Le giocate nei secondi finali - come quelle "After Time-Out" (ribattezzate in gergo ATO) - sono oggetto di approfondito studio da parte dei coaching staff di tutta la NBA, sia per ideare soluzioni offensive sempre nuove, sia per contrapporre difese sempre più preparate e consapevoli. La lente di ingrandimento di Flavio Tranquillo si concentra proprio su questi istanti decisivi di una partita
Nella notte il rookie di Atlanta A.J. Griffin ha deciso sulla sirena la sfida contro Chicago con un canestro in acrobazia; col cronometro verso lo zero, Zion Williamson ha fallito il tiro che avrebbe dato la vittoria ai suoi Pels al termine dei regolamentari contro Phoenix (vittoria poi arrivata in overtime); e solo qualche giorno fa, Luka Doncic ha lasciato furente il campo perché l'ultima giocata dei suoi Mavs contro i Bucks non è stata esattamente di suo gradimento. A "Basket Room Daily", insieme a Francesco Bonfardeci, Flavio Tranquillo ha voluto analizzare cosa c'è "dietro" queste particolari situazioni, singole azioni che spesso decidono vittorie e/o sconfitte - e che per tale motivo vengono allenate e preparate fin nei minimi dettagli tanto dagli attacchi quanto dalle difesa (chiedere proprio a Doncic con riferimento alla gara persa da Dallas con Milwaukee).
Che le superstar siano i principali indiziati a prendersi l'ultimo tiro lo sanno tutti, ed è per questo che spesso i coaching staff scelgono di usarli come "esche" per concentrare su di loro l'attenzione delle difese avversarie e liberare dei compagni per altre soluzioni offensive. Nate McMillan lo ha fatto benissimo nella notte con Trae Young, e deve dire grazie (anche) al suo assistente allenatore, Joe Prunty. Come spiega questo tweet.