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NBA, Kyrie Irving fa arrabbiare (di nuovo) i Nets: promozione a un film antisemita

il caso
©Getty

Il giocatore dei Brooklyn Nets ha fatto promozione sui suoi canali social a un film del 2018 intriso di stereotipi antisemiti, scatenando l'immediata reazione della dirigenza di New York e portando anche alla risposta del proprietario Joe Tsai: "Voglio fermarmi a parlare con lui e assicurarmi che comprenda che questo è dannoso per tutti noi e che, come uomo di fede, è sbagliato promuovere l’odio basato su razza, etnia o religione"

È di nuovo scontro tra Kyrie Irving e i Brooklyn Nets, questa volta a causa delle posizioni pubbliche e dal ruolo di promotore rivestito dal talento della squadra di New York nei giorni scorsi a supporto di un film dal titolo: “Ebrei e neri: svegliati Black America” che, come sottolineato dal sito Rolling Stone, è intriso di cliché e storie legate all’antisemitismo. Un film uscito nel 2018 e che trae spunto da un libro che porta lo stesso titolo pubblicato nel 2015: Irving ha condiviso via Twitter il link per guardare il film nelle scorse ore, scatenando così l’attenzione di diversi cronisti che da subito hanno sottolineato la natura complottista della pellicola. Una decisione che ha portato alla risposta ufficiale della squadra: “I Brooklyn Nets condannano fermamente e non tollerano la promozione di qualsiasi forma di incitamento all'odio", recita il comunicato ufficiale. "Crediamo che in queste situazioni, la nostra prima azione debba essere un dialogo aperto e onesto. Ringraziamo coloro, inclusa l'ADL (Lega anti-diffamazione), che ci hanno sostenuto in questo periodo”.

A non passare inosservata però è stata soprattutto la risposta ufficiale arrivata direttamente dal proprietario Joe Tsai: “Sono davvero deluso dal fatto che Kyrie sembri sostenere un film basato su un libro pieno di disinformazione antisemita. Voglio fermarmi a parlare con lui e assicurarmi che comprenda che questo è dannoso per tutti noi e che, come uomo di fede, è sbagliato promuovere l’odio basato su razza, etnia o religione”. Esplicita anche la chiosa, arrivata in un tweet successivo legato al precedente: “È qualcosa di più grande della pallacanestro”.

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