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Mercato NBA, RJ Barrett estende coi New York Knicks: tramonta la pista Mitchell?

MERCATO NBA

I New York Knicks sono vicini ad un’estensione quadriennale con RJ Barrett che può arrivare fino a 120 milioni di dollari, un contratto che renderebbe molto più difficile completare lo scambio con gli Utah Jazz per arrivare a Donovan Mitchell. La franchigia aveva posto una deadline a lunedì sera per concludere lo scambio, ma permane una distanza considerevole con le richieste dei Jazz

Dopo quasi due mesi di trattative, i New York Knicks sono giunti a una decisione: estendere RJ Barrett e abbandonare (almeno per il momento) l’inseguimento a Donovan Mitchell. Secondo quanto riferito da ESPN, infatti, la franchigia newyorkese ha deciso di estendere la terza scelta assoluta del Draft 2019 con un contratto di quattro anni che può arrivare fino a 120 milioni di dollari, legandosi così a Barrett fino al 2027. Soprattutto, Barrett era il pezzo pregiato da inserire nell’ipotetico scambio per arrivare a Mitchell ed era stato coinvolto in tutte le discussioni delle ultime settimane per arrivare all’All-Star dei Jazz: secondo quanto scritto, il capo della dirigenza dei Knicks Leon Rose aveva posto lunedì sera come deadline ultima per trovare un accordo con Utah, altrimenti i Knicks avrebbero esteso il contratto del giovane canadese (il primo rookie dei Knicks a estendere con la franchigia dal lontano 1999, mettendo fine a un "digiuno" di 23 anni). La trattativa non è definitivamente saltata, ma certamente se mai ricomincerà dovrà essere reimpostata su basi completamente diverse, visto che il nuovo accordo di Barrett pone delle complicazioni salariali non indifferenti con la cosiddetta "poison pill provision".

Che cos’è la "Poison Pill Provision"

Cercando di semplificare il più possibile un concetto molto complicato, nel mercato NBA non si scambiano semplicemente i giocatori, ma i loro contratti. Il contratto da rookie di Barrett, in scadenza nel 2023, aveva un certo peso (10.9 milioni di dollari), ma alla luce del nuovo accordo trovato coi Knicks per il prossimo anno peserà 26.2 milioni per qualsiasi squadra intenda prenderlo, cambiando sensibilmente i numeri in gioco per far tornare i conti di qualsiasi scambio, visto che i valori dei contratti coinvolti in una trade devono più o meno equivalersi. Dei 179 giocatori che hanno firmato questo tipo di accordo nella storia della NBA, solamente uno è stato scambiato (Devin Harris nel 2008) ma aveva un contratto sensibilmente inferiore rispetto alle cifre di Barrett (meno di 8 milioni di dollari), rendendo più semplice inserirlo in uno scambio.

Mitchell destinato alla permanenza nello Utah

Le trattative tra Knicks e Jazz nelle ultime settimane non si sono arenate sull’inserimento o meno di Barrett nell’accordo (i Knicks erano disposti a darlo e i Jazz sono interessati a prenderlo), quanto piuttosto sull’inserimento di un altro giovane come Quentin Grimes (che New York non avrebbe voluto cedere) e soprattutto sul quantitativo di prime scelte al Draft non protette da includere nell’accordo. I Jazz infatti vorrebbero ricevere più scelte al Draft rispetto a quelle avute da Minnesota per Rudy Gobert (pari a 5), mentre New York pur avendone diverse a disposizione non sembra voler spingersi così in là (e da qui nasce anche il possibile inserimento dei Lakers nella trattativa). Senza Barrett nell’accordo, il quantitativo di scelte voluto dai Jazz è destinato a salire ulteriormente, rendendo ancora difficile trovare un accordo definitivo per scambiare Mitchell. Nessuna delle due parti ha escluso la possibilità di tornare a parlarsi prima dell’inizio del training camp di fine settembre, ma arrivati a questo punto — visto che i Jazz, a quanto scritto, non sono in trattativa con nessun altra squadra — sembra proprio che il futuro di Mitchell sarà ancora a Salt Lake City, almeno fino a quanto non verranno accontentate le richieste dei Jazz.

approfondimento

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