Il centro dei Sixers ha iniziato a farsi chiamare "The Process" per un motivo ben definito: ha a che fare con l'ex GM dei Sixers Sam Hinkie, con il passato della franchigia e con alcune (presunte) ingerenze NBA che sono piaciute poco alla superstar di Philadelphia
Se oggi si guarda l'account Twitter di Joel Embiid, si legge: Joel "Troel" Embiid. "Troel" è un neologismo creato dallo stesso centro di Philadelphia che mischia il verbo "troll" (il nostro "trollare", prendere in giro) e il suo nome di battesimo. Ma a lungo in passato, il nickname auto-assegnatosi dal n°21 dei Sixers è stato diverso: Joel "The Process" Embiid. Oggi ha voluto spiegare perché, e lo ha fatto ai microfoni del podcast di Draymond Green: "Prima che io iniziassi a giocare [fermato da tanti infortuni, ndr], a Philadelphia hanno vissuto stagioni con tantissime sconfitte. Il famoso 'The Process', creato dall'allora general manager Sam Hinkie, alla NBA non piaceva, perché pensavano volesse perdere apposta il maggior numero di partite per ricostruire dal Draft con scelte alte. Per loro era un tanking neppure troppo mascherato, non lo amavano e allora hanno voluto far fuori Hinkie. In passato ho sempre detto che non sapevo i motivi del suo allontamento, ma sapete che mi piace dire la verità e allora adesso lo dico: per me è stata la NBA. E la cosa non mi va a genio".
"Hinkie ha creduto in me: gli dimostro il mio apprezzamento"
Per questo - nonostante anche all'interno dei 76ers Embiid racconti di aver ricevuto "pressioni" per evitare di utilizzare il termine "The Process" ("Volevano dimenticarsene, e andare avanti, guardare al futuro") - Embiid ha finito per auto-assegnarsi proprio "The Process" come soprannome, per ricordare il "sacrificio" di Sam Hinkie e il suo lavoro ai Sixers, tornati ora vincenti anche grazie alle sue scelte. Su tutte quella di Embiid al Draft: "Mi ha scelto lui, ha creduto in me quando ero ancora al college, a Kansas. Ero infortunato, ma lui non ha avuto dubbi. Per questo voglio schierarmi dalla sua parte e supportarlo", ha dichiarato Embiid. Leale fino alla fine. Ma anche sempre pronto a "trollare" tutti, NBA compresa.