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NBA, Andre Drummond spiega perché giocare per i Lakers è diverso dalle altre squadre

PAROLE
©Getty

Pur avendo disputato solo 26 partite in maglia Lakers tra regular season e playoff, Andre Drummond non ha dimenticato la sua esperienza in gialloviola, sottolineando come giocare a Los Angeles sia diverso dal resto della NBA: "Bisogna essere forti mentalmente non solo in campo ma soprattutto fuori, perché ci sono aspettative altissime: se non le rispetti, ti fanno sapere che non meriti quella maglia"

L’esperienza di Andre Drummond con i Los Angeles Lakers non si può certo definire come memorabile. Arrivato a metà della stagione 2020-21 con discrete aspettative attorno a lui, il centro non è riuscito a lasciare il segno né nelle 21 partite di regular season (pur concluse con 12 punti e 10 rimbalzi in meno di 25 minuti di media) né nelle 5 gare di playoff della serie persa contro Phoenix (9 punti, 11 rimbalzi in 21 minuti). Ciò nonostante, il due volte All-Star e quattro volte re dei rimbalzi non ha dimenticato la sua esperienza a Los Angeles: “I Lakers sono esattamente quello che vi aspettereste: bisogna essere fatti in maniera diversa per giocare per quell’organizzazione” ha detto in un’intervista per il canale YouTube Jefe Island. “Bisogna essere forti mentalmente non solo in campo ma soprattutto fuori, perché ci sono aspettative altissime. E se quando indossi il ‘purple and gol’ non rispetti quelle aspettative, non hanno problemi a farti sapere che non sei meritevole di mettere quella maglia. Devi giocare al massimo delle tue possibilità ogni singola sera, indipendentemente dal risultato: solo così ti meriti il rispetto”.

Drummond: "Ecco perché ai Lakers è andata male"

Drummond ha poi spiegato perché il suo rendimento è stato sotto le aspettative: “Venivo da una situazione strana a Cleveland dove mi avevano tenuto seduto per quattro mesi. Quando sono tornato, l’obiettivo era quello di trovare un modo di integrarmi in una squadra nella quale non avevo mai giocato e ritrovare il ritmo dopo quattro mesi di inattività, perciò ci ho messo un po’ a rimettermi in pari. Mi sarebbe piaciuto avere un’opportunità migliore per connettermi davvero con quei ragazzi e fare qualcosa di bello, ma tutto succede per un motivo. In ogni caso, mi sono divertito molto a Los Angeles”. E visto che è free agent, chissà che non possa esserci un’altra esperienza in gialloviola dopo quelle tra Philadelphia e Brooklyn della passata stagione: d’altronde, pur avendo 9 anni di NBA alle spalle, Drummond non ha ancora compiuto 29 anni.

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