In questi Boston Celtics può essere decisivo anche un giocatore che non raggiunge neppure la doppia cifra a fine gara (almeno nei punti: i rimbalzi sono 10): coach Udoka, Marcus Smart, Jaylen Brown e Al Horford hanno tutti parole di grandissimo elogio verso il centro biancoverde, per molti l'MVP "nascosto" di gara-3
BOSTON - Tre giocatori di Boston sopra i 20 punti ma un solo giocatore sopra quota 20 (per la precisione: +21) nel plus/minus. Il suo nome? Robert Williams. Non ha raggiunto la doppia cifra nei punti (8, con 4/5 al tiro) ma lo ha fatto nei rimbalzi (10) e soprattutto, quello che è più importante, ha rispedito al mittente 4 tiri degli Warriors e ha chiuso anche con 3 recuperi. "Il suo impatto? Enorme", conferma coach Ime Udoka. "Non solo i tiri che ha stoppato ma tutti quelli che ha alterato, insieme alla sua presenza sotto canestro che sconsiglia gli avversari di avventurarsi lì sotto. Ha avuto un ruolo importantissimo in quello che abbiamo fatto stasera: ci ha permesso di giocare a lungo con quintetti alti, e catturare 15 rimbalzi offensivi [contro i 6 degli Warriors, ndr] che hanno portato a 22 punti da seconde opportunità". Un'analisi lucida, perfetta, che mette in evidenza tutti i meriti del n°44, riconosciuti anche dai suoi compagni. Il più entusiasta è Al Horford: "Rob è un giocatore che cambia davvero le partite - dice - e noi siamo fortunatissimi ad averlo in squadra, perché impatta sulle nostre vittorie ben più di quanto dicano le cifre. Sono molto impressionato da come continua a imparare: gli parli, ascolta, impara e mette in pratica. Le cose che fa in campo vanno molto oltre quello che si può leggere su un boxscore", afferma.
Brown: "Per me Rob poteva essere il difensore dell'anno"
"Rob è un difensore eccellente - conferma anche Jaylen Brown - e per me avrebbe potuto benissimo vincere il premio di miglior difensore dell'anno, perché è al livello di Marcus [Smart]. Per me il suo rendimento non è una sorpresa". Chiamato in causa, anche Smart dice la sua: "Non ha mai smesso di migliorare, lungo tutta la stagione", dice - e svela anche un particolare relativo a questi giorni, quando Williams viene costantemente valutato fisicamente, per scoprire se può scendere in campo: "Anche se è infortunato vuole essere in campo ad aiutarci, ma allo stesso - giustamente - pensa anche alla sua carriera. L'occasione di una finale NBA però non è scontato che ritorni presto, e per quello gli ho detto: 'Tu conosci il tuo corpo meglio di tutti, quello che può sopportare e quello che non può sopportare'. Però noi preferiamo averlo al 20% in campo piuttosto che non averlo". E aggiunge: "Il modo in cui attacca lo spazio aereo, mettendo pressione sulla difesa di Golden State, è davvero rimarchevole, come lo è il modo in cui protegge l'area e si muove in difesa". Anche quandon non è al 100%, mettendo in campo tutto quello che ha: "Sopportare il dolore è più facile, quando stai giocando le Finals, e sai quello per cui stai lottando. Ne vale la pena, ne sono sicuro", dice lui. "It's all about 18", recita il motto dei Celtics. E Robert Williams lo sa.