Attenzione a scrivere qualcosa di negativo nei confronti della guardia degli Indiana Pacers Tyrese Haliburton. Che come tante superstar prima di lui va in cerca di ogni motivazione supplementare per tirare fuori il meglio da sé. Uno sguardo al suo account Twitter lo conferma: "Ho salvato un sacco di messaggi...", dice. Ecco quali
Non è una novità che gli atleti professionisti utilizzino ogni stratagemma per motivarsi e trovare nuove sfide da affrontare. Tyrese Haliburton - ceduto da Sacramento a Indiana nel corso della sua seconda stagione NBA - ha anche lui un modo tutto suo per farlo, e per scoprirlo basta guardare la sua timeline su Twitter. Il tweet salvato ("pinned") come primo della lista porta la sua firma ed è del 30 dicembre 2020, a una settimana esatta, cioè, dal suo esordio nella lega. Un esordio che nelle prime quattro gare lo ha visto protagonista di un eccellente 8/16 da tre punti, da lui commentato così: "Dicevano che il tiro da fuori in NBA non avrebbe funzionato...". Ma la memoria lunga (alle critiche ricevute) evidentemente è uno dei metodi preferiti dal prodotto di Iowa State per caricarsi e trovare motivazioni aggiuntive. In una recente intervista al magazine "Dime", infatti, la guardia dei Pacers ha ricordato al suo intervistatore, Jackson Frank, due tweet incriminati: nel primo, datato 18 giugno 2020, Frank sosteneva che il giocatore poi scelto dai Kings "non potesse giocare palla in mano" per l'incapacità di crearsi il proprio tiro, convinto che avesse bisogno "del lavoro di più compagni per crearsi quel vantaggio necessario per andare al tiro".
Nel secondo, ancora precedente (aprile 2020), lo stesso Frank considerava Haliburton in prospettiva Draft un nome di minor appeal rispetto a Kira Lewis e RJ Hampton (oggi titolari di carriere NBA neppure paragonabili a quelle di Haliburton). "Ne ho salvati un sacco di tweet così", ha ammesso la guardia dei Pacers, che in maglia Indiana, in 26 gare disputate, ha viaggiato a 17.5 punti di media con quasi 10 assist (9.6), 4.3 rimbalzi e 1.8 recuperi, tirando oltre il 41% da tre punti. "Mi piace dimostrare alle persone che si sbagliavano sul mio conto", dice Haliburton. Vendetta, tremenda vendetta: servita fredda - anche a distanza di tempo - è sempre uno dei piatti più graditi. Anche dai giocatori NBA.