Il giovane giocatore dei Chicago Bulls, fuori da oltre un anno, non riesce a trovare il modo di risolvere i suoi problemi al ginocchio che non gli hanno permesso di esordire in questa regular season - operato già due volte e fermato dal dolore che lo staff medico non riesce ad alleviare. Una diagnosi complicata da digerire per chi sta perdendo in parte la speranza di rientrare sul parquet
Tutto è cominciato il 14 gennaio 2022 con una diagnosi all’apparenza innocua: knee bruise, il fastidio al ginocchio che spesso permette alle squadre NBA di tenere a riposo le proprie star per evitare di usurarle nel corso della lunga e sfiancante regular season. Gli esami da subito però misero in evidenza problemi ben più gravi: infortunio al menisco, tanto da richiedere un’operazione e un percorso di recupero di un paio di mesi. Un calvario iniziato in quel momento per Lonzo Ball e non ancora concluso, visto che con l’arrivo della primavera prima e dell’estate poi il giocatore dei Bulls non era in grado di saltare senza sentire forte dolore al ginocchio. Seconda operazione, ma il problema resta - tanto che la point guard dei Bulls non ha ancora fatto il suo esordio in questa regular season: “Non si può dire che sia vicino al rientro”, era stato sottolineato dai Bulls, “anche perché non esiste una data fissata per il suo ritorno in campo”. Una diagnosi scoraggiante, tanto quanto le parole filtrate nelle ultime ore da entrambe le parti in causa. Da un lato si legge che Chicago “non sa per quale motivo Lonzo Ball continui a sentire dolore, proprio come lo staff che segue il giocatore e che appare in grande affanno e difficoltà a riguardo”. A questo poi si aggiunge la confusione dettata dalla volontà di chi sta cercando in ogni modo di trovare la strada giusta: sei esperti differenti e sei pareri su percorsi di recupero e strade da poter intraprendere. Il risultato però è che tutto resta fermo da oltre un anno, senza lasciare spazio a speranze per il momento.