ore per essere libero di tornare sul parquet, ma Silver ha spiegato che diversi giocatori che si erano sottoposti anche alla terza dose non hanno risentito particolarmente dei sintomi da Covid e sono riusciti a guarire più in fretta degli altri. Oltre a manifestare un’altra importante caratteristica: “I giocatori vaccinanti non sono contagiosi”, almeno stando a quanto risulta dalle osservazioni mediche condotte dalla NBA. Per ora il 65% dei giocatori ha completato il ciclo da tre dosi di vaccino e la speranza è che quel numero salga in fretta: “Avevamo pensato anche a una sorta di obbligo vaccinale, ma la NBPA non è si detta d’accordo. Il numero dei vaccinati sfiora comunque il 97% e la piccola parte rimanente - su cui non dovremmo concentrarci - è stata tutta contagiata, quindi svilupperà degli anticorpi. So che ci sono e che ci saranno degli inconvenienti, ma questa è l’unica strada da seguire”.

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