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NBA, Los Angeles Lakers: Russell Westbrook, prima gara senza palle perse dal 2016

LA STATISTICA
©Getty

Il n°0 gialloviola ha chiuso la sfida vinta contro Sacramento con 19 punti, 7 rimbalzi e soprattutto nessuna palla persa a referto; non ci riusciva da 407 gare consecutive, dal marzo 2016 - interrotta così una striscia (negativa) da record che secondo i suoi detrattori raccontava bene la sua inefficacia sul parquet: “Non bisogna leggere le statistiche, ma guardare le partite e vedere quali sono le giocate decisive per conquistare il successo”

“Questo è il motivo per cui abbiamo vinto la partita”. Inizia così la conferenza stampa a fine partita di LeBron James, felice di rispondere a chi gli chiede cosa ne pensa del fatto che i Lakers abbiano chiuso la sfida contro i Kings con sole 5 palle perse complessive di squadra. La chiave del successo gialloviola passa da lì: “Quando al posto di buttare via palloni abbiamo l’opportunità di tirare diventiamo davvero molto pericolosi”. Una serata speciale per la squadra di Los Angeles e in modo particolare per Russell Westbrook, che a suo modo ha reso storica la partita vinta contro Sacramento: 19 punti con 19 tiri, 7 rimbalzi, un paio d’assist, +17 di plus/minus e soprattutto zero palle perse. Non una consuetudine per l’ex giocatore dei Thunder, anzi: la prima volta che gli accade dal 14 marzo 2016, interrompendo così una striscia di ben 407 gare consecutive con almeno un possesso sprecato (la più lunga di sempre nella storia NBA). Sono 2.122 giorni, che diventano ancora di più se si tiene conto degli oltre 30 minuti trascorsi sul parquet: in quel caso tocca tornare indietro al 2013 per trovare un match con la stessa presenza in campo di Westbrook e zero palle perse nel boxscore finale.

La risposta migliore alle critiche piovute sulla sua testa nei giorni passati, da parte di un giocatore che schernisce ulteriori polemiche: “Se le persone non guardano le partite e pensano di giudicare le prestazioni leggendo il foglio delle statistiche, beh: allora conta qualcosa. Peccato che quello non racconti tutte le cose che hanno realmente impatto sulla possibilità di conquistare o meno una vittoria”. A restare impressa nella mente infatti non è tanto la pulizia del gioco di Westbrook (i due assist a referto raccontano bene come abbia limitato al minimo le forzature, alle volte evitando di proposito il rischio di perdere il pallone), quanto lo sfondamento preso nell’ultimo minuto in difesa sul possesso decisivo che ha poi condannato i Kings. Sono quelle le giocate che fanno vincere e non sempre vengono conteggiate: “Russ è un giocatore contagioso con la sua energia: non è sempre perfetto nell’esecuzione, ma è tra quelli che ci tengono più di tutti. Sono orgoglioso della sua prestazione”, sottolinea anche coach Vogel - consapevole come tutti che le fortune dei Lakers passano soprattutto dalle mani di Westbrook.

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