
NBA, i migliori e i peggiori del mese di novembre: le sorprese sono Indiana e Sacramento
Ci sono squadre che non pensavano di vincere così tanto e altre che speravano di riuscirci e che nell’ultimo mese hanno intrapreso la strada del successo: di contro invece c’è chi non riesce a uscire dalla mediocrità o a mettere insieme in maniera convincente il nuovo roster. Di chi stiamo parlando? Delle cinque suggestioni relative all’analisi di novembre pubblicate da Bleacher Report: voi siete d’accordo con i loro giudizi? In fondo viene premiato anche un giocatore a caccia di riscatto…

Tyrese Haliburton, Ben Mathurin, Myles Turner e si potrebbe ancora andare avanti: sono tante le buone notizie in casa Pacers in quest’ultimo mese di una stagione che doveva avere il sapore del rebuilding, ma che sta diventando più vincente delle aspettative per Indiana - guidata da una delle migliori point guard NBA, un passatore unico nel suo genere e con tanti giocatori a caccia di una vetrina in attesa di una trade. Se non dovessero arrivare però i Pacers potrebbero continuare ad approfittarne accumulando successi

Il 16° posto nel Net Rating stagionale (-0.1 punti su 100 possessi) racconta bene la mediocrità nella quale sono sprofondati i Chicago Bulls, che non sono così male ma non riescono a dare una svolta decisiva alla loro stagione. A detta di diversi osservatori sono i principali candidati al premio di “squadra più deprimente dell’anno”, mentre Lonzo Ball continua a restare misteriosamente fuori causa infortunio: insomma i Bulls sono ancora lontani dal trovare la quadratura del cerchio

Cavaliers, Warrriors, Nets e Grizzlies: quattro vittorie che ben raccontano il peso e la qualità di una squadra che ha finalmente la legittima ambizione di andare a prendersi i playoff NBA dopo anni d’astinenza. Non lo neghiamo: Sacramento è una di quelle squadre che ci stanno particolarmente a cuore in queste settimane, divertente e da seguire guidata da una super attacco che macina gioco e canestri. La speranza dei Kings è quella di restare in questa classifica anche nei prossimi mesi

Il quintetto di Minnesota non funziona, in attacco non incide e in difesa non trova mai i giusti accoppiamenti: il risultato è che i T’Wolves, ora anche senza Towns, non sono riusciti a portare a termine il processo di ambientamento di Rudy Gobert in squadra - galleggiando a livello di risultati, ma non facendo quel salto di qualità atteso da un roster che ha aggiunto un All-Star sacrificando buona parte delle proprie prospettive future

Essere passato da 12.3 a 20.6 punti di media con il 44.8% dalla lunga distanza è uno dei motivi per i quali gli Warriors sono tornati a essere competitivi nonostante i risultati in parte latitano. Un dato rincuora Thompson: con lui sul parquet Golden State viaggia a 24.5 punti su 100 possessi segnati in più rispetto a quando va a sedersi in panchina - diventato cruciale sotto diversi aspetti