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Gallinari tra Italbasket e NBA: "Sacchetti? Non me l'aspettavo. Su di me decide Atlanta"

INTERVISTA

Dario Vismara

Impegnato nel camp di Basketball Without Borders cominciato ad Assago, Danilo Gallinari ha risposto in esclusiva a Sky Sport su vari temi, dalla fine del rapporto tra Meo Sacchetti e la nazionale di basket fino al suo futuro in NBA e le Finals che stanno per cominciare. "Non mi aspettavo l’addio di Sacchetti, ma noi giocatori pensiamo a giocare. Il mio futuro è in mano ad Atlanta, per le Finals dico Golden State"

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Sono passati più di 20 anni da quando un giovanissimo Danilo Gallinari ha partecipato al primo Basketball Without Borders tenuto a Treviso nel 2001, a cui ha poi fatto seguito un’altra esperienza due anni dopo sempre sotto l’egida della NBA. Il camp che riunisce i migliori talenti europei tra i 17 e i 18 anni ha preso il via ad Assago, appena dietro il Forum dove Gallinari ha cominciato la sua carriera da professionista con l’Olimpia Milano. Oggi Gallo è un veterano con 14 stagioni di NBA alle spalle, pronto e sorridente per offrire la sua esperienza ai ragazzi del camp, ospite d’onore (ma impegnato anche in campo) insieme a Terance Mann degli L.A. Clippers e Kemba Walker dei New York Knicks, fermato da un contrattempo aereo e non presente per l’inaugurazione. Dopo aver rivolto il primo saluto ai presenti, Gallinari si è poi concesso a Sky Sport per un’intervista in cui ha toccato diversi temi, dalla stretta attualità su Meo Sacchetti ("Non mi aspettavo il suo addio, ma a noi giocatori tocca solo vincere in campo") al suo futuro in NBA ("La situazione è chiara, è Atlanta che deve decidere perciò aspetto notizie"), fino alle Finals che stanno per cominciare: "Una bellissima sfida tra un gruppo che ha più esperienza e uno che ne ha di meno. Tifo Golden State perché è un po’ più anziana, vorrei vincesse l’MVP il mio amico Andre Iguodala ma probabilmente andrà a Steph Curry". E un'immancabile commento sullo Scudetto vinto dal suo Milan.

Mettendoti nei panni dei ragazzi che sono qui oggi per cominciare il Basketball Without Borders, che consiglio ti senti di poter dare loro?

"Il consiglio è quello di parlare coi giocatori e allenatori, fare tante domande, divertirsi e allenarsi duramente, fare quattro giorni pieni. È stato bellissimo per me fare questo camp quasi 20 anni fa, vedendo poi quello che sono riuscito a fare dopo, ed è bellissimo sapere che qualcuno di questi ragazzi sarà protagonista di una carriera lunga, si spera in NBA".

 

Ieri è arrivato il comunicato che Meo Sacchetti non sarà più il commissario tecnico. Come hai appreso la notizia a pochi mesi dagli Europei?

"Io penso sempre che noi giocatori dobbiamo fare i giocatori e quello è il nostro compito, sono situazioni che non possiamo controllare. Quello che possiamo controllare è quello che facciamo in campo, il nostro lavoro e il nostro obiettivo è quello. Le scelte che vengono fatte sull’allenatore non dipendono da noi".

 

Ti aspettavi questa scelta o ti aspettavi di arrivare agli Europei con Sacchetti in panchina?

"Sinceramente non me l’aspettavo, non sapevo quale fosse la situazione con la federazione e col presidente, non sapevo che potesse esserci un cambiamento. L’ho scoperto anche io all’ultimo quando è uscita la notizia. Ma a noi giocatori tocca solo di vincere le partite e toglierci delle soddisfazioni in campo".

 

La Nazionale è comunque reduce dall’esperienza di Tokyo: si riparte da quel gruppo cercando di fare ancora meglio?

"Bisogna sempre sognare in grande, ma poi bisogna andare avanti e lavorare partita dopo partita. In un Europeo tutto può succedere: ogni partita fa storia a sé e giocare in casa con il nostro pubblico deve essere un vantaggio. L'obiettivo iniziale è superare la prima fase: penso che sia un obiettivo raggiungibile".

La tua stagione in NBA è di 14 stagioni, in attesa che ce ne sia una 15^. Gli Atlanta Hawks hanno fino al 29 giugno per garantire il tuo contratto per il prossimo anno: come ti sei lasciato con loro?

"Mi sono lasciato bene, sappiamo qual è la situazione e come ho già detto in passato la palla è in mano loro, perciò aspetto notizie. Da lì in poi vedremo come organizzare l’estate, quali scelte fare e cosa fare".

 

Dopo due anni che avete passato insieme, com’è giocare insieme a Trae Young?

"Bravissimo ragazzo, gran giocatore, realizzatore incredibile, mi sono trovato molto bene. Abbiamo fatto molte cose assieme in campo e abbiamo un’ottima intesa. È un giocatore che può migliorare ancora e avrà una carriera incredibile in NBA, finirà sicuramente come uno dei migliori realizzatori della storia. Giocatore incredibile".

Le Finals stanno per cominciare: come vedi la sfida tra Golden State e Boston, le due migliori difese della NBA?

"Sono tutti giocatori che ho affrontato diverse volte nel corso degli anni, soprattutto Golden State. Hanno tanti giocatori di esperienza che hanno vinto ai playoff. È una bella sfida: un gruppo più esperto contro uno che ne ha di meno. Pronostico? Calcolando che di basket non ne capisco assolutamente niente e i pronostici li sbaglio sempre, diciamo che visto che Golden State sono un po’ più anziani tifo di più per loro. Anche Boston però mi è piaciuta tantissimo e contro di loro quest’anno abbiamo sempre fatto delle bellissime partite. Hanno davvero un bel gruppo".

 

Chi vince l’MVP delle Finals?

"Uno dei giocatori con cui ho giocato è Andre Iguodala: so che è infortunato e non so se rientrerà per le Finals, ma è un gran giocatore e una gran persona, un mio amico e un gran compagno di squadra. Non penso però che riuscirà a vincere l’MVP delle Finals come qualche anno fa, probabilmente lo vincerà Steph Curry che è uno dei giocatori più forti al mondo".

 

Ultima domanda: come hai festeggiato lo scudetto del Milan?

"A casa con la famiglia, ma sono riuscito ad andare all’ultima partita in casa contro l’Atalanta. Erano un paio di anni che non andavo a San Siro per via del Covid, ma vederlo pieno con 70.000 persone è stato bellissimo. Finalmente siamo riusciti a vincere dopo l’ultimo scudetto nel 2011, è stata una stagione speciale, perciò bravi ragazzi. Uomo scudetto? Sono stati squadra fino all’ultimo. Direi Ibra anche come premio alla carriera e alla leadership che ha avuto nello spogliatoio, poi ci sono tanti ragazzi giovani: Calabria, Theo che ha fatto una stagione incredibile, Leao, fino a Tonali. Lui tra l’altro è di Sant’Angelo Lodigiano e io sono nato lì, anche se abito al paese a fianco: sono contentissimo per lui. Mi auguro che questo gruppo di ragazzi giovani italiani possano fare la storia del Milan e rimanerci tanti anni".